domenica 31 maggio 2020

La Pentecoste e l'effusione dello Spirito Santo



«CREDO NELLO SPIRITO SANTO»

687 « I segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio » (1 Cor 2,11). Ora, il suo Spirito, che lo rivela, ci fa conoscere Cristo, suo Verbo, sua Parola vivente, ma non manifesta se stesso. Colui che « ha parlato per mezzo dei profeti »5 ci fa udire la parola del Padre. Lui, però, non lo sentiamo. Non lo conosciamo che nel movimento in cui ci rivela il Verbo e ci dispone ad accoglierlo nella fede. Lo Spirito di verità che ci svela Cristo non parla da sé.6 Un tale annientamento, propriamente divino, spiega il motivo per cui « il mondo non può ricevere » lo Spirito, « perché non lo vede e non lo conosce » (Gv 14,17), mentre coloro che credono in Cristo lo conoscono perché dimora presso di loro.


688 La Chiesa, comunione vivente nella fede degli Apostoli che essa trasmette, è il luogo della nostra conoscenza dello Spirito Santo:

— nelle Scritture, che egli ha ispirato;
— nella Tradizione, di cui i Padri della Chiesa sono i testimoni sempre attuali;
— nel Magistero della Chiesa, che egli assiste;
— nella liturgia sacramentale, attraverso le sue parole e i suoi simboli, in cui lo Spirito Santo ci mette in comunione con Cristo;
— nella preghiera, nella quale intercede per noi;
— nei carismi e nei ministeri per mezzo dei quali si edifica la Chiesa;
— nei segni di vita apostolica e missionaria;
— nella testimonianza dei santi, in cui egli manifesta la sua santità e continua l'opera della salvezza.

I. La missione congiunta del Figlio e dello Spirito

689 Colui che il Padre ha mandato nei nostri cuori, lo Spirito del suo Figlio,7 è realmente Dio. Consostanziale al Padre e al Figlio, ne è inseparabile, tanto nella vita intima della Trinità quanto nel suo dono d'amore per il mondo. Ma adorando la Santissima Trinità, vivificante, consostanziale e indivisibile, la fede della Chiesa professa anche la distinzione delle Persone. Quando il Padre invia il suo Verbo, invia sempre il suo Soffio: missione congiunta in cui il Figlio e lo Spirito Santo sono distinti ma inseparabili. Certo, è Cristo che appare, egli, l'immagine visibile del Dio invisibile, ma è lo Spirito Santo che lo rivela.


690 Gesù è Cristo, « unto », perché lo Spirito ne è l'unzione, e tutto ciò che avviene a partire dall'incarnazione sgorga da questa pienezza.8 Infine, quando Cristo è glorificato,9 può, a sua volta, dal Padre, inviare lo Spirito a coloro che credono in lui: comunica loro la sua gloria,10 cioè lo Spirito Santo che lo glorifica.11 La missione congiunta si dispiegherà da allora in poi nei figli adottati dal Padre nel corpo del suo Figlio: la missione dello Spirito di adozione sarà di unirli a Cristo e di farli vivere in lui:
« La nozione di unzione suggerisce [...] che non c'è alcuna distanza tra il Figlio e lo Spirito. Infatti, come tra la superficie del corpo e l'unzione dell'olio né la ragione né la sensazione conoscono intermediari, così è immediato il contatto del Figlio con lo Spirito; di conseguenza colui che sta per entrare in contatto con il Figlio mediante la fede, deve necessariamente dapprima entrare in contatto con l'olio. Nessuna parte infatti è priva dello Spirito Santo. Ecco perché la confessione della signoria del Figlio avviene nello Spirito Santo per coloro che la ricevono, dato che lo Spirito Santo viene da ogni parte incontro a coloro che si approssimano per la fede ».12

II. Il nome, gli appellativi e i simboli dello Spirito Santo

Il nome proprio dello Spirito Santo

691 « Spirito Santo », tale è il nome proprio di colui che noi adoriamo e glorifichiamo con il Padre e il Figlio. La Chiesa lo ha ricevuto dal Signore e lo professa nel Battesimo dei suoi nuovi figli.13

Il termine « Spirito » traduce il termine ebraico Ruah, che nel suo senso primario significa soffio, aria, vento. Gesù utilizza proprio l'immagine sensibile del vento per suggerire a Nicodemo la novità trascendente di colui che è il Soffio di Dio, lo Spirito divino in persona.14 D'altra parte, Spirito e Santo sono attributi divini comuni alle tre Persone divine. Ma, congiungendo i due termini, la Scrittura, la liturgia e il linguaggio teologico designano la Persona ineffabile dello Spirito Santo, senza possibilità di equivoci con gli altri usi dei termini « spirito » e « santo ».

Gli appellativi dello Spirito Santo

692 Gesù, quando annunzia e promette la venuta dello Spirito Santo, lo chiama A"DVi80J@H, letteralmente: « Colui che è chiamato vicino », « advocatus » (Gv 14,16.26; 15,26; 16,7). A"DVi80J@H viene abitualmente tradotto « Consolatore », essendo Gesù il primo consolatore.15 Il Signore stesso chiama lo Spirito Santo « Spirito di verità » (Gv 16,13).

693 Oltre al suo nome proprio, che è il più usato negli Atti degli Apostoli e nelle Lettere, in san Paolo troviamo gli appellativi: « Spirito [...] promesso » (Ef 1,13; Gal 3,14), « Spirito da figli adottivi » (Rm 8,15; Gal 4,6), « Spirito di Cristo » (Rm 8,9), « Spirito del Signore » (2 Cor 3,17), « Spirito di Dio » (Rm 8,9.14; 15,19; 1 Cor 6,11; 7,40) e, in san Pietro, « Spirito della gloria » (1 Pt 4,14).

