sabato 28 novembre 2015

Apparizione dell'Immacolata a Santa Caterina Labouré

  
Apparizione dell'Immacolata
della Medaglia Miracolosa a S. Caterina Labouré


Caterina Labouré, una brava ragazza di campagna della Borgogna, nasce il 2 maggio 1806 in una famiglia numerosa di ben 17 figli, 7 dei quali morti in tenerissima età. Rimasta orfana della mamma a soli nove anni, deve ben presto assumere il peso della conduzione della casa, con nel cuore il vivo desiderio di seguire la vocazione religiosa che sente già il giorno della Prima Comunione.
All’età di 18 anni, Caterina ha un sogno che la orienta nella scelta della sua vita. Le pare, nel sogno, di trovarsi nella chiesa del villaggio, nella cappella dedicata alle anime del Purgatorio, quando entra un sacerdote anziano e venerando che indossa i paramenti sacri per la celebrazione della Messa. Caterina vi assiste, profondamente impressionata da quel sacerdote che non conosce. Al termine il celebrante le fa cenno di avvicinarsi, ma Caterina impaurita se ne allontana, indietreggiando con lo sguardo fisso sul sacerdote. Uscita di chiesa, entra in una casa del villaggio per far visita ad un ammalato, ma si trova davanti quel sacerdote che le dice:

«Figlia mia, è cosa lodevole assistere gli ammalati; tu ora mi sfuggi, ma un giorno sarai felice di venirmi dietro. Dio ha dei disegni su di te: non dimenticarlo!»
Caterina non ha idea chi possa essere quel sacerdote, ma qualche anno dopo, nel parlatorio delle Figlie della Carità di Châtillon-sur-Seine, posa gli occhi su un quadro di San Vincenzo de’ Paoli, e non può trattenere un grido di gioia:
«Quello è il sacerdote che ho visto in sogno!».
Con il cuore pieno di riconoscenza ringrazia Dio per averla chiamata a seguire il Padre dei poveri. Deve però superare non poche difficoltà prima di realizzare la sua vocazione, ma finalmente a 23 anni, il 21 aprile del 1830, giunge a Parigi in Rue du Bac per dare inizio al suo noviziato.
Proprio in quei giorni, l’urna d’argento con le reliquie di San Vincenzo de’ Paoli, rimasta nascosta dal 1792, durante i giorni tristi della rivoluzione, viene traslata nella nuova Chiesa di San Lazzaro, Casa Madre dei Missionari. Nella solenne processione, con le Autorità religiose e civili, sfilano accanto ai Missionari ben 1.000 Figlie della Carità, e 112 Novizie, tra le quali Caterina Labouré.

