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martedì 31 maggio 2022

Assunzione di Maria

L'Assunzione di Maria
L'Assunzione di Maria al cielo è un dogma di fede della Chiesa cattolica, secondo il quale Maria, madre di Gesù, al termine della sua vita terrena, andò in paradiso in anima e corpo.

Questo culto si è sviluppato a partire almeno dal V secolo d.C., diffondendosi e radicandosi nella devozione popolare. Il 1º novembre 1950, papa Pio XII, avvalendosi dell'infallibilità papale, proclamò il dogma con la costituzione apostolica Munificentissimus Deus con la seguente formula:
«La Vergine Maria, completato il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo». 
Queste parole volutamente non chiariscono se l'Assunzione di Maria sia stata preceduta o meno da sonno profondo o da morte naturale (Dormitio Virginis, espressione che in effetti può riferirsi sia ad un sonno che alla morte naturale): pertanto la Dormizione di Maria non è oggetto di dogma, mentre la sua glorificazione in corpo ed anima è parte integrante della fede della Chiesa cattolica.

È una solennità celebrata il 15 agosto da tutte le Chiese cristiane (cattolici, ortodossi e non solo) che accettano questo articolo di fede e - corrispondendo per la Vergine a ciò che per gli altri santi è il dies natalis (transito) - costituisce la festa principale della Madonna, la solennità mariana per eccellenza dell'anno liturgico. Secondo una pia credenza, in questo giorno Dio elargirebbe agli uomini abbondanti grazie e benedizioni. Secondo questa tradizione, Maria, la madre di Gesù, terminato il corso della vita terrena, fu portata in Paradiso, sia con l'anima sia con il corpo, cioè fu assunta, accolta in cielo.

L'Assunzione di Maria non implica necessariamente la morte (tesi della Dormizione), ma neppure la esclude. L'Assunzione, nel pensiero cattolico, è un'anticipazione della risurrezione della carne, che per tutti gli altri uomini avverrà soltanto alla fine dei tempi, con il Giudizio universale. È quindi differente dall'approdo in Paradiso riconosciuto ai vari Santi, i quali hanno raggiunto la beatitudine celeste solo con l'anima. Questo, tra l'altro, giustifica le numerose apparizioni di Maria nel corso del tempo in tutto il mondo, che la Chiesa cattolica, nei casi in cui le riconosce credibili, lo fa anche riguardo al fatto che la Madonna appare realmente in carne e ossa.

L'Assunta è un dipinto di Tiziano, databile al 1516-1518 conservato
nella basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia

Al riguardo, non è contraddittorio il fatto che Maria sia apparsa nei vari secoli e continenti con aspetto fisico differente: 
la Chiesa cattolica crede e professa che il corpo con cui i redenti vivono la beatitudine eterna è un corpo 'glorificato', e non lo stesso corpo con cui le persone conducono la loro esistenza sulla terra. Il corpo glorificato non è soggetto alla relativizzazione spazio-temporale né alla caducità così come a nessuna legge fisica. 
La Chiesa professa che Maria è, con Gesù, l'unica persona in tutta la storia dell'umanità a essere ufficialmente riconosciuta assunta in cielo (quindi in corpo e anima) già ora, prima della seconda venuta del Cristo. Ciò è possibile perché Maria, secondo la Chiesa, è stata l'unica persona a essere preservata dal peccato originale che ha coinvolto tutta l'umanità. Per questo, la tradizione, e poi il dogma che ne è scaturito, dell'Assunzione di Maria sono in stretta connessione logica con i loro corrispettivi inerenti all'Immacolata Concezione, secondo cui appunto Maria fu preservata dal peccato originale alla sua nascita, anche qui unica con Gesù tra l'umanità post peccato originale, anche se la tradizione dell'Immacolata Concezione è successiva nel tempo rispetto a quella dell'Assunzione, e anche più elaborata e discussa teologicamente. Tuttavia, paradossalmente, il dogma dell'Assunzione di Maria è successivo a quello dell'Immacolata, anzi, è in ordine di tempo, l'ultimo dogma della Chiesa cattolica, essendo stato proclamato da Pio XII solamente il 1º novembre 1950, quasi un secolo dopo quello dell'Immacolata Concezione, proclamato da Pio IX nel 1854.



La parola “assunta” sta proprio ad indicare l’essere “accolta”, in questo caso nel regno dei cieli, perché stando a questa tradizione il trasferimento di Maria in Paradiso fu completato tanto dalla sua anima quanto dal suo corpo. La Chiesa non ha mai stabilito se prima dell’Assunzione, Maria fosse morta oppure se si trovasse in uno stato di sonno o trance (tesi chiamata della Dormizione).

Gesù era stato il primo ad Ascendere al regno dei cieli, e dopo di lui solo la sua Beata Madre ha avuto lo stesso onore. Questo perché Maria è priva del peccato originale, al contrario del resto dell’umanità. L’Assunzione di Maria si ritrova quindi fortemente legata al dogma dell’Immacolata Concezione, che stabilisce la purezza della Vergine Beata, nata priva del peccato originale per poter poi accogliere in grembo il Salvatore. 
La più antica testimonianza della dottrina dell’Assunzione di Maria si trova nel Liber Requieie Mariae (IV secolo circa), mentre in diversi altri testi è stata riportata nel corso dei secoli.

Questo fatto non deve sorprendere: contrariamente al pensare comune, i dogmi più che essere imposizioni dall'alto ai credenti sono riconoscimenti e ufficializzazioni di credenze e tradizioni già diffuse nel seno della comunità della Chiesa; tra l'altro, spesso sono stati proclamati non per affermare un nuovo fatto di fede ma per difendere una tradizione già esistente da attacchi teologici ritenuti eretici. Riguardo all'Assunzione, l'antica tradizione, unanimemente accettata da parte della Chiesa cattolica, non necessitava di nessuna difesa, e quindi la relativa proclamazione del dogma è stata fatta solo nel XX secolo, sollecitata dalla pressione che la critica scientista moderna ha operato su tutti gli aspetti della fede cattolica. L'Assunzione di Maria è il quarto mistero della gloria nella devozione del Santo Rosario.