I simboli dello Spirito Santo

694 L'acqua. Il simbolismo dell'acqua significa l'azione dello Spirito Santo nel Battesimo, poiché dopo l'invocazione dello Spirito Santo essa diviene il segno sacramentale efficace della nuova nascita: come la gestazione della nostra prima nascita si è operata nell'acqua, allo stesso modo l'acqua battesimale significa realmente che la nostra nascita alla vita divina ci è donata nello Spirito Santo. Ma, « battezzati in un solo Spirito », noi « ci siamo » anche « abbeverati a un solo Spirito » (1 Cor 12,13): lo Spirito, dunque, è anche personalmente l'Acqua viva che scaturisce da Cristo crocifisso come dalla sua sorgente16 e che in noi zampilla per la vita eterna.17

695 L'unzione. Il simbolismo dell'unzione con l'olio è talmente significativo dello Spirito Santo da divenirne il sinonimo.18 Nell'iniziazione cristiana essa è il segno sacramentale della Confermazione, chiamata giustamente nelle Chiese d'Oriente « Crismazione ». Ma per coglierne tutta la forza, bisogna tornare alla prima unzione compiuta dallo Spirito Santo: quella di Gesù. Cristo (« Messia » in ebraico) significa « unto » dallo Spirito di Dio. Nell'Antica Alleanza ci sono stati alcuni « unti » del Signore,19 primo fra tutti il re Davide.20 Ma Gesù è l'unto di Dio in una maniera unica: l'umanità che il Figlio assume è totalmente « unta di Spirito Santo ». Gesù è costituito « Cristo » dallo Spirito Santo.21 La Vergine Maria concepisce Cristo per opera dello Spirito Santo, il quale, attraverso l'angelo, lo annunzia come Cristo fin dalla nascita22 e spinge Simeone ad andare al Tempio per vedere il Cristo del Signore;23 è lui che ricolma Cristo,24 è sua la forza che esce da Cristo negli atti di guarigione e di risanamento.


25 È lui, infine, che risuscita Cristo dai morti.26 Allora, costituito pienamente « Cristo » nella sua umanità vittoriosa della morte,27 Gesù effonde a profusione lo Spirito Santo, finché « i santi » costituiranno, nella loro unione all'umanità del Figlio di Dio, l'« uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo » (Ef 4,13): « il Cristo totale », secondo l'espressione di sant'Agostino.28

696 Il fuoco. Mentre l'acqua significava la nascita e la fecondità della vita donata nello Spirito Santo, il fuoco simbolizza l'energia trasformante degli atti dello Spirito Santo. Il profeta Elia, che « sorse simile al fuoco » e la cui « parola bruciava come fiaccola » (Sir 48,1), con la sua preghiera attira il fuoco del cielo sul sacrificio del monte Carmelo,29 figura del fuoco dello Spirito Santo che trasforma ciò che tocca. Giovanni Battista, che cammina innanzi al Signore è « con lo spirito e la forza di Elia » (Lc 1,17), annunzia Cristo come colui che « battezzerà in Spirito Santo e fuoco » (Lc 3,16), quello Spirito di cui Gesù dirà: « Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! » (Lc 12,49). È sotto la forma di « lingue come di fuoco » che lo Spirito Santo si posa sui discepoli il mattino di pentecoste e li riempie di sé.30 La tradizione spirituale riterrà il simbolismo del fuoco come uno dei più espressivi dell'azione dello Spirito Santo:31 « Non spegnete lo Spirito » (1 Ts 5,19).

697 La nube e la luce. Questi due simboli sono inseparabili nelle manifestazioni dello Spirito Santo. Fin dalle teofanie dell'Antico Testamento, la nube, ora oscura, ora luminosa, rivela il Dio vivente e salvatore, velando la trascendenza della sua gloria: con Mosè sul monte Sinai,32 presso la tenda del convegno33 e durante il cammino nel deserto;34 con Salomone al momento della dedicazione del Tempio.35 Ora, queste figure sono portate a compimento da Cristo nello Spirito Santo. È questi che scende sulla Vergine Maria e su di lei stende la « sua ombra », affinché ella concepisca e dia alla luce Gesù.36 Sulla montagna della trasfigurazione è lui che viene nella nube che avvolge Gesù, Mosè e Elia, Pietro, Giacomo e Giovanni, e « dalla nube » esce una voce che dice: « Questi è il mio Figlio, l'eletto; ascoltatelo » (Lc 9,35). Infine, è la stessa nube che sottrae Gesù allo sguardo dei discepoli il giorno dell'ascensione37 e che lo rivelerà Figlio dell'uomo nella sua gloria il giorno della sua venuta.38

698 Il sigillo è un simbolo vicino a quello dell'unzione. Infatti su Cristo «Dio ha messo il suo sigillo» (Gv 6,27), e in lui il Padre segna anche noi con il suo sigillo.39 Poiché indica l'effetto indelebile dell'unzione dello Spirito Santo nei sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell'Ordine, l'immagine del sigillo (FND"(\H), è stata utilizzata in certe tradizioni teologiche per esprimere il « carattere » indelebile impresso da questi tre sacramenti che non possono essere ripetuti.

699 La mano. Imponendo le mani Gesù guarisce i malati40 e benedice i bambini.41 Nel suo nome, gli Apostoli compiranno gli stessi gesti.42 Ancor di più, è mediante l'imposizione delle mani da parte degli Apostoli che viene donato lo Spirito Santo.43 La lettera agli Ebrei mette l'imposizione delle mani tra gli « articoli fondamentali » del suo insegnamento.44 La Chiesa ha conservato questo segno dell'effusione onnipotente dello Spirito Santo nelle epiclesi sacramentali.