Durante l’ottavario dei festeggiamenti, dopo le funzioni, Caterina in preghiera davanti alle Reliquie di San Vincenzo ha una visione. Per tre giorni di seguito, vede il cuore di San Vincenzo prima «con colore bianco carnicino, simbolo di pace, di tranquillità, di innocenza e di unione. Poi lo vidi di colore rosso fuoco, come se dovesse accendere la carità nei cuori... Poi lo vidi rosso cupo, cosa che infuse una grande tristezza nel mio cuore». Una voce interiore le dice:
 «Il cuore di San Vincenzo è profondamente addolorato per le grandi sventure che stanno per piombare sulla Francia!». 
Verso la fine dell’ottava però Caterina vede nuovamente il cuore di San Vincenzo di colore rosso vivo, e la voce interiore le dice: 
«Il cuore di San Vincenzo si è alquanto consolato, perché ha ottenuto da Dio, per intercessione della Vergine Santa, che le sue due Famiglie non periscano in mezzo a queste turbolenze; anzi Egli se ne servirà per ravvivare la fede!».
Questi ed altri favori celesti e visioni non distolgono Caterina dai suoi doveri ordinari di Novizia, impegnata nel crescere in umiltà, in carità e nello spirito di sacrificio per poter servire meglio i poveri.
Il 18 luglio, vigilia della festa di San Vincenzo de’ Paoli, la direttrice suor Marta tiene una conferenza alle novizie sulla devozione alla Vergine Immacolata. Suor Caterina segue con interesse e prova un grande desiderio di vedere la Madonna. 
«Alle 11,30 della notte – ci racconta ella stessa – mi sono sentita chiamare con il mio nome... Scosto la tendina e vedo un fanciullo vestito di bianco, di quattro o cinque anni di età, (l’Angelo custode) che mi dice: “alzati in fretta e vieni in cappella che la Madonna ti aspetta!... Mi affrettai a vestirmi e mi incamminai a fianco del fanciullo... Ovunque passava, una luce si diffondeva dalla sua persona... Ancora più sorpresa fui quando la porta della cappella si aprì appena il fanciullo l’ebbe toccata con la punta di un ditino...
La mia meraviglia fu al colmo quando entrai e vidi tutte le candele accese, come alla Messa di mezzanotte. Ma la Madonna non c’era”». Dopo una breve attesa, la Madonna appare presso il quadro di San Giuseppe, e viene a sedersi su di un seggiolone, sui gradini dell’altare dal lato del Vangelo. Caterina con un salto si inginocchia sui gradini dell’altare presso di Lei, ed appoggia le mani sulle ginocchia della SS. Vergine.
Figlia mia – le dice la Madonna – il buon Dio vuole affidarti una missione per cui dovrai soffrire molto... Sarai contraddetta, ma non temere: avrai la grazia necessaria... Tu riferisci ciò che vedrai con confidenza e semplicità... I tempi sono tristi; sciagure stanno per piombare sulla Francia e il mondo intero sarà sconvolto da turbolenze. Venite ai piedi di questo altare: qui le grazie saranno sparse sulle persone che le chiederanno con fiducia...».
Alle due del mattino – tanto è durata la visione – Caterina ritorna nel suo letto, ma non riesce più a prendere sonno. Nessuno si è accorto di nulla. Ella ne parla al confessore che, prudentemente incredulo, attende lo sviluppo della vicenda. Caterina non perde la sua tranquillità e continua con serenità gli impegni di ogni giorno.
Quattro mesi dopo, il 27 novembre 1830, la Madonna ritorna. Caterina è nella cappella grande poco dopo le 17,30 per la meditazione pomeridiana, con le novizie. Senza che nessuno se ne accorga, sente il solito fruscio di vesti, alza gli occhi e vede sull'altare la SS. Vergine. Ha una veste di color bianco aurora, un manto azzurro, un velo bianco sul capo; è ritta su di una mezza sfera, avvolta dalle spire di un serpente verdastro; all'altezza del cuore tiene tra le mani un globo dorato che offre a Dio con atteggiamento materno.
«Gli occhi – precisa Caterina – erano rivolti verso il cielo e la sua figura era così bella che non potrei descriverla. Poi d’un tratto, le sue dita si riempirono di anelli, con pietre preziose, che emettevano raggi, uno più bello dell’altro... Questi raggi luccicavano da ogni parte e riempivano di splendore la parte inferiore, di modo che io non vedevo più i suoi piedi... Mentre io la contemplavo, la SS. Vergine abbassò i suoi occhi e mi guardò. Una voce allora mi disse: – Questo globo rappresenta il mondo intero e ogni anima in particolare... I raggi sono il simbolo delle grazie che io concedo a quanti me le domandano... –
Poi si formò attorno alla figura di Maria un quadro ovale nel quale si stagliarono queste parole con lettere d’oro: 
“O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te!”. Subito si fece sentire una voce che mi disse: – fai coniare una medaglia su questo modello; le persone che la porteranno al collo, riceveranno grandi grazie. Le grazie saranno più abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia –».

Quindi il quadro si volta e Caterina vede, nella parte posteriore, la lettera M sormontata da una piccola croce, e sotto i Sacri Cuori di Gesù e Maria. Caterina non parla delle dodici stelle che attorniano gli altri simboli: esse fanno riferimento al libro dell’Apocalisse. Caterina però approva la Medaglia coniata così e diffusa in modo meraviglioso. Nel 1832 sono pronti i primi 1.500 esemplari, negli anni 1834-’35 se ne diffondono 2.400.000, e nei primi dieci anni 1832-’42 ben 100 milioni. Ben presto la Medaglia varca i confini della Francia e si diffonde in tutto il mondo con il nome di Medaglia Miracolosa.