Definizione e proclamazione del Dogma
Il dogma cattolico è stato proclamato da Papa Pio XII il 1º novembre 1950, anno santo, attraverso la costituzione apostolica Munificentissimus Deus.

Papa Pio XII proclama la definizione dogmatica
dell'Assunzione di Maria il 1º novembre 1950

Si tratta dell'unico dogma proclamato da un Papa nel XX secolo. Questo è il passaggio finale del documento, con la solenne definizione dogmatica:
«Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l'autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l'immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo. Perciò, se alcuno, che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio volontariamente ciò che da Noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica.» (Munificentissimus Deus).
 

Prima di proclamare il dogma Pio XII promosse una consultazione di tutti i vescovi cattolici del mondo, che espressero un parere favorevole quasi plebiscitario. Solo ventidue vescovi manifestarono qualche riserva. Giacinto Tredici fu l'unico vescovo italiano a esprimere parere contrario alla proclamazione del dogma dell'assunzione della Madonna, non perché non ne condividesse il contenuto, ma perché pensava che l'introduzione di un nuovo dogma mariano non fosse necessaria e avrebbe reso più difficile il dialogo ecumenico coi protestanti. Secondo alcuni teologi, la proclamazione di questo dogma sarebbe l'unica occasione in cui un pontefice ha fatto uso dell'infallibilità papale ex cathedra, definita formalmente nel 1870. La Chiesa riconosce che in questa specifica occasione il papa ha proclamato un dogma esercitando l'ufficio di pastore e dottore di tutti i cristiani, e quindi con il carisma dell'infallibilità (Notizie tratte da Wikipedia).


martedì 3 maggio 2022

Bitti (NU) - Madonna del Miracolo

 

Madonna del Miracolo di Bitti

Già dal 29 settembre decine di cavalieri di Pattada partono per recarsi ad Osidda, riposare una notte e poi ripartire tutti insieme il 30 alla volta di Bitti, in un vero e proprio pellegrinaggio d’altri tempi, per raggiungere la Madonna del Miracolo e ricordare così la riappacificazione ottenuta grazie alla sua intercessione.

Scrisse Salvatore Bussu, l’ex parroco della chiesa, nel suo libro “Il miracolo”, dove racconta la profonda devozione della gente di Pattada per la loro Madonna.

“Da Pattada andavano a cavallo. Ogni gruppo innalzava uno stendardo. I cavalieri giungevano all’ora della messa maggiore e si fermavano davanti alla chiesa. La gente li attendeva con ansia e quando da lontano vedevano il polverone sollevato dai cavalli o sentivano lo scalpitio degli zoccoli esclamavano: “Sunu arrivanne sos caddos patzatesos”. Il richiamo per quella data è stato sempre fortissimo, a Pattada si ha molta devozione per la Madonna del Miracolo. Si andava al Miracolo per chiedere una grazia oppure per ringraziare dopo averla ricevuta. Quando ciò avveniva si andava al Miracolo per mantenere la promessa. Fin dai tempi antichi Bitti e Pattada legavano molto bene tra loro.”

Ma non è sempre stato così amichevole il clima tra le due città, infatti il primo miracolo la Madonna lo fece proprio mettendo pace tra le due cittadine di Pattada e Bitti. Questo è ciò che gli anziani raccontano e tramandano di generazione in generazione.


Si narra che ad un pastore di Pattada venne rubato il gregge di pecore. Dopo giorni e giorni di ricerche alla fine accusarono del furto un pastore di Bitti, trovato con le pecore rubate. In collera per essere stato derubato non solo si prese gli animali, ma rapì anche il ragazzo che li stava custodendo per chiederne alla famiglia il riscatto.


Mandò un suo messaggero per lo scambio, ma la famiglia lo uccise con un colpo d’ascia. Dopo questo affronto anche la famiglia di Pattada fece lo stesso con il ragazzo e la scia di sangue continuò di anno in anno in un odio che sembrava non aver mai fine, anzi si alimentava ogni volta di più.

Come sempre accade però nelle più belle storie romanzate è l’amore che vince sull’odio e anche qui l’amore fece breccia. Due giovani delle rispettive città si innamorarono.



A nulla valsero minacce e rimproveri. Entrambi si affidarono alla Madonna affinché le rispettive famiglie giungessero ad un accordo e grazie all’intercessione della Vergine così avvenne.

Il matrimonio tra le due famiglie di Pattada e Bitti si celebrò proprio davanti a quella Bella Signora che venne da quel giorno chiamata Nostra Signora del Miracolo, come pure la chiesa stessa.


Da allora ogni anno riconoscenti alla loro Madonna per la riconciliazione, gli abitanti delle due città si ritrovano in gruppi di cavalieri e di amazzoni con i costumi di Bitti e di Pattada per accompagnare il simulacro della Vergine esibendo gli antichi stendardi issati nell’arcione, verso la chiesa che sorge sul colle di Gorofai, coinvolgendo centinaia di giovani in costume che seguono a piedi il drappello di destrieri.

Famoso anche il miracolo di una bimba nata muta che passando davanti alla statua della Madonna del Miracolo di Bitti riprese inspiegabilmente a parlare (Articolo tratto da https://immaculate.one che ringraziamo).



martedì 8 settembre 2020

Natività della Beata Vergine Maria - Festa Mariana


La Natività della Madre di Dio - Novgorod, Sec. XIV
(Immaginetta tratta da una icona)
8 settembre
Natività della Beata Vergine Maria


Questa celebrazione, che ricalca sul Cristo le prerogative della Madre, è stata introdotta dal papa Sergio I (sec VII) nel solco della tradizione orientale. 