700 Il dito. « Con il dito di Dio » Gesù scaccia « i demoni ».45 Se la Legge di Dio è stata scritta su tavole di pietra « dal dito di Dio » (Es 31,18), « la lettera di Cristo », affidata alle cure degli Apostoli, è « scritta con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei [...] cuori » (2 Cor 3,3). L'inno « Veni, Creator Spiritus » invoca lo Spirito Santo come « dexterae Dei tu digitus – dito della mano di Dio ».46

701 La colomba. Alla fine del diluvio (il cui simbolismo riguarda il Battesimo), la colomba fatta uscire da Noè torna, portando nel becco un freschissimo ramoscello d'ulivo, segno che la terra è di nuovo abitabile.47 Quando Cristo risale dall'acqua del suo battesimo, lo Spirito Santo, sotto forma di colomba, scende su di lui e in lui rimane.48 Lo Spirito scende e prende dimora nel cuore purificato dei battezzati. In alcune chiese, la santa Riserva eucaristica è conservata in una custodia metallica a forma di colomba (il columbarium) appesa al di sopra dell'altare. Il simbolo della colomba per indicare lo Spirito Santo è tradizionale nell'iconografia cristiana.

(Testo tratto dal Catechismo della Chiesa Cattolica)


domenica 24 maggio 2020

Polonia - Le apparizioni della Madonna di Gietrzwald


Gietrzwałd è un comune rurale polacco del distretto di Olsztyn, nel voivodato della Varmia-Masuria. Ricopre una superficie di 174,13 km² e nel 2004 contava 5.254 abitanti. Nel 1877 vi si sarebbero verificate delle apparizioni mariane, riconosciute nel 1977 dalla Chiesa cattolica da parte dell'allora cardinale Karol Józef Wojtyła.


Apparizione della Madonna di Gietrzwald

Il 27 giugno 1877 la Santa Vergine apparve per la prima volta, sopra una pianta accanto alla chiesa parrocchiale, a Justyna Szafryńska e Barbara Samulowska, rispettivamente di 13 e 12 anni. 

La Madonna, parlando in polacco – lingua allora severamente vietata, in quanto gli abitanti della zona erano oggetto di una massiccia opera di germanizzazione voluta dal Kulturkampf (Lotta per la civiltà), che oltre al polacco voleva sradicare la religione cattolica – si presentò come l’Immacolata Concezione, chiese che si recitasse il Santo Rosario e annunciò la fine della persecuzione religiosa cui gli occupanti prussiani assoggettavano i polacchi. 

L’8 Settembre la Madonna benedisse l’acqua di una fonte che si trovava presso l’acero delle apparizioni, assicurando che avrebbe operato guarigioni miracolose. Anche altre persone videro Maria di Nazareth, tra cui Elisabetta Wieczorek (23 anni) ed Elisabetta Bilitewska (45 anni). In totale ci furono 160 apparizioni. 

Le autorità del luogo cercarono invano di impedire i pellegrinaggi, che sempre più numerosi si stavano verificando, comminando pesanti multe ed incarcerando il parroco. Il Vescovo permise il culto ed istituì una commissione d’indagine che però non emise alcun giudizio. Nel 1970 venne eretta una chiesa. Le apparizioni sono state riconosciute canonicamente l’11 Settembre 1977 dall'allora Cardinale Karol Wojtyla. 

Entrambe le veggenti si fecero religiose e Barbara (deceduta nel 1950) andò missionaria in Guatemala.
 
Verso la fine del secolo XIX, ebbero luogo delle apparizioni della Madonna in un piccolo villaggio a nord della Polonia. Esse durarono dal 27 giugno al 16 settembre 1877. Le due veggenti furono Barbara Samulowska e Justyna Szafryńska, che entrarono in seguito nelle Figlie della Carità.
Il 2 febbraio 2005, l’arcivescovo Edmondo Michele Piszcz, nella Basilica della Beata Vergine di Gietrzwald, costituiva il tribunale diocesano per la beatificazione di Suor Barbara Samulowska, la quale davanti a quella basilica, poco più di un secolo prima, con la sua amica Giustina, ricevette le apparizioni della Madonna. 

Gietrzwald si trova in una zona della Polonia molto ricca di storia e di bellezze naturali, nella regione (voivodato) della Warmia-Masuria. Il nostro interesse tuttavia è soprattutto per la regione e la diocesi di Warmia. Al tempo delle apparizioni, la regione era sotto il dominio prussiano, particolarmente duro e severo perché polacchi e perché cattolici. Nel 1873, pochi anni prima delle apparizioni, la lingua polacca fu proibita in tutte le scuole di Warmia, e sotto la Kulturkampf, vennero soppresse tutte congregazioni religiose, eccetto quelle che si occupavano dei malati, come quelle delle Figlie della Carità. In questo difficile momento, i fedeli di Gietrzwald, si raccolsero strettamente attorno a un antico quadro della chiesa raffigurante la Madre di Dio con il Bambino Gesù. 

Fu proprio in tali circostanze che la Madonna si affacciò a Gietrzwald nel 1877. Il parroco del paese, Agostino Weichsel (1830-1909), di famiglia tedesca, fu convinto dell’autenticità delle apparizioni fin dall'inizio, fondato su buone ragioni… Anche le autorità ecclesiastiche non tardarono ad accettare la veridicità delle apparizioni. Le due veggenti nacquero ambedue a Woryty, a pochi chilometri da Gietrzwald, alla cui parrocchia si faceva riferimento per ogni avvenimento importante. Giustina nacque nel 1864, Barbara nel 1865. 

Fu proprio dopo l’esame di catechismo per la prima comunione che Giustina vide la Madonna il 27 giugno 1877, sopra un albero antistante la chiesa parrocchiale, vicino ad una fontana. La ragazza vide sull'albero prima uno splendore straordinario, e poi la Madonna vestita di bianco. Dal 30 giugno anche Barbara vide la Madonna insieme con Giustina. Le apparizioni continuarono quotidianamente fino al 16 settembre 1877, per poco meno di tre mesi. La popolazione cattolica della regione fu profondamente commossa e percepì tali apparizioni come un dono della Madre di Dio al suo popolo, per la perseveranza nella fede così duramente perseguitata. Le ragazze fin dall'inizio non ebbero dubbi che si trattasse della Madonna, e presentavano richieste e domande a nome di tutti. Giustina domandò alla prima apparizione: “Che cosa desideri, Madre di Dio?”. La risposta fu: 