Il 20 gennaio del 1842, l’Immacolata della Medaglia Miracolosa appare nella chiesa di Sant’Andrea delle Fratte in Roma ad Alfonso Ratisbonne, giovane banchiere ebreo e lo converte. Egli ha accettato da un amico francese, quasi per scherzo, una Medaglia Miracolosa; la Madonna gli appare proprio come raffigurata su quella medaglia: «Non mi ha detto nulla, ma ho capito tutto! ».2

L’11 febbraio del 1858, la Madonna appare a Bernardetta Soubirous nella grotta di Massabielle a Lourdes, presentandosi con le parole «Io sono l’Immacolata Concezione!». Caterina Labouré, apprendendo con gioia la notizia, si limita a commentare «È la stessa nostra Immacolata!».

Nel disegno di Dio, le apparizioni della Medaglia Miracolosa hanno lo scopo di preparare i fedeli alla definizione del dogma dell’Immacolata Concezione di Maria, e quelle di Lourdes confermano quanto definito dal Papa, il Beato Pio IX l’8 dicembre 1854.

Don Mario Morra

(Notizie tratte da Luigi Chierotti, S.ta Caterina Labouré e la Medaglia Miracolosa, Cooperazione Vincenziana, Genova 1994. René Laurentin, Vita di Caterina Labouré, CLV Edizioni Vincenziane, Roma 1982)

venerdì 27 novembre 2015

Madonna della Medaglia Miracolosa


O Vergine Immacolata, noi sappiamo che sempre ed ovunque sei disposta ad esaudire le preghiere dei tuoi figli esuli in questa valle di pianto, ma sappiamo pure che vi sono giorni ed ore in cui ti compiaci di spargere più abbondantemente i tesori delle tue grazie. Ebbene, o Maria, eccoci qui prostrati davanti a te, proprio in quello stesso giorno ed ora benedetta, da te prescelta per la manifestazione della tua Medaglia.
Noi veniamo a te, ripieni di immensa gratitudine ed illimitata fiducia, in quest'ora a te sì cara, per ringraziarti del gran dono che ci hai fatto dandoci la tua immagine, affinché fosse per noi attestato d'affetto e pegno di protezione. Noi dunque ti promettiamo che, secondo il tuo desiderio, la santa Medaglia sarà il segno della tua presenza presso di noi, sarà il nostro libro su cui impareremo a conoscere, seguendo il tuo consiglio, quanto ci hai amato e ciò che noi dobbiamo fare, perché non siano inutili tanti sacrifici tuoi e del tuo divin Figlio. Sì, il tuo Cuore trafitto, rappresentato sulla Medaglia, poggerà sempre sul nostro e lo farà palpitare all'unisono col tuo. Lo accenderà d'amore per Gesù e lo fortificherà per portar ogni giorno la propria croce dietro a Lui. Questa è l'ora tua, o Maria, l'ora della tua bontà inesauribile, della tua misericordia trionfante, l'ora in cui facesti sgorgare per mezzo della tua Medaglia, quel torrente di grazie e di prodigi che inondò la terra. Fai, o Madre, che quest'ora, che ti ricorda la dolce commozione del tuo Cuore, la quale ti spinse a venirci a visitare e a portarci il rimedio di tanti mali, fai che quest'ora sia anche l'ora nostra: l'ora della nostra sincera conversione, e l'ora del pieno esaudimento dei nostri voti.

Tu che hai promesso, proprio in quest'ora fortunata, che grandi sarebbero state le grazie per chi le avesse domandate con fiducia: volgi benigna i tuoi sguardi alle nostre suppliche. Noi confessiamo di non meritare le tue grazie, ma a chi ricorreremo, o Maria, se non a te, che sei la Madre nostra, nelle cui mani Dio ha posto tutte le sue grazie? Abbi dunque pietà di noi.
Te lo domandiamo per la tua Immacolata Concezione e per l'amore che ti spinse a darci la tua preziosa Medaglia. O Consolatrice degli afflitti, che già ti inteneristi sulle nostre miserie, guarda ai mali da cui siamo oppressi. Fai che la tua Medaglia sparga su di noi e su tutti i nostri cari i tuoi raggi benefici: guarisca i nostri ammalati, dia la pace alle nostre famiglie, ci scampi da ogni pericolo. Porti la tua Medaglia conforto a chi soffre, consolazione a chi piange, luce e forza a tutti.
Ma specialmente permetti, o Maria, che in quest'ora solenne ti domandiamo la conversione dei peccatori, particolarmente di quelli, che sono a noi più cari. Ricordati che anch'essi sono tuoi figli, che per essi hai sofferto, pregato e pianto. Salvali, o Rifugio dei peccatori, affinché dopo di averti tutti amata, invocata e servita sulla terra, possiamo venirti a ringraziare e lodare eternamente in Cielo. Cosi sia. Salve Regina