La natività della Vergine è strettamente legata alla venuta del Messia, come promessa, preparazione e frutto della salvezza. Aurora che precede il sole di giustizia, Maria preannunzia a tutto il mondo la gioia del Salvatore. (Mess. Rom.)

Martirologio Romano: Festa della Natività della Beata Vergine Maria, nata dalla discendenza di Abramo, della tribù di Giuda, della stirpe del re Davide, dalla quale è nato il Figlio di Dio fatto uomo per opera dello Spirito Santo per liberare gli uomini dall'antica schiavitù del peccato.




Nella data odierna le chiese d’Oriente e d’Occidente celebrano la nascita di Maria, la madre del Signore. La fonte prima che racconta l’evento è il cosiddetto Protovangelo di Giacomo secondo il quale Maria nacque a Gerusalemme nella casa di Gioacchino ed Anna. Qui nel IV secolo venne edificata la basilica di sant'Anna e nel giorno della sua dedicazione veniva celebrata la natività della Madre di Dio. La festa si estese poi a Costantinopoli e fu introdotta in occidente da Sergio I, un papa di origine siriana. «Quelli che Dio da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati»: Dante sembra quasi parafrasare il versetto di san Paolo quando definisce Maria «termine fisso d’eterno consiglio».


Dall'eternità, Il Padre opera per la preparazione della Tuttasanta, di Colei che doveva divenire la madre del Figlio suo, il tempio dello Spirito Santo. La geneaologia di Gesù proposta dal Vangelo di Matteo culmina nell'espressione «Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo». Con Maria, dunque, è venuta l’ora del Davide definitivo, della instaurazione piena del regno di Dio. Con la sua nascita inoltre prende forma il grembo offerto dall'umanità a Dio perché si compia l’incarnazione del Verbo nella storia degli uomini. Maria bambina infine è anche immagine dell’umanità nuova, quella da cui il Figlio suo toglierà il cuore di pietra per donarle un cuore di carne che accolga in docilità i precetti di Dio.


Onorando la natività della Madre di Dio si va al vero significato e il fine di questo evento che è l'incarnazione del Verbo. Infatti Maria nasce, viene allattata e cresciuta per essere la Madre del Re dei secoli, di Dio". 


E’ questo del resto il motivo per cui di Maria soltanto (oltre che di S. Giovanni Battista e naturalmente di Cristo) non si festeggia unicamente la " nascita al cielo ", come avviene per gli altri santi, ma anche la venuta in questo mondo. 




In realtà, il meraviglioso di questa nascita non è in ciò che narrano con dovizia di particolari e con ingenuità gli apocrifi, ma piuttosto nel significativo passo innanzi che Dio fa nell'attuazione del suo eterno disegno d'amore. Per questo la festa odierna è stata celebrata con lodi magnifiche da molti santi Padri, che hanno attinto alla loro conoscenza della Bibbia e alla loro sensibilità e ardore poetico. Leggiamo qualche espressione del secondo Sermone sulla Natività di Maria di S. Pier Damiani: “Dio onnipotente, prima che l'uomo cadesse, previde la sua caduta e decise, prima dei secoli, l'umana redenzione. Decise dunque di incarnarsi in Maria”.
"Oggi è il giorno in cui Dio comincia a mettere in pratica il suo piano eterno, poiché era necessario che si costruisse la casa, prima che il Re scendesse ad abitarla. Casa bella, poiché, se la Sapienza si costruì una casa con sette colonne lavorate, questo palazzo di Maria poggia sui sette doni dello Spirito Santo. Salomone celebrò in modo solennissimo l'inaugurazione di un tempio di pietra. Come celebreremo la nascita di Maria, tempio del Verbo incarnato? In quel giorno la gloria di Dio scese sul tempio di Gerusalemme sotto forma di nube, che lo oscurò. Il Signore che fa brillare il sole nei cieli, per la sua dimora tra noi ha scelto l'oscurità (1 Re 8,10-12), disse Salomone nella sua orazione a Dio. Questo nuovo tempio si vedrà riempito dallo stesso Dio, che viene per essere la luce delle genti. "Alle tenebre del gentilesimo e alla mancanza di fede dei Giudei, rappresentate dal tempio di Salomone, succede il giorno luminoso nel tempio di Maria. E’ giusto, dunque, cantare questo giorno e Colei che nasce in esso". (Articolo tratto dal sito http://www.santiebeati.it)


mercoledì 8 maggio 2019

Supplica alla Madonna di Pompei


O Augusta Regina delle Vittorie,
o Sovrana del Cielo e della Terra,
al cui nome si rallegrano i cieli e tremano gli abissi,
o Regina gloriosa del Rosario,
noi devoti figli tuoi,
raccolti nel tuo Tempio di Pompei [in questo giorno solenne,
effondiamo gli affetti del nostro cuore
e con confidenza di figli
ti esprimiamo le nostre miserie.

Dal Trono di clemenza,
dove siedi Regina,
volgi, o Maria,
il tuo sguardo pietoso su di noi,
sulle nostre famiglie,
sull'Italia, sull'Europa, sul mondo.

Ti prenda compassione degli affanni e dei travagli
che amareggiano la nostra vita.
Vedi, o Madre, quanti pericoli nell'anima e nel corpo,
quante calamità ed afflizioni ci costringono.
O Madre, implora per noi misericordia dal tuo Figlio divino
e vinci con la clemenza il cuore dei peccatori.
Sono nostri fratelli e figli tuoi che costano sangue al dolce Gesù
e contristano il tuo sensibilissimo cuore.
Mostrati a tutti quale sei,

Regina di pace e di perdono.
È vero che noi, per primi, benché tuoi figli,
con i peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù
e trafiggiamo nuovamente il tuo cuore.
Lo confessiamo:
siamo meritevoli dei più aspri castighi,
ma Tu ricordati che, sul Golgota,
raccogliesti, col Sangue divino,
il testamento del Redentore moribondo,
che ti dichiarava Madre nostra,
Madre dei peccatori.