“Desidero che ogni giorno recitiate il Rosario”

Barbara Samulowska, una volta fatta partecipe dell’apparizione, domandò: “Chi sei?”; Ottenne una straordinaria risposta: “Sono la Santissima Vergine Maria, concepita Immacolata”.
Il primo agosto Barbara domandò: “Le parrocchie che ne sono prive otterranno presto dei sacerdoti?”, e ottenne questa risposta: “Se le persone pregheranno con fervore, allora la Chiesa non sarà perseguitata, anzi le parrocchie che ne sono prive riceveranno sacerdoti”. L’11 agosto la Barbara domandò: “La Chiesa in Polonia riacquisterà la libertà?”; Maria semplicemente rispose: “Sì”.
I fedeli affidavano alle ragazze molte richieste per la Vergine. La risposta era quasi sempre: “Recitate il rosario”. Barbara Samulowska, il primo settembre, domandò alla Vergine che cosa desiderava dal parroco di Gietrzwald. Sentì la seguente risposta: “Cerchi sempre di invocarmi, sono sempre stata per lui una protezione e lo sarò fino alla fine”. Particolarmente toccanti furono le parole dette alle ragazze l’8 settembre, giorno della Natività di Maria: “Non rattristatevi, perché Io sarò sempre con voi”. Il 16 settembre con enorme presenza di fedeli, la Vergine si manifestò per l’ultima volta, benedisse la fonte che si trovava nel prato, e affidò le ultime parole: “Recitate il Rosario”. 

La commissione istituita dal vescovo di Warmia, già il primo settembre affermava: “Siamo giunti alla conclusione che le apparizioni di Gietrzwald, devono avere un fondamento vero e reale”. Ne elenca quindi le ragioni. 

Le apparizioni ebbero subito un insolita risonanza in tutta la Polonia, in Europa e oltre. Il giorno 8 settembre 1877, festa patronale della parrocchia, si radunarono a Gietrzwald 50.000 pellegrini da tutta la Polonia. Negli anni seguenti il numero aumentò. Nel 1879 arrivarono a 70.000, provenienti anche dalla Lituania e dalla Russia. Cifre enormi per l’epoca e per il luogo, scomodo da raggiungere. Nel 1977, centenario delle apparizioni, si tenne a Gietrzwald e Olsztyn in contemporanea un Congresso Mariologico, in cui fu molto considerato il tema delle apparizioni. Al congresso parteciparono il Card. S. Wyszynski e il Card. Karol Wojtyla. La loro presenza e la loro parola contribuì a sottolineare maggiormente la realtà e il significato delle apparizioni stesse. Tanto più che Giovanni Paolo II lo ricordò, quando vi ritornò da Papa nel suo 4° viaggio in Polonia. Tenne infatti a Olsztyn, il 6 giugno 1991, una omelia post Missam piena di ricordi storici e religiosi sulla “santa” Warmia. Ricordò in particolare i luoghi di devozione alla Vergine, nominando in primo luogo Gietrzwald. L’11 settembre 1977 il vescovo di Warmia Giuseppe Drzazga ratificava il culto delle apparizioni della Madre di Dio a Gietrzwald con un decreto la cui conclusione suona: “Confermiamo il culto delle apparizioni della Madre di Dio a Gietrzwald come non contrario alla fede e alla morale cristiana, fondati su fatti degni di fede, che non permettono di escludere il loro carattere soprannaturale e divino”. 

Su disposizione del vescovo Filippo Krementz le ragazze furono subito interrogate dai delegati di una commissione vescovile. Per farle sfuggire alla curiosità della gente, che già si faceva intensa, e per evitare che le ragazze si mettessero d’accordo su che cosa dire, furono fatte accogliere ognuna da una famiglia diversa, in due paesi diversi. Il 24 agosto Barbara fu interrogata dalla commissione vescovile. La commissione rimase colpita da tutto il suo atteggiamento sincero, semplice, umile e schietto. Particolari risposte attrassero l’attenzione della commissione, perché indicavano una conoscenza superiore alla educazione delle ragazze. Le suore dovettero trasferire le ragazze a Chelmno per ordine delle autorità prussiane. Furono inviate poi a Pelplin, in un istituto femminile in cui esse potevano continuare la scuola elementare. Le due ragazze in seguito decisero di diventare Figlie della Carità e furono inviate a fare il seminario interno nella Casa Madre di Parigi, dove giunsero il 19 gennaio 1884. La direttrice del seminario lasciò una nota scritta su Barbara Samulowska molto elogiativa della sua vita spirituale e del comportamento. Suor Barbara (che prese il nome di suor Stanislava) viveva e pregava in quegli ambienti dove Santa Caterina Labouré aveva ricevuto le apparizioni della Medaglia Miracolosa. Dopo l’emissione dei primi voti, il 2 febbraio 1889, Suor Stanislava rimase undici anni a Parigi e infine fu mandata, anche su suo espresso desiderio, nella missione del Guatemala. 