Un pò di storia
Madonna della Medaglia Miracolosa 
27 novembre - Festa

Le apparizioni di Maria del 1830 a Parigi, 
Rue du Bac, 140
collegati al sito ufficiale
 Da Giugno a Dicembre del 1830 Suor Caterina, giovane novizia delle Figlie della Carità, riceve l’immensa grazia di intrattenersi per ben tre volte con la Maria Vergine. Durante i mesi precedenti, Caterina ha beneficiato di altre apparizioni.
San Vincenzo de Paoli le ha manifestato il suo cuore.
In preghiera nella cappella, Caterina vide, per tre giorni di seguito, il cuore di San Vincenzo di tre colori diversi. Le appare dapprima bianco, colore della pace ; poi rosso, colore del fuoco ; infine nero, simbolo delle disgrazie che sarebbero cadute sulla Francia e su Parigi in particolare.

domenica 1 novembre 2015

Madonnina del Ferruzzi


Il volto di una giovane donna che guarda verso l’alto, il corpo avvolto da una mantella blu con in grembo il Bambino che dorme. Una tela eseguita dal pittore dalmata Roberto Ferruzzi che la eseguì a Luvigliano, sui Colli Euganei, e grazie alla quale vinse la seconda Biennale di Venezia nel 1897; il dipinto raffigurava i lineamenti dolcissimi di un’adolescente, Angelina Cian, la quale teneva in braccio suo fratello di pochi mesi.
Subito divenuto famoso, il dipinto venne venduto, sparendo misteriosamente nel corso della seconda guerra mondiale, forse andando perso o distrutto nel corso del conflitto.


Roberto Ferruzzi nacque a Sebenico, in Dalmazia, nel 1853 da genitori italiani. Condotto a 4 anni a Venezia, allora capitale della Cultura, per intraprendervi gli studi, alla morte improvvisa del padre, un noto avvocato, ritornò di nuovo in Dalmazia. Qui visse fino all'età di 14 anni, dedicandosi agli studi classici e apprendendo i primi rudimenti della pittura (autodidatta). Destinato, secondo la tradizione di famiglia, alla professione forense, ritornò di nuovo a Venezia per completare gli studi e frequentare la Facoltà di Giurisprudenza a Padova. Nel 1879, dopo un ulteriore soggiorno in Dalmazia, maturò definitivamente la vocazione per l'arte e si stabilì a Luvigliano. La sua casa divenne meta di famosi artisti dell'epoca, come il musicista e amico Cesare Pollini. Alternando musica e pittura diede alla luce le sue opere migliori tra cui “Madonnina". Dopo la prematura scomparsa della amatissima moglie Ester Sorgato, condusse una vita piuttosto riservata. Morì il 16 febbraio 1934 ed è sepolto con la moglie e la figlia Mariska nel piccolo cimitero di Luvigliano.


“Madonnina” è il dipinto di fama mondiale a cui è legato il nome di Roberto Ferruzzi. 

Con esso l'autore vinse nel 1897 la seconda Biennale di Venezia, alla quale aveva partecipato con l'intento di rappresentare la Maternità. Grazie alla straordinaria dolcezza espressiva, il dipinto ebbe un enorme successo popolare tanto che il nome originale di “Maternità”, viene cambiato, a furor di popolo, in “Madonnina”. Fu subito acquistato per trentamila lire, una cifra astronomica per quei tempi. Più volte rivenduto, viene acquistato dai Fratelli Alinari, proprietari della nota casa Fotografica. Prima di rivenderlo, si riservano il diritto di riproduzione di ogni tipo. La fama dell'opera supera quella dell'autore. L'immagine della giovinetta undicenne col fratellino diventa il volto della Madonna con Bambino, riprodotta e diffusa in tutto il mondo, sotto diversi nomi: 
  • “Madonnina”
  • Madonna del Riposo
  • Madonna delle Vie, 
  • Madonna della Tenerezza
  • Madonnella
  • Zingarella. 
Dell'originale si perdono le tracce: quasi un giallo la sua fine. Acquistato da una americano, sembra sia perito con l'affondamento della nave che lo trasportava in America. Alcuni sostengono a causa di una tempesta, altri per siluramento dei tedeschi.