Tu dunque, come Madre nostra,
sei la nostra Avvocata, la nostra speranza.
E noi, gementi, stendiamo a te le mani supplichevoli,
gridando: Misericordia!
O Madre buona,
abbi pietà di noi, delle anime nostre,
delle nostre famiglie, dei nostri parenti,
dei nostri amici, dei nostri defunti,
soprattutto dei nostri nemici
e di tanti che si dicono cristiani,
eppur offendono il Cuore amabile del tuo Figliuolo.

Pietà oggi imploriamo per le Nazioni traviate,
per tutta l'Europa, per tutto il mondo,
perché pentito ritorni al tuo Cuore.
Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia! Degnati benevolmente, o Maria, di esaudirci!
Gesù ha riposto nelle tue mani
tutti i tesori delle Sue grazie e delle Sue misericordie.

Tu siedi, coronata Regina,
alla destra del tuo Figlio,
splendente di gloria immortale su tutti i Cori degli Angeli.
Tu distendi il tuo dominio
per quanto sono distesi i cieli,
e a te la terra e le creature tutte sono soggette.

Tu sei l'onnipotente per grazia,
Tu dunque puoi aiutarci.
Se tu non volessi aiutarci,
perché figli ingrati ed immeritevoli della tua protezione,
non sapremmo a chi rivolgerci.
Il tuo cuore di Madre non permetterà di vedere noi,
tuoi figli, perduti.

Il Bambino che vediamo sulle tue ginocchia
e la mistica Corona che miriamo nella tua mano,
ci ispirano fiducia che saremo esauditi.
E noi confidiamo pienamente in te,
ci abbandoniamo come deboli figli
tra le braccia della più tenera fra le madri,
e, oggi stesso, da te aspettiamo le sospirate grazie.
Chiediamo la benedizione a Maria

Un'ultima grazia noi ora ti chiediamo, o Regina,
che non puoi negarci [in questo giorno solennissimo].
Concedi a tutti noi l'amore tuo costante
e in modo speciale la materna benedizione.
Non ci staccheremo da te
finché non ci avrai benedetti.

Benedici, o Maria,
in questo momento il Sommo Pontefice.

Agli antichi splendori della tua Corona,
ai trionfi del tuo Rosario,
onde sei chiamata Regina delle Vittorie,
aggiungi ancor questo, o Madre:
concedi il trionfo alla Religione
e la pace alla umana Società.

Benedici i nostri Vescovi,
i Sacerdoti
e particolarmente tutti coloro che zelano 
l'onore del tuo Santuario.
Benedici infine tutti gli associati al tuo Tempio di Pompei 
e quanti coltivano e promuovono la devozione al Santo Rosario.

O Rosario benedetto di Maria,
Catena dolce che ci rannodi a Dio,
vincolo di amore che ci unisci agli 

Angeli,
torre di salvezza negli assalti dell'inferno,
porto sicuro nel comune naufragio,
noi non ti lasceremo mai più.


Tu ci sarai conforto nell'ora di agonia,
a te l'ultimo bacio della vita che si spegne.
E l'ultimo accento delle nostre labbra
sarà il nome tuo soave,
o Regina del Rosario di Pompei,
o Madre nostra cara,
o Rifugio dei peccatori,
o Sovrana consolatrice dei mesti.

Sii ovunque benedetta, oggi e sempre,
in terra e in cielo.





sabato 12 gennaio 2019

Venezia (VE) - Santa Maria della Salute


Immaginetta donata da Anna Sisto
Santa Maria della Salute (o chiesa della Salute o semplicemente La Salute) è una basilica di Venezia eretta nell'area della Punta della Dogana, da dove risalta nel panorama del Bacino di San Marco e del Canal Grande. Progettata da Baldassare Longhena con attenzione ai modelli del Palladio, è una delle migliori espressioni dell'architettura barocca veneziana. La sua costruzione rappresenta un ex voto alla Madonna da parte dei veneziani per la liberazione dalla peste che tra il 1630 e il 1631 decimò la popolazione, come era avvenuto in precedenza per la chiesa del Redentore. Il culto divenne così radicato a Venezia che la Vergine Maria venne aggiunta all'elenco dei santi patroni della città di Venezia. Nel dicembre del 1921 papa Benedetto XV l'ha elevata al rango di basilica minore. 
La peste fu portata da un ambasciatore del duca di Mantova Carlo I Gonzaga Nevers, che venne internato nel Lazzaretto Vecchio, ma gli bastò entrare in contatto con un falegname per infettare la città, a partire da Campo San Lio. Il 22 ottobre 1630 il voto del patriarca Giovanni Tiepolo: «voto solenne di erigere in questa Città e dedicar una Chiesa alla Vergine Santissima, intitolandola SANTA MARIA DELLA SALUTE, et ch'ogni anno nel giorno che questa Città sarà pubblicata libera dal presente male, Sua Serenità et li Successori Suoi anderanno solennemente col Senato a visitar la medesima Chiesa a perpetua memoria della Pubblica gratitudine di tanto beneficio». 

Basilica della Salute di Venezia (immagine tratta dal sito ufficiale)
Il 26 ottobre in Piazza San Marco il Doge Nicolò Contarini, il clero e il popolo si riunirono a pregare. Quando la peste finì erano morti 80.000 veneziani, e 600.000 nel territorio della Serenissima, da Brescia a Trieste, dal Polesine a Belluno. Fra i morti, il doge e il patriarca. 

Per fare spazio alla nuova chiesa si scelse di demolire un soppresso complesso religioso (la Chiesa della Santissima Trinità con convento e scuola) adiacente alla Punta da Màr, la dogana di Venezia. Per poter erigere in quel posto la Basilica fu necessario un gran numero di pali conficcati nel terreno ed una vasta bonifica del suolo. Già il 28 novembre 1631 si svolse il primo pellegrinaggio di ringraziamento. 