In Guatemala, a causa di precedenti leggi contro la Chiesa e gli ordini religiosi, potevano operare soltanto le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli. Poco tempo dopo il suo arrivo in Guatemala, Suor Stanislava fu nominata direttrice del seminario, e si dedicò con tutto l’impegno alla formazione spirituale delle giovani seminariste. A causa però delle sue fragili condizioni di salute fu inviata ad Antigua, come superiora dell’ospedale della città. Qui diede prova della sua straordinaria dedizione per i poveri. Di lì a poco fu inviata all'ospedale di Quezaltenango. Il personale dell’ospedale di Antigua, per paura di perderla, pensando di fare una cosa buona, scrissero una relazione al nuovo ospedale, accusando la suora di malversazione nell'amministrazione. Arrivando alla sua nuova destinazione la suora fu accolta con molta diffidenza e sospetto per parecchio tempo. La sua pazienza e umiltà convinsero alla fine il personale della sua innocenza. In seguito fu destinata come superiora all'ospedale centrale di Città di Guatemala. Vi giunse poco prima del tremendo terremoto della notte di Natale del 1917, in cui la città rimase devastata. Nel 1919 suor Stanislava fu nominata anche Assistente, cioè vicevisitatrice, con l’incarico di formare le giovani suore. Nel 1923 fece un secondo viaggio a Parigi e da qui fu inviata a Chelmno per accompagnarvi una suora malata. Tornava in patria dopo quasi 40 anni. Ma la paura della reazione delle autorità prussiane, che non cessavano di cercare pretesti contro la popolazione cattolica, le impedì di rivisitare il suo paese e il luogo delle apparizioni. Ma forse la ricerca futura potrà accertare se, dietro questa verosimile giustificazione, non si nascondesse il desiderio di evitare la piccola gloria di essere riconosciuta e applaudita. Se fosse così, ricalcava i passi di Suor Labouré che mantenne il più stretto silenzio sul suo segreto. Tornata in Guatemala, continuò il suo lavoro di sempre.
Gli episodi sul segreto così strettamente tenuto sono numerosi. Una suora, per consolare una postulante che faceva fatica a separarsi dai genitori, le disse: “Coraggio, señorita, non pianga, sarà molto felice quando incontrerà la nostra assistente, che tutti ritengono una santa, perché quando era ragazza in Polonia ebbe il privilegio di vedere la Madonna”. La postulante racconta anche che incontrandosi poco dopo con suor Stanislava, colpita e attratta dalla sua semplicità, le domandò: “E’ vero che lei quando era ragazza ha visto la Santissima Vergine?”. La risposta fu altrettanto semplice: “Oh, ma come è curiosa, lei, signorina!”. 

Suor Stanislava, dopo una breve sosta in un orfanotrofio della città, tornò all'ospedale centrale di Guatemala. Ivi, dopo una vita di intensa e splendida testimonianza di santità e di carità, si spense nel Signore il 6 dicembre 1950, a 85 anni di età, 66 di vocazione e 54 di missione in Guatemala, spesi soprattutto fra i malati e i poveri. La base del catafalco fu coperta con i colori dell’Immacolata bianco-celeste (sito https://tescioneblogger.altervista.org/apparizione-della-madonna-di-gietrzwald/).



lunedì 11 maggio 2020

Giambattista Tiepolo - "Immacolata Concezione"


L'Immacolata Concezione è un dipinto dell'artista italiano Giovanni Battista Tiepolo (1696 - 1770). L'opera rappresenta la Vergine, circondata da angeli, mentre viene incoronata con una corona di stelle. 
È raffigurata mentre calpesta un serpente, rappresentando la sua vittoria sul diavolo. I gigli e le rose sono riferimenti all'hortus conclusus, e simboleggiano l'amore di Maria, assieme alla sua verginità e purezza.Il dipinto è uno delle sette pale d'altare commissionate nel marzo 1767 da Carlo III, re di Spagna, per la chiesa di San Pascual in Aranjuez, allora in costruzione. 
La struttura era in origine un monastero francescano assegnato successivamente alle suore concezioniste. Entrambi gli ordini promuovevano il culto dell'Immacolata Concezione. Il dipinto è ora conservato al museo del Prado, a Madrid (tratto da Wikipedia).


domenica 10 maggio 2020

Guido Reni - "Disputa sull'Immacolata Concezione"


E’ ben nota a tutti la tanto citata espressione di Dostoevskij: “La bellezza salverà il mondo”. Ma quale bellezza?
Solo la bellezza redenta; quella che sorge dallo Spirito ed è in relazione alle realtà ultime; essa opera una coincidenza tra l’esperienza estetica e quella religiosa.
Così è la bellezza dell’Immacolata. Auguriamo a tutti coloro che scorrono queste belle immagini di concludere come l’evangelista Giovanni dopo che Gesù, dall'alto della Croce, ebbene a dirgli “Ecco tua madre!”. “Da quel momento il discepolo la prese nella sua casa”.
Dovremmo tutti chiederci come accogliamo Maria nella nostra casa, nella nostra vita.
L’urgenza entusiasticamente affettuosa di dire con la vita: “Totus tuus ego sum, Maria, et omnia mea tua sunt” (tutto tuo sono, o Maria, ed ogni cosa mia è tua) (Mauro Piacenza, vescovo).


Guido Reni
Disputa sull’Immacolata Concezione, ante 1620
San Pietroburgo, Gosudarstvennyj Muzej Ermitaz


sabato 9 maggio 2020

Bernardo Cavallino - "L’Immacolata"


Maria è veramente la Santa Madre nella fede e nella venerazione della Chiesa. Maria, custode di tutta la verità, grazia, luce e sorriso di ogni preghiera. In Maria, per quanto ci è dato capire, si adempie un disegno originale dell’Altissimo.
Solo il suo volto e la sua figura bastano a parlarci dell’Eterno; non come fa la bellezza terrena, pericolosa da guardare, ma come la stella del mattino, che è il tuo emblema, lucida e armoniosa, che spira purezza, parla del Cielo e infonde pace. E’ sulla partitura di questo Paradiso di carne che la mostra esegue una preziosissima sinfonia pittorica. Seguendo un impianto catechetico ricamato sul tessuto della Redazione si è cercato di illustrare il ruolo dell’Immacolata con l’aiuto del “genio” di alcuni grandi dell’arte. Chi, seguendo il percorso, sosterà davanti alle opere potrà cogliere anche un’affettuosa meditazione sulla “Tota pulchra” e sperimentare come la contemplazione della bellezza aiuti a penetrare il mistero e la conoscenza del mistero aiuti la conversione della vita.