La costruzione fu affidata dopo un concorso a Baldassare Longhena, che aveva progettato una chiesa «in forma di corona per esser dedicata a essa Vergine», e venne finita quando il patriarca Alvise Sagredo il 9 novembre 1687 la benedisse. 

Ogni anno il 21 novembre, giorno della Presentazione della Beata Vergine Maria, si festeggia la festa della Madonna della Salute in cui i veneziani attraversano un ponte, per secoli fatto di barche, ora galleggiante fissato su pali, che va da San Marco alla basilica e vi si recano a pregare. Insieme alla Festa del Redentore, è ancora oggi una delle feste popolari più amate e partecipate dai veneziani. In tale occasione, tradizionalmente, i veneziani consumano la "castradina", un piatto a base di montone. 


La festa della Madonna della Salute è una festa religiosa istituita dalla Repubblica Veneta nel 1630 e osservata solennemente in tutto il territorio della Serenissima fino alla sua caduta. 

Ha luogo il 21 novembre, giorno della Presentazione della Beata Vergine Maria, e ancor oggi si celebra spontaneamente nella città di Venezia, a Trieste e in moltissime città e paesi dell'antica Repubblica, nell'Italia, in Istria e in Dalmazia. La Serenissima infatti, per permettere alle popolazioni distanti dalla Capitale di osservare la Festa, favorì la costruzione in tutta la Repubblica di santuari dedicati alla Madonna della Salute, che sono a tutt'oggi numerosissimi, anche in piccoli paesi, e molti di questi santuari sono ancor oggi, come a Venezia, meta di pellegrinaggi il 21 novembre. A Venezia il pellegrinaggio ha come meta la basilica di Santa Maria della Salute. Durante tutta la giornata, nella basilica, tenuta aperta senza interruzione, vengono celebrate in continuazione messe e rosari, con un afflusso continuo di fedeli. Per facilitare il pellegrinaggio, viene eretto sul Canal Grande un ponte provvisorio in legno che collega la punta della Dogana con Santa Maria del Giglio. Nella città di Venezia il 21 novembre è ancor oggi giorno festivo anche agli effetti civili, grazie ad una fortuita coincidenza: il giorno del Santo Patrono di Venezia, San Marco, cade il 25 aprile, in cui la Repubblica Italiana celebra la Liberazione. In questi casi la legge consente che il Comune scelga un altro giorno per usufruire della festività patronale, e il Comune di Venezia ha scelto il giorno della Madonna della Salute (Notizie tratte da Wikipedia).

Basilica della Salute (sito Ufficiale)

martedì 1 gennaio 2019

Maria SS. Madre di Dio


Santa Maria Madre di Dio
e
Madre nostra

Nel primo giorno dell’anno, in relazione con il Natale appena festeggiato, la Chiesa sente il bisogno di festeggiare anche la mamma del Bambino; e lo fa non chiamandola soltanto come «Madre di Gesù», ma anche come «Madre di Dio».

Che cosa significa questo titolo, così sublime?
Noi abbiamo la natura di uomini, e non abbiamo assunto, per esempio, la natura di gatti, anche se abbiamo tanta simpatia per il nostro micio di casa. Siamo uomini, non gatti!
Diversamente Dio, innamorato perdutamente per i suoi figli, ha mantenuto, certo, la natura di Dio, perché ad essa vuol portare anche noi, ma ha voluto assumere anche la natura di uomo, perché l’uomo, unendosi a Lui, possa ottenere anche la natura di Dio.
Adesso, dunque, Dio ha due modi di esistere, altrettanto suoi:

1) il suo modo di essere naturale, quello divino (perché Dio continua ad essere Dio);
2) e il suo modo di essere, acquisito, quello umano (perché Dio è diventato anche uomo).

Dio, nel suo modo di essere divino, è l’eterno, l’origine di tutto, e quindi non può essere originato da una madre; lo stesso Dio, nel suo modo di essere umano, ha un inizio nel tempo, e viene originato da una mamma terrena, Maria Santissima.
Ella, quindi, è veramente madre di Dio, di Dio non nel suo modo di essere divino, ma di Dio nel suo modo di essere umano.



Per questo, quando celebriamo la Madre di Dio, non ricordiamo un semplice “modo di dire”, una frase ad effetto, immaginosa o simbolica, ma riaffermiamo una precisa verità!

Questa verità è stata chiarita nell’anno 431, nel Concilio di Efeso, città dell’Asia Minore. In tale Concilio, si è voluto ricordare che Gesù, fin dal primo istante nel grembo materno, è stato Dio e uomo.
Quindi la Madonna non ha generato un semplice uomo, divenuto in seguito Dio, ma ha generato Dio stesso fatto uomo!


Ma non dobbiamo dimenticare che la Vergine, prima di essere Madre di Dio, è stata una creatura, una figlia di Lui; in seguito è diventata sua sposa, perché l’Annunciazione è stata la dichiarazione di richiesta di matrimonio da parte del Padre, che la invitava ad essere sua sposa, perché insieme facessero nascere e crescere il Messia; e la Madonna ha risposto di sì!

Così Dante potrà cantare di Lei:

«Vergine madre, figlia del tuo figlio»!

Anche per tutto questo, Maria Santissima è il modello di tutti noi: perché l’intera umanità, ogni persona umana è stata sognata da sempre dall’amore di Dio, perché diventassimo suoi figli (cf 1 Gv 3,1), sue spose (cf Is 62,5), sue madri (cf Mt 12,49s)!

di Antonio Rudoni SDB

giovedì 24 maggio 2018

Beata Vergine Maria Ausiliatrice

Festa di Maria Ausiliatrice, 
la MADONNA DEI TEMPI DIFFICILI


Clicca sull'immagine

Maria è la “Madre della Chiesa”,
Ausiliatrice del popolo cristiano nella sua continua lotta per la diffusione
del Regno di Dio.
“Auxilium Christianorum”

lunedì 9 aprile 2018

Annunciazione del Signore

Festa del Signore, l'Annunciazione inaugura l'evento in cui il figlio di Dio si fa carne per consumare il suo sacrificio redentivo in obbedienza al Padre e per essere il primo dei risorti. La Chiesa, come Maria, si associa all'obbedienza del Cristo, vivendo sacramentalmente nella fede il significato pasquale della annunciazione. Maria è la figlia di Sion che, a coronamento della lunga attesa, accoglie con il suo 'Fiat' e concepisce per opera dello Spirito santo il Salvatore. In lei Vergine e Madre il popolo della promessa diventa il nuovo Israele, Chiesa di Cristo. I nove mesi tra la concezione e la nascita del Salvatore spiegano la data odierna rispetto alla solennità del 25 dicembre. Calcoli eruditi e considerazioni mistiche fissavano ugualmente al 25 marzo l'evento della prima creazione e della rinnovazione del mondo nella Pasqua. (Mess. Rom.)

Annunciazione del Beato Angelico
Solennità dell’Annunciazione del Signore, quando nella città di Nazareth l’angelo del Signore diede l’annuncio a Maria: «Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo», e Maria rispondendo disse: «Ecco la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola». E così, compiutasi la pienezza dei tempi, Colui che era prima dei secoli, l’Unigenito Figlio di Dio, per noi uomini e per la nostra salvezza si incarnò nel seno di Maria Vergine per opera dello Spirito Santo e si è fatto uomo.
Per la festa dell’Annunciazione invito a leggere due brani del Trattato della Vera Devozione alla Santa Vergine Maria di San Luigi Maria Grignion de Montfort (1673-1716). Primo brano: i veri devoti della Santa Vergine “avranno una singolare devozione per il grande mistero dell'Incarnazione del Verbo, il 25 marzo, che è il mistero proprio di questa devozione, perché questa devozione è stata ispirata dallo Spirito Santo: 1) per onorare e imitare la dipendenza ineffabile che Dio Figlio ha voluto avere da Maria, per la gloria di Dio Padre e per la nostra salvezza, dipendenza che appare particolarmente in questo mistero in cui Gesù Cristo è prigioniero e schiavo nel seno della divina Maria e in cui dipende da lei in tutte le cose; 2) per ringraziare Dio delle grazie incomparabili che ha fatto a Maria e particolarmente di averla scelta come sua degnissima Madre, scelta che è stata fatta in questo mistero” (cap. VIII).
Secondo brano: “Poiché il tempo non mi permette di fermarmi a spiegare le eccellenze e le grandezze del mistero di Gesù vivente e regnante in Maria, o dell'Incarnazione del Verbo, mi limiterò a dire in poche parole che abbiamo qui il primo mistero di Gesù Cristo, il più nascosto, il più elevato e il meno conosciuto; che è in questo mistero che Gesù, d'accordo con Maria, nel suo seno, che è per questo chiamato dai santi «la sala dei segreti di Dio», ha scelto tutti gli eletti; che è in questo mistero che ha operato tutti i misteri della sua vita che sono seguiti, per l'accettazione che ne ha fatto: «Entrando nel mondo Cristo dice: Ecco, io vengo per fare la tua volontà» (Eb 10,5.7); e, di conseguenza, che questo mistero è un compendio di tutti i misteri, che contiene la volontà e la grazia di tutti; infine, che questo mistero è il trono della misericordia, della liberalità e della gloria di Dio” (cap. VIII).


I due testi sono collegati tra loro. In primo luogo San Luigi Maria afferma che il mistero dell’Incarnazione è il primo mistero cui i veri devoti della Santa Vergine devono rivolgere la loro attenzione. In secondo luogo, sostiene che il mistero della vita segreta di Gesù in Maria è il mistero che contiene tutti gli altri misteri, il punto di partenza per tutte le meraviglie della sua vita.
Analizziamo il primo testo e quindi il secondo.
Il Trattato della Vera Devozione alla Santa Vergine secondo me è un testo profetico per quanto afferma sui misteri e sulla devozione a Nostra Signora. Annuncia verità profonde che saranno approfondite solo in un’epoca futura di fioritura della Chiesa e quindi della teologia, che lo stesso santo chiama “Regno di Maria”. Oggi il significato delle sue parole non può ancora essere pienamente compreso. Per esempio, chi oserà dire di aver capito l’affermazione secondo cui Gesù Cristo, Dio stesso, fu per un tempo “schiavo di Maria” quando viveva nel suo seno? Dopo l’Annunciazione e il sì di Maria, Nostro Signore si fece carne nel suo seno. Da allora ebbe perfetta conoscenza di sua Madre. Viveva in lei come in un monastero di clausura, in contatto esclusivo e in completa dipendenza umana dalla Madonna: la più perfetta dipendenza che si possa dare sulla Terra.

Il Verbo Incarnato, completamente consapevole fin dal primo momento della sua incarnazione, scelse di vivere all'interno di una creatura. Per sua scelta visse all'interno di questo tempio e di questo palazzo, in misteriosa relazione con Nostra Signora.
Dio manifesta la sua onnipotenza nell’Incarnazione. La manifesta anche mantenendo vergine la Madonna prima, durante e dopo il parto. L’Incarnazione è un evento così straordinario che Dio avrebbe potuto disporre perché Nostro Signore nascesse pochi giorni dopo il concepimento. Ma non lo fece. Il Signore scelse di vivere per nove mesi nel seno di Maria. Volle stabilire questa forma speciale di dipendenza da lei. Scelse di avere con lei questa profonda e misteriosa relazione dell’anima. San Luigi Maria dice che scelse di diventare suo “schiavo”: un’espressione centrale in tutta la teologia mariana del santo, che può lasciarci perplessi specialmente se la riferiamo a Gesù Cristo ma che per il santo è essenziale e che dobbiamo comprendere a fondo. Schiavo? Sì. Anzi, uno schiavo ha la sua vita, respira da solo, ha almeno libertà di movimento. Gesù volle farsi più che schiavo: accettò di dipendere interamente da Nostra Signora.
Che tipo di relazione fra le anime di Gesù e della Madonna si stabilì in quel periodo? Che tipo di unione? Di per sé, il mistero è impenetrabile. Ma, almeno per avere un punto di partenza, possiamo considerare che nel mistero dell’Incarnazione Nostro Signore assume interamente la natura umana. Vero Dio, diventa anche vero uomo. Ha un’anima e un corpo come li abbiamo noi. Nella sua umanità discende da Adamo ed Eva come noi. Ma nello stesso tempo la sua anima umana aveva – anzi ha – un’unione con Dio così stretta che Gesù Cristo è e resta una persona della Santissima Trinità. C’è una sola persona di Cristo, non due, anche dopo l’Incarnazione. Com’è possible tutto questo? È un mistero. I teologi si diffondono sulla nozione di unione ipostatica, ma non sciolgono veramente il mistero.