Bernardo Cavallino
L’Immacolata, 1640 circa
Milano, Pinacoteca di Brera


Questa Immacolata Concezione di grande impatto è opera del napoletano Bernardo Cavallino che nel dipingere la propria Madonna immacolata (concepita cioè senza peccato, secondo una credenza che sarebbe diventata un dogma ufficiale della Chiesa cattolica nel 1854) si rifà all'iconografia controriformata che voleva l'Immacolata vestita di bianco e azzurro, rappresentata in atto di preghiera e circondata di angeli e cherubini. Alcuni degli angioletti recano peraltro attributi tipici della Madonna (come il giglio, simbolo di purezza). 

venerdì 8 maggio 2020

Scuola del Pinturicchio - "Immacolata Concezione"


Samuele da bambino abitò nel Tempio, ritirato dal mondo? Anche Maria fu posta dai suoi genitori nello stesso luogo sacro all'età in cui i bambini cominciano a scegliere tra il bene e il male.
Salomone appena nato fu detto “caro al Signore”?
E Colei che era destinata a essere Madre di Dio non doveva essergli cara fin dal primo momento della sua nascita?
Ma ancora di più: Giovanni Battista fu santificato dallo Spirito prima della nascita: Maria sarà soltanto pari a lui?
Come potrebbe allora sorprenderci che la grazia che anticipò di tre mesi la nascita del Battista, dovesse, nel caso, risalire al primo momento della sua esistenza, strappare l’imputazione del peccato e precedere l’usurpazione di Satana?
Maria non potrebbe non superare tutti i santi, dei quali è Regina: “Regina sanctorum omnium!”. La sua concezione fu dunque immacolata; sorpassa così tutti i Santi nell'inizio come nella pienezza della sua santificazione. Immacolata nella sua concezione!



Scuola del Pinturicchio
Immacolata Concezione, 1510 circa
Stoccolma, Nationalmuseum

Il testo del post è tratto da "Una donna vestita di sole" l'Immacolata Concezione nelle opere dei grandi maestri - Mauro Piacenza Vescovo, Presidente della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa


giovedì 7 maggio 2020

Luca e Francesco Signorelli - "Immacolata Concezione con profeti"


Era da aspettarsi che, se il Figlio era Dio, la Madre dovesse essere tanto degna di Lui quanto la grazia dovesse avere in Lei il suo perfetto compimento; se Ella dava alla luce la Sapienza Eterna, doveva essere Lei quella sapienza creata in cui è tutta la grazia della Vita e della Verità. Se Ella era la madre del bell'amore, del timore, della conoscenza e della santa speranza, doveva emanare un profumo come il cinnamomo e il balsamo, e una dolcezza come mirra preziosa.
Possiamo porre limiti alla santità di Colei che doveva essere la madre del tre volte Santo?
Tale è la verità custodita sempre nel cuore della Chiesa, che nessun limite, se non quello creaturale, può essere posto alla santità di Maria.
Abramo credette che dalla sua anziana moglie doveva nascergli un figlio? Fu più grande la fede di Maria quando accolse il messaggio di Gabriele. Giuditta consacrò a Dio la sua vedovanza tra lo stupore del suo popolo? Fece ben di più Maria quando gli dedicò la sua verginità fin dalla prima giovinezza.


Luca e Francesco Signorelli
Immacolata Concezione con i profeti David,
Salomone, Isaia, Jesse, Balaam e uno non
identificato, 1521 – 1523
Cortona, Museo Diocesano


mercoledì 6 maggio 2020

El Greco - "San Giovanni Evangelista contempla l’Immacolata Concezione"


Certamente se il primo frutto è santo, tutti gli altri sono anch'essi santi; e se la radice è santa, così sono anche i rami. Era bello che fosse proprio così; ed era giusto che, tutto ciò che l’Onnipotente poteva fare nella persona del Figlio, dovesse essere fatto in Lei.

Se i profeti ai quali giunge la parola di Dio devono essere santi, cosa diremo di Lei, così privilegiata che la vera e sostanziale Parola – e non la sua ombra o la sua voce – si fece carne in Lei e nacque da Lei? Ella non fu semplicemente l’organo del messaggio di Dio, ma l’origine della sua esistenza umana, la fonte viva da cui Egli trasse il suo preziosissimo sangue e la materia della sua santissima carne. Era più che mai conveniente che l’Eterno Padre La preparasse a questo compito con qualche forma preminente di santificazione.



Theotokopoulos detto El Greco
San Giovanni Evangelista contempla
l’Immacolata Concezione, 1580 – 1586
Toledo, Museo de la Santa Cruz


martedì 5 maggio 2020

Ludovico Carracci - "Immacolata Concezione e santi"


Così è nel caso dell’anima; così è anche per il corpo.
Come la stirpe della santità è santa, nel caso di nascite spirituali, così è santa nel caso di nascite corporee.
Il figlio è come il genitore. Maria non fu soltanto uno strumento del dono divino; la parola di Dio non venne semplicemente a Lei per andarsene da Lei; Egli non è solamente passato attraverso di Lei.
Non fu un corpo celeste quello che l’Eterno figlio assunse, un corpo modellato dagli angeli e portato giù dal Cielo in questo basso mondo: no! Egli assimilò e assorbì il sangue e la sostanza di Lei trasformandoli nella propria Persona divina; Egli diventò uomo da Lei. Ne ricevette perciò i lineamenti e i caratteri nell'aspetto con cui doveva manifestarsi al mondo. Senza dubbio, Egli era noto a tutti come suo Figlio, anche per la somiglianza. Ecco perché sua madre è la prima di tutti i profeti, perché da Lei è venuta corporalmente la Parola; Ella è l’unico oracolo della Verità, perché Colui che è “Via, Verità, Vita” ha voluto nascere da Lei; Ella è l’unica forma in cui la Sapienza divina ha voluto essere plasmata.



Ludovico Carracci
Immacolata Concezione e santi
(Madonna degli Scalzi), 1590 circa
Bologna, Pinacoteca Nazionale



Madonna degli Scalzi
La cosiddetta Madonna degli Scalzi è una delle più interessanti opere di Ludovico Carracci. Fu realizzata attorno al 1590 per la cappella Bentivoglio nella chiesa di Santa Maria degli Alemanni a Bologna, nota anche come Santa Maria degli Scalzi (da cui il nome). Il dipinto, nel 1797, fu prelevato dai napoleonici e dopo alterne vicende è giunto nelle collezioni della Pinacoteca Nazionale di Bologna dove lo si può ammirare tuttora.
La Madonna si staglia al centro della composizione appoggiandosi su una mezza luna (attributo derivante dall'iconografia dell'Immacolata Concezione), tiene in mano il suo Bambino ed è accompagnata dai santi Girolamo, in basso, e Francesco, a destra, che tiene delicatamente il Bambino per mano. Dietro, uno stuolo di angeli che suonano e cantano confondendosi con le nuvole e con la luce divina, come apparizioni soprannaturali.
In quest'opera Ludovico Carracci dimostra di sperimentare nuove vie nella sua arte e di accostarsi alla poetica dei pittori veneti, in particolare del Tintoretto, a cui rimandano i giochi di luce e le figure evanescenti degli angeli. Anche le pennellate rapide e i colori avvolgenti sono segno di un avvicinamento alla pittura veneta. Lo schema compositivo invece rimanda a Raffaello (e in particolare alla Madonna Sistina), artista che fu spesso fonte d'ispirazione per i Carracci.


lunedì 4 maggio 2020

Federico Zuccari - "L'Immacolata Concezione"


E’ caratteristica ordinaria del comportamento di Dio verso di noi, che la santità personale accompagni ogni alta dignità spirituale di funzione o di ufficio. Gli angeli, che – come dice la parola stessa - sono i messaggeri di Dio, sono anche perfetti nella santità; senza santità nessuno può vedere Dio; niente di impuro può entrare nel regno del cielo.
I serafini, che si trovano alla presenza immediata della gloria divina, esclamano sempre: “Santo, Santo, Santo, il Signore degli eserciti!”.
C’è uno stretto legame tra santità e verità. Esso fa capire che la fontana da cui sgorga una dottrina pura deve essere essa stessa pura.
Fa capire altrimenti che la casa consacrata dove si proclama la parola di Dio e da cui essa si diffonde per la salvezza, deve essere santa come è santa quella parola. La verità, prima entra nella mente e nel cuore e lì viene appresa ed elaborata, poi esce dalla bocca di chi parla come un fiume della sorgente. La parola divina è generata in coloro che la predicano e ne assume il carattere e lo stile.



Federico Zuccari
L’Immacolata Concezione, ante 1592
Pesaro, Santuario della Madonna delle Grazie,
già Chiesa di San Francesco



Dipinto di Pesaro con Michelangelo

I fedeli del Santuario della Madonna delle Grazie in Pesaro conoscono bene la pala di Federico Zuccari che raffigura l’Immacolata. Dal 10 febbraio scorso, si chiederanno dove sia finito il dipinto ed avranno pensato ad una sua rimozione a fini conservativi e di restauro. Niente di tutto questo. La famosa pala ed interessante dipinto pesarese fa mostra di sé, è il caso di dirlo, fino a tutto il 18 giugno prossimo, a Forlì presso i Musei San Domenico.

Mostra. La mostra, intitolata “L’Eterno e il Tempo tra Michelangelo e Caravaggio”, offre uno spaccato illuminante tra il Rinascimento e il Barocco. Un percorso espositivo affascinante per un secolo compreso tra un superbo tramonto, l’ultimo Rinascimento, e un nuovo luministico orizzonte, l’età barocca. Di questo percorso, tappa importante è quella dell’opera dell’artista di Sant'Angelo in Vado Federico Zuccari che, nel 1592, ha saputo farsi interprete di una eccellente narrazione didascalica. Il suo dipinto, “Concezione della Vergine”, si fece “libro illustrato” per gli illetterati. Bisogna qui ricordare che, dopo il Concilio di Trento (1545-63), la pala d’altare diviene l’oggetto sul quale si concentrano le attenzioni dei vescovi riformatori. L’arte pittorica diventa così un libro per chi non sa né leggere né scrivere, il libro degli illetterati o dei poveri. In questo modo l’immagine si carica dei precetti propri dell'ars oratoria. Innanzitutto di insegnamento, ma anche di coinvolgimento emotivo. L’eredità del Rinascimento trovò un interprete d’eccezione in Federico Zuccari.

domenica 3 maggio 2020

Antonino Sarti - "Immacolata Concezione con san Francesco e San Giuseppe"


E’ eminentemente lo stato di pienezza della grazia che adorna l’Immacolata Concezione a rendere bella Maria
Neppure un frustolo di male è in Lei e, pertanto, è totalmente, assolutamente bella! 
Maria è completamente trasverberata dalla luce di Dio ed è come un prisma che non trattiene nulla di quella luce, ma la riflette completamente. In questa bellezza immacolata si può contemplare la bellezza di tutta l’umanità: in Maria l’umanità viene restituita all'originaria innocenza e alla bellezza primigenia. Maria è immacolata perché Cristo è il Santissimo; è piena di grazia perché Cristo, mediante l’opera di redenzione da Lui compiuta, è la causa di ogni santità. Tommaso d’Aquino ci dice: “Contemplata aliis tradere”: trasmettere agli altri le cose contemplate. 


Antonino Sarti
Immacolata Concezione con san Francesco e
San Giuseppe, terzo decennio del secolo XVII
Jesi, Ancona, Museo Diocesano.


sabato 2 maggio 2020

Giovanni Battista Trotti detto il Malosso - "Maria architetto della Creazione"


La sua Immacolata Concezione è una sorta di primo grado nell'unione con la purezza divina, unione che raggiungerà la sua pienezza nell'incarnazione. La perpetua verginità di Maria costituisce il sigillo della sua totale consacrazione a Dio.
Se è vero – come è vero – che Gesù è il Verbo eterno che ha assunto la natura umana, a eccezione del peccato, possiamo ben dire con Agostino: “Se un Dio doveva nascere, non poteva nascere che da una vergine, e se una vergine doveva partorire non avrebbe potuto che dare alla luce Dio”.
L’Immacolata! Quando pensiamo a Lei, siamo come incantati dalla luce e rapiti dal fascino della bellezza! Dio, “Colei che è”, Lui Trinità infinita, Lui il tre volte Santo, è la bellezza suprema e le sue opere sono belle e buone. Fra queste emerge stupendamente Maria, alla quale il beato Amedeo di Losanna immagina che il Figlio si rivolga dicendo liricamente: “Tu sei bella: bella nei pensieri, bella nelle parole, bella nelle azioni; bella dalla nascita fino alla morte; bella nella concezione verginale, bella nel parto divino, bella nella porpora della mia passione, bella soprattutto nello splendore della mia resurrezione”.
 