Considerando la sua natura divina e umana, come spiegare il grido di Gesù sulla croce: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. In quel momento certamente Gesù continuava a essere Dio, eppure aveva scelto di soffrire nella sua umanità un abbandono e un isolamento totale. Si sentiva completamente abbandonato nella sua umanità mentre rimaneva unito a Dio Padre e allo Spirito Santo nella sua divinità. Di nuovo, non possiamo spiegare tutto: è un mistero.
L’unione di Nostro Signore con Maria quando era nel suo seno non è naturalmente l’unione ipostatica, eppure quest’ultima ci aiuta in via analogica a capire. Se nella sua umanità Gesù poteva sentirsi abbandonato sulla croce senza compromettere la sua divinità, poteva essere come dice San Luigi Maria “schiavo” di Nostra Signora nel suo seno – s’intende, anche qui nella sua umanità. Ma rimangono molti aspetti misteriosi, su cui penso che getterà luce una teologia nuovamente capace di fiorire nel Regno di Maria, per la maggior gloria di Dio e delle anime.
Anche nell’unione mistica di Nostra Signora con ciascuno dei suoi devoti, che San Luigi Maria chiama “schiavi”, ci sono punti non ancora interamente chiariti. Eppure si tratta di qualche cosa di molto più semplice dei divini misteri dell’unione di Maria con Gesù.Se sono misteri, nessuna spiegazione li esaurisce. Possiamo dire però che la contemplazione del mistero dell’Incarnazione ci aiuta a combattere due delle principali dottrine della Rivoluzione: il panteismo e il soggettivismo.
Secondo il panteismo, tutto è uno e tutto è buono; una cosa non si distingue essenzialmente da un’altra. Tutte le creature formano una sola grande persona cosmica e collettiva. 

Il soggettivismo afferma che ogni persona umana è assolutamente autonoma e non ha veramente bisogno di essere unita ad altre.
La Chiesa Cattolica condanna entrambi questi errori. Afferma che ogni persona è autonoma e distinta in quanto individuo, ma che l’apertura agli altri è costitutiva e necessaria. La teologia e la filosofia spiegano come per approfondire la nozione di persona ultimamente è necessario considerare la sua relazione con Dio.
Quando la relazione di Gesù Cristo con Nostra Signora nell’Incarnazione sarà meglio compresa, si comprenderà qualcosa di più anche le pagine più misteriose dell’“Apocalisse”. È del tutto lecito pregare e sperare che un giorno sorga una nuova alba in cui gli orizzonti della teologia possano espandersi e I legami fra molti misteri, per quanto umanamente possibili, possano chiarirsi.San Luigi Maria afferma che il mistero dell’Incarnazione contiene tutti gli altri. Sappiamo che ogni giorno di festa della Chiesa porta con sé una grazia speciale. Nella giornata di oggi la prima misteriosa unione di Nostro Signore con Nostra Signore viene a noi, per così dire, con un profumo speciale.
Dobbiamo affidarci con speciale forza alla Madonna in questo giorno di festa, e chiederLe la grazia di diventare i suoi umili soggetti e “schiavi”, come fece lo stesso Bambino Gesù quando viveva nel suo seno (tratto dal sito Santi e Beati - di Plinio Corrêa de Oliveira)


domenica 11 febbraio 2018

Beata Vergine Maria di Lourdes


Festa di Nostra Signora di Lourdes

Memoria dell'Apparizione del apparizioni 1858

Questa memoria si collega alla vita e all'esperienza mistica di Maria Bernarda Soubirous (santa Bernadetta), conversa delle suore di Nevers, favorita dalle apparizioni della Vergine Maria (11 febbraio – 16 luglio 1858) alla grotta di Massabielle. Da allora Lourdes è diventata meta di intenso pellegrinaggio. Il messaggio di Lourdes consiste nel richiamo alla conversione, alla preghiera, alla carità. (Mess. Rom.)

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lunedì 25 settembre 2017

Barletta (BT) - Maria SS. dello Sterpeto


Dove ora sorge il maestoso e moderno Santuario diocesano di Maria SS. dello Sterpeto, a circa tre chilometri sulla via che da Barletta porta a Trani, esisteva, sin dal Medioevo, un’antica chiesetta, che, per tradizione, si ritiene facesse parte di un modesto cenobio di monaci Basiliani.
Il più antico documento attestante la presenza in zona “Sterpeto” di una chiesa dedicata alla Madre di Dio è del 1215. In esso il Papa Innocenzo III confermava all'Arcivescovo di Trani la giurisdizione sul villaggio dello Sterpeto.
Un secondo documento risale al 1249: si tratta di una lapide in marmo, attualmente affissa sulla parete sinistra dell’abside del vecchio Santuario. È la testimonianza della presenza allo Sterpeto di una comunità di Benedettini di Monte Sacro sul Gargano. 
A questi subentrarono i Cistercensi verso il 1258. Ma in seguito alla loro partenza nel 1374 la chiesa andò lentamente in rovina. Sopravvisse solo una cappella rurale: lo Sterpeto si ridusse ad un’azienda agricola, mentre il borgo veniva raso al suolo dal condottiero Renzo da Ceri, a servizio del Re di Francia, nel 1528.
Nella seconda metà del ‘500 la situazione cominciò a migliorare con la venuta dei Frati Minori Francescani e, dopo questi, dei Benedettini di Montecassino.
Dal 1670 la chiesa di S. Maria dello Sterpeto venne affidata al clero secolare dalla Congregazione dei SS. Apostoli di Roma.
Una volta proclamata la Madonna dello Sterpeto Patrona e speciale Protettrice di Barletta nel 1732, come riconoscimento di aver risparmiata la città dal terribile terremoto di quell’anno, la vecchia chiesa, ridotta ormai a una fatiscente cappella, venne demolita per far posto ad un nuovo edificio, che corrisponde al vecchio Santuario, attualmente in via di accurato restauro.

Nuovo Santuario della Madonna dello Sterpeto 

Nella seconda metà del ‘700, per interessamento di una Deputazione di cittadini barlettani, furono realizzati parecchi lavori, che conferirono al sacro edificio l’aspetto di un vero santuario: due altari laterali dedicati a S. Ruggero e alla S. Croce, compatroni della città; la spalliera in marmo policromo, nella quale dal 1777 troneggia la sacra Icona della Vergine; la cupola elevata in asse con l’altare maggiore; l’arco di trionfo come ingresso al violone che, dalla statale 16, conduce al Santuario: sotto la riproduzione in pittura della immagine della Madonna si legge una vibrante dedica che ha tutto il sapore di un affidamento.
Nel fervore dei festeggiamenti per il secondo centenario (1732-1932) della proclamazione della Madonna dello Sterpeto a Protettrice della città, fu progettato e costruito un monastero accanto al Santuario, per accogliere il ritorno dei Padri Cistercensi. I Padri vennero, ma la loro presenza durò appena quindici anni.
Nel 1951 i Padri Giuseppini di Asti accettarono la direzione del Santuario, avviando nuove realizzazioni strutturali e iniziative pastorali.
Intanto si avvertiva la necessità di un tempio che contenesse il numero sempre crescente dei pellegrini. Nel 1968 si dava inizio alla costruzione del “nuovo Santuario”, che veniva consacrato solennemente il 5 settembre 1977 dall'arcivescovo della Diocesi, Mons. Giuseppe Carata.
L’edificio, pur con la sua capacità di oltre tremila fedeli, non perde una particolare carica di misticismo: l’attenzione è concentrata verso la stele-trono in cui è esposta l’Immagine della Vergine.

Già eretto a parrocchia nel marzo 1969, nel corso degli anni successivi si è arricchito di artistici elementi decorativi. All'esterno: una torre campanaria, alta e svettante, dotata di ben nove campane e di una croce che di notte si illumina, come stella polare indicante la rotta della fede verso cui tendere; un monumento a S. Giuseppe Marello, Fondatore dei Giuseppini e a S. Pio da Pietrelcina; campi sportivi per l’oratorio parrocchiale e sistemazione di un giardino per una sosta riposante dei pellegrini. All'interno: due mosaici sulla parete di fondo, raffiguranti misteri della vita di Maria, e uno nella cappella del Santissimo; stupende vetrate istoriate che rendono l’interno del tempio come un catechismo aperto. Nei locali sotterranei è stato allestito un museo della devozione popolare verso la Vergine, unito alla sala degli ex voto.
Oggi il Santuario dello Sterpeto, con le sue numerose iniziative pastorali, grazie al generoso lavoro dei Padri Giuseppini, è senza dubbio un grande centro di spiritualità e di preghiera, meta di migliaia di fedeli che vi accorrono per la celebrazione dei sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia, per giornate di ritiro e incontri, per ascoltare una parola amica nelle difficoltà della vita, soprattutto per deporre nel cuore della “Mamma bella” i segreti e le lacrime dell’anima e chiedere fiduciosamente grazie e protezione.

Link sito ufficiale del Santuario


Canto tradizionale barlettano
in onore della Patrona della Città


1 - Lassam a vie vecchie
pgghiam a via nov,
sciam a trué a Maria
andò s trov.


Ritornello: Evviva Maria
Maria, sempre evviva
evviva Maria e chi la creò.

2 - Ielz l'occh o ciel
vat na stell:
Maria dello Sterpeto
quenn si bell! Rit.

3 - Maria dello Sterpeto
quenn si bell
e tu du munn sì
nà Virginell. Rit.

4 - Maria dà feccia broun
sì chiù chiara della loun,
chiù chiara di li stell:
Oh, Maria, quenn sì bell! Rit.

5 - Maria dello Sterpeto, cu Figgh tou Gesù,
a tutt i cristian
quent grezi cha fai tou! Rit.

6 - Lassat i cas vost,
i cas abbandunat,
sciat a truè a Maria dello Sterpeto. Rit.

7 - Ind a chiss Luch sent
Maria ié appers
e chiù glorios a noi
cha nen potess iess. Rit.

8 - Sop nu bell iervr
stè nu bell ram
e cudd ié Maria
cha chiam tutt li cristian. Rit.

9 - E quanta ggend stav
e quenn n'avenz:
parav cha ng foss na concorrenz. Rit.

10 - Maria dello Sterpeto
tu sì la Protettreic,
cu l'uggh d chessa lemb ng a bndeic. Rit.

11 - Vneit tutt quent
ceic, mout e struppiat
cha v guarisc Maria delo Sterpeto. Rit.

12 - Marei, Memma mai,
t'apprsent l'elma mai,
t l'apprsent a tai
o Maria, preigh p mai. Rit.

13 - Maria dello Sterpeto
t veng a ringrazié
cha ng a dat la salout d vnirt a vsté. Rit.

14 - Stett bon, Madonna mai,
cré matein ng vdeim,
c nen ngì vdeim cha
ngì vdeim all'Eternità. Rit.