Gian Battista Trotti, Maria architetto della creazione 
(Piacenza, S. Francesco) (1603).

Maria qui è identificata con la Sapienza; ma l’opera esprime bene anche il concetto
di Maria come nuova creatura e quasi prototipo della creazione stessa.


La nuova creazione, nello Spirito.

L'opera di Cristo a favore dell'umanità presenta un duplice aspetto, un doppio volto, due effetti. Essa è giustificazione e perdono delle colpe, poiché Cristo, rappresentante di tutti gli esseri umani, è stato «messo a morte per i nostri peccati ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione» (Rm 4,25). Ma l'opera redentrice di Cristo è pure una immacolata, una «rinascita» (cf Gv 3,3-5), una «nuova creazione» (cf 2Cor 5,17; Gal 6,15). Questa realtà si attua con l'intervento dello Spirito. «Egli [Dio Padre] ci ha salvati [...] per sua misericordia con un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo, effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, perché giustificati dalla sua grazia diventassimo credi, secondo la speranza, della vita eterna» (Tt 3,5-7).
Questa rinascita è ormai presa in attenta considerazione da teologi evangelici del calibro di J. Moltmann, che afferma la complementarità tra giustificazione e nuova vita: «La giustificazione mi situa in un nuovo rapporto con Dio. Ma la rinascita trasforma la mia sostanza interiore, mi dona un nuovo germe di vita, pone in me un nuovo io e mi rinnova nello stesso mio modo di affrontare e vivere la vita». (Lo Spirito della vita. Per una pneumatologia integrale, Queriniana, Brescia 1994, 173. In particolare a p. 174: «La remissione dei peccati è un atto proiettato all'indietro, mentre quello proiettato in avanti - la giustificazione - significa la ricreazione della vita, il risveglio dell'amore e la rinascita ad una speranza viva»). 

venerdì 1 maggio 2020

Leonardo da Vinci - "La Vergine delle Rocce"


Una Donna vestita di Sole


“Immaginette Mariane”, come ogni anno, nel mese di Maggio, giorno per giorno, visita un luogo Mariano, commenta una immaginetta, un miracolo, una festa, una tradizione Mariana.

Quest'anno contempleremo l’Immacolata Concezione.
Quest’anno lo faremo attraverso le opere di grandi maestri.

Il titolo dell'iniziativa è appunto “Una Donna vestita di Sole”

Cominciamo con "La Vergine delle Rocce" di Leonardo da Vinci. Il titolo dell'opera La Vergine delle rocce, o in maniera più formale La Vergine, Gesù Bambino, San Giovanni Battista e un angelo, designa indistintamente le due versioni di una tavola dipinta da Leonardo da Vinci e destinata ad occupare la parte centrale di una pala d'altare dedicato all'Immacolata Concezione. 


Negli splendori dell’Immacolata. 
L’ammirazione spirituale dei credenti 

In una società come l’attuale, che viene significativamente definita “società dell’immagine”, non c’è nulla di più viziato dello sguardo. Saper “guardare” è molto importante, ma non sono molti a esserne capaci, per cui le opere di tanti artisti rimangono sovente mute e lontane. Eppure, la Chiesa ha bisogno dell’arte. La Chiesa crede che nell'incarnazione di Gesù Cristo la vita intima e invisibile di Dio sia diventata visibile agli uomini. 

La Vergine delle Rocce, 1495-1997 circa
Louvre, Parigi


Crede che la testimonianza resa a questa “vita [. . .] che era presso il Padre e si è resa visibile” serva ad attirare gli uomini nella comunione ecclesiale e trinitaria. In tutto ciò la Beata Vergine Maria riveste un ruolo fondamentale, un ruolo di “Cristofora”, il ruolo di “di socia” del Redentore, il ruolo di Madre! La Vita si è fatta visibile attraverso di Lei. Ella venne preparata per quello che sarebbe stato il suo compito, in modo tale che non ci fu in Lei neppure il benché minimo contatto con il peccato originale da cui venne preservata.

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Caravaggio (BG) - Santuario Maria del Fonte

Primo maggio:
la Chiesa affida l’Italia a Maria


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Nel Santuario di Santa Maria del Fonte di Caravaggio, oggi atto di affidamento dell'Italia alla Madre di Dio in questo tempo di pandemia. L'iniziativa è stata indetta dalla Conferenza episcopale italiana. Intervista con monsignor Antonio Napolioni, vescovo di Cremona 


La Chiesa affida a Maria i malati, gli operatori sanitari e i medici, le famiglie, i defunti. 

Accogliendo la richiesta di molti fedeli, nel primo giorno del mese mariano la Conferenza episcopale italiana (Cei) ha organizzato un momento di preghiera per affidare la nazione italiana alla protezione della Madre di Dio come segno di salvezza e di speranza. Lo farà oggi primo maggio, alle ore 21, con un momento di preghiera nel Santuario di Santa Maria del Fonte a Caravaggio (diocesi di Cremona, provincia di Bergamo). In questo video, a cura dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti presidente dei vescovi italiani sottolinea che “i pastori hanno il compito di guidare il loro gregge, il popolo cristiano”. “Ma spesso - aggiunge - è il gregge che spinge i pastori, come è avvenuto in questo caso”, con tante richieste da parte dei fedeli di affidare, in questo tempo di pandemia, l’intera nazione al Cuore immacolato di Maria (Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano).