sabato 23 aprile 2016

Maria di Nazareth - Basilica dell'Annunciazione


Maria di Nazareth, titolare della basilica dell'annunciazione di Nazareth, è una deliziosa immagine della vergine, opera dello scultore Gregor Mussner.
La Vergine è ritratta in attesa, mentre scende in fretta i gradini per portarsi in aiuto della cugina Elisabetta (Luca 1,39). 


Il suo vestito indica tutta la sua regalità. Regina del mare: nel colore verde smeraldo della veste. Regina della terra: nel colore marroncino della sua mantellina intorno alla vita. Regina del cielo: nel colore bianco azzurro del mantello e del velo. 
Sul capo un diadema in cui brillano, intrecciate tra i capelli, dodici stelle. 
Le mani: la sinistra rivolta verso il suo seno, per indicare che Gesù è in lei: e lei ci dona Gesù. La destra la offre, per dire: «cammina insieme con me».”
La statua, scolpita in occasione del giubileo del 2000 per consacrare il mondo a Maria, fu incoronata dal beato Giovanni Paolo II. ed ha visitato 35 nazioni e numerose comunità parrocchiali in Italia.
Continua tuttora a visitare varie città invitando i fedeli ad una maggiore devozione alla Madre di Dio.


Varietà di immaginette

La Storia
La "Peregrinatio Mariae" Mondiale è stata una intuizione profetica di un frate cappuccino delle Marche, Padre Giovanni Maria Leonardi.
Dopo aver pregato lo Spirito Santo e aver chiesto alla Madonna di poterla meglio servire, scrisse una lettera - datata l'8 dicembre 1995 - al Santo Padre Giovanni Paolo II, perché, come preparazione mariana al grande Giubileo del 2000, si potesse svolgere una “Peregrinatio” della Madonna attraverso le nazioni cristiane.
In attesa di un coinvolgimento ad alto livello, furono sensibilizzati vari gruppi ecclesiali, in particolare il Rinnovamento nello Spirito Santo.
Il 26 settembre 1997, a Gerusalemme, il Rev.mo Padre Custode di Terra Santa, P. Giuseppe Nazzaro, dava il suo pieno assenso all'iniziativa e incaricava lo stesso P. Giovanni Maria, perché procedesse nel porre in atto la “Peregrinatio”.
In conseguenza nasceva il gemellaggio con il Santuario Mondiale della S. Casa di Loreto (AN) insieme alla partecipazione dei Padri Cappuccini delle Marche.

Una nuova statua, che risultò subito di eccezionale bellezza, fu realizzata, dietro precise indicazioni, dall'artista Gregor Mussner di Ortisei.



La “Peregrinatio” iniziò l'8 marzo 1998 dalla Basilica dell'Annunciazione a Nazareth, e raggiunse subito dopo Loreto, per la Solennità dell'Annunciazione (25 marzo). Poi, il 15 aprile, “Maria di Nazareth” veniva incoronata da Sua Santità Giovanni Paolo II. in Piazza San Pietro.
Da quel momento, fino al Natale 1999, quando è ritornata a Betlemme,“Maria di Nazareth” è passata con la sua “Peregrinatio” attraverso 35 nazioni, incontrando folle innumerevoli di suoi figli in ogni parte della terra e accogliendoli nel suo Cuore Immacolato con la desiderata consacrazione.
Nazioni visitate:
Egitto, Argentina, Uruguay, Brasile, Paraguay, Bosnia, Albania, Macedonia, Bulgaria, Malta, Turchia, Romania, Russia, Stati Uniti, Canada, Bielorussia, Polonia, Rep. Ceca, Slovenia, Croazia, Spagna, Portogallo - Fatima, Svizzera, Congo, Colombia, Austria, Australia, India, Taiwan, Siria, Libano, Giordania, Israele, Italia, Città del Vaticano

STATUA DI MARIA DI NAZARETH

Caratteristiche in breve:

Altezza della scultura
: cm 165
Peso ca. 65 kg
Materiale: legno di tiglio
Colorazione: colori ad olio
Stellario: cesellato in argento con stelle formate da circogne e brillanti;

Statua eseguita nell'anno 1998 per il „PEREGRINATIO MARIAE MONDIALE in preparazione dell'Anno Santo 2000“;

Notizie tratte da:
http://www.mussner.info/maria_di_nazareth.html




mercoledì 20 aprile 2016

Paravati (VV) - Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime - Natuzza Evolo


La Madonnaracconta Natuzzaè bellissima! 

Mi appare molto giovane, come una ragazza di 15\16 anni, vestita di bianco, con la pelle scura, sollevata da terra e tutta piena di luce: 

«Io sono la Mamma tua e di tutto il mondo. Io sono il Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime»”. 

 La statua la rappresenta con le braccia aperte, leggermente inclinata in avanti come una mamma che si piega ad accogliere il figlio. La “casa di Dio” che si fa casa degli uomini, nella sua elaborazione strutturale, ha cercato di ripresentare questo atteggiamento. Lo schema planimetrico della chiesa, che può accogliere complessivamente circa 2.000 fedeli, assume una conformazione cruciforme nelle cui braccia trovano la loro naturale posizione, la cappella del Santissimo, la cappella delle confessioni, la cappella feriale, il sagrato davanti al quale sorge la grande piazza delimitata dal colonnato. Nel punto d’intersezione delle braccia della croce è posta la grande aula assembleare quale fulcro e cuore dell’intera composizione. L’originaria ispirazione di accoglienza del “Cuore Immacolato di Maria rifugio delle Anime” è raffigurata nel suo “cuore” , la chiesa, e nelle “braccia tese”, il colonnato, che ci accoglie in un cammino spirituale verso il “Mistero” di Cristo. Al colonnato, poi, la cui impronta in pianta assume la forma di un cuore, è innestato il “Viale della salvezza” che dalla strada conduce alla chiesa. La costruzione sottostante la cappella delle confessioni, il sagrato e la piazza, con un insieme di elementi funzionali e autonomi, si compone di due corpi principali contigui: “Centro, sale e strutture congressuali” e il “Centro ristoro”, il primo si sviluppa su due livelli con sale per attività di studio e ricerca, mentre il secondo su due livelli, con sale polivalenti e di relazione utile all’accoglienza dei pellegrini.


Natuzza Evolo e la Fondazione
Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime

FBA Architetture di Francesco Bruno
“Non è stata una mia volontà. Io sono la messaggera di un desiderio manifestatomi dalla Madonna nel 1944 quando mi è apparsa nella mia casa, dopo che ero andata sposa a Pasquale Nicolace. Quando l’ho vista, le ho detto “Vergine Santa, come vi ricevo in questa casa brutta?” Lei mi ha risposto: «Non ti preoccupare, ci sarà una nuova e grande casa per alleviare le necessità di giovani, anziani e di quanti altri si troveranno nel bisogno e una grande chiesa che si chiamerá Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle anime»”. Così ricorda l’evento Natuzza (all’anagrafe Evolo Fortunata), nata a Paravati, frazione di Mileto (VV), il 23 agosto del 1924. La sua vita, semplice e umile, povera e nascosta, ma allo stesso tempo straordinaria fin dalla fanciullezza per il nascere e crescere di alcuni fenomeni di cui lei è ignara spettatrice e docile strumento, è guidata e sostenuta dalla Provvidenza di Dio e al tempo stesso offerta a servizio delle persone, sollevandole nel corpo e nello spirito, invitandole a ritornare al Signore, attraverso una parola di conforto e di luce. Il 13 maggio 1987, su ispirazione di Natuzza e con l’assenso del Vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea Mons. Domenico Cortese viene
costituita l’Associazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, che successivamente diviene Fondazione di religione e di culto, civilmente riconosciuta dal Ministero dell’Interno dello Stato Italiano, annotata al n. 140 del Registro delle Persone Giuridiche. In quanto iscritta al n° 379 del Registro Regionale di Volontariato, la Fondazione è una ONLUS. Con l’acquisizione di terreni e vecchi fabbricati radicalmente ristrutturati, la Fondazione da vita a un primo insediamento operativo e sede della stessa: ilCentro Anziani “Mons. Pasquale Colloca”. Il 13 novembre 1993, viene realizzata per volontà di Natuzza e sotto sua indicazione la Statua del Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime. Ed è in nome e per volontà della Madonna, venerata sotto questo titolo, e per l’esempio di fede di Natuzza che nascono i Cenacoli di Preghiera. In questi anni Natuzza ha parlato del grande desiderio della Madonna: “La villa della gioia” comprendente il Centro “Ospiti della speranza” con annesso “Villaggio del Conforto”, che attraverso il “Viale della Misericordia” porta al Centro “Recupero della speranza”. Il tutto, compreso l’attuale Centro Servizi alla Persona “San Francesco di Paola”, attraverso il “Viale della salvezza” porta alla chiesa dedicata al Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime. Su precise indicazioni di Natuzza, l’Arch. Francesco Bruno e l’Ing. Domenico Bruno hanno redatto il progetto architettonico e strutturale della “bella e grande chiesa”, che vi presentiamo. 

(Tratto dal sito: http://www.rifugiodelleanime.org/chiesa.htm)


sabato 16 aprile 2016

Cerro Maggiore (MI) - Maria Immacolata della Boretta


Immaginetta donata da Lilli Marmo
Non si trova, all'origine del nostro Santuario, né un'apparizione di Maria, né una sorgente d'acqua miracolosa, ma, con certezza, la radice profonda della fede dei nostri padri e questo basta per rendercelo caro. 
I Cerresi la chiamano ancora "Chiesa della Boretta", perché la prima cappella, identificata nei documenti come "giesuolo de la Madonna", fu costruita all'inizio del 1500 sopra un terreno il cui proprietario si chiamava Boretta.
Un manoscritto, conservato nell'archivio parrocchiale, c'informa che quel primo edificio era già molto malandato, quando, nel marzo del 1596, un gruppo di uomini "mossi da buon spirito" chiese al parroco di potersi riunire in una confraternita, allo scopo di impiegare in opere religiose sia il tempo festivo che le proprietà di ognuno. Il permesso fu accordato e fu per iniziativa di tale confraternita che il 21 settembre del medesimo anno avvenne la cerimonia della posa della prima pietra, benedetta dal parroco don Antonio Lupo, a fondamento di una "giesa de la Madonna de la Concezione", di maggior ampiezza rispetto alla precedente, ma di minori dimensioni rispetto a quella attuale e senza campanile.
La chiesa fu aperta al culto tre anni dopo, proprio l'8 dicembre, festa liturgica dell'Immacolata e la confraternita religiosa, dall'abito bianco e dalla mantellina azzurra, avrebbe costituito nei secoli il principale organo gestore e finanziatore della chiesetta. Essa, infatti, si adoperò ogni anno con impegno per solennizzare la festa dell'Immacolata, programmando la predicazione della novena, la celebrazione di una messa con i cantori e lo sparo dei mortaretti, di sera, come chiusura della festa.
Il 16 giugno 1617, il cardinale Federico Borromeo (di cui parla anche il Manzoni ne "I Promessi sposi") visitò la parrocchia di Cerro e notò che la piccola chiesa era senza campanile; ordinò quindi, per iscritto, di innalzarne subito uno. Passarono però ben trentasei anni prima che venisse realizzato un canpaniletto con una sola campana.
In seguito, la solerte confraternita prese un'altra importante decisione: quella di costruire una nuova chiesa, di maggiore ampiezza. Subito acquistò il terreno necessario ed il nobile Carlo Corneliani affidò il lavoro di progettazione al noto architetto milanese Giovanni Angiolo Caslini, già ideatore della nostra chiesa parrocchiale.
Sorse, così, l'attuale chiesa, a forma ottagonale con cupola, capolavoro sì di stile barocco, ma sobrio ed elegante: un gioiello d'arte incastonato fra le case di Cerro tra il 1758, anno della posa della prima pietra, ed il 1774, anno dell'inaugurazione. 




La chiesa, capace di contenere fino a 300 persone, risultò lunga 33 m., alta 16 m. e con una larghezza massima di 18 m.
Non fu dimenticato il campanile, questa volta a due campane, anche se terminava solo all'altezza della cella campanaria.
Accurato fu lo studio dell'illuminazione naturale con l'apertura di ampi finestroni, in un tempo in cui non esisteva ancora l'illuminazione artificiale; risultò ottima anche l'acustica per l'organo, posto nella cantoria sopra il portale d'entrata. Toccò al parroco don Dornenico Vitelli l'onore di benedire la nuova chiesa, per delega del Card. Pozzobonelli. 

Erano trascorsi pochi anni dall'ultimazione dell'opera, quando l'editto austriaco riguardante la soppressione delle confraternite religiose e l'incameramento dei beni da parte dello Stato fece temere il peggio, cioè il passaggio della chiesa Boretta al governo austriaco e la destinazione della stessa ad uso profano.
Facendo appello ai più vivi sentimenti religiosi, l'allora parroco, don Baldassare Taverna, e gli amministratori comunali, tra i quali i nobili De Conturbia, seppero dimostrare, con uno scritto ai governanti, che la chiesa era necessaria sia per la vita religiosa della parrocchia, sia per essere una sede adeguata alle adunanze del Consiglio Comunale.
Per quella volta tutto andò per il meglio, o quasi, in quanto la chiesa passò alle dipendenze del parroco, il quale, però, per pagare i debiti, fu costretto a vendere l'organo della Boretta, per 775 lire, alla chiesa parrocchiale di Gazzada, in provincia di Varese.
Purtroppo, in un'altra occasione, e precisamente nell'agosto 1848, non ci fu lieto fine; non si riuscì, cioè, ad evitare la profanazione del luogo sacro da parte delle truppe austriache, le quali, timorose di un'insurrezione in provincia, simile a quella gloriosa delle Cinque Giornate di Milano (marzo 1848), si erano stanziate anche nella nostra zona.
Il motivo di tale occupazione è forse da ricercarsi nel fatto che all'insurrezione milanese avevano partecipato, come dicevano le cronache, alcuni Cerresi.
E' documentato che il cerrese Angelo De Angeli partecipò alla Prima Guerra d'indipendenza nel 1848, prendendo parte alle battaglie di Mozambano, di Mantova, di Verona e di Peschiera. Con lui vi erano: Cerini Carlo, Donati Gian Maria, Gianazza Giuseppe, Lucchini Giacomo, Mariani Angelo e Roveda Angelo. (Documento dell"Archivio Comunale).
Passarono alcuni anni e, terminata la seconda guerra d'indipendenza (1859) con la cacciata degli Austriaci, i Lombardi si sentirono di nuovo cittadini liberi nella propria Patria. Terminato il periodo di occupazione, i Cerresi si preoccuparono di restaurare e rendere più bella "la casa della Madonna" (così infatti molti anziani chiamavano significativamente la chiesa della Boretta).
Accanto ad essa sorse l'abitazione per il cappellano, che ogni mattina celebrava la messa nella chiesa adiacente. Nel 1874 il santo parroco don Aquilino Marelli fece innalzare un solido e decoroso altare, con tanto di balaustra, ad opera dello scultore Innocente Candiani di Milano. Fece collocare, inoltre, le statue di San Carlo e di Sant'Ambrogio nelle nicchie laterali (notizie da www.reginamundi.info).


sabato 9 aprile 2016

Treviglio (BG) - Beata Vergine delle Lacrime

Immaginetta donata da Tilde Bigatti
A 494 anni dal miracolo 

Un evento che, grazie alla fede dei cittadini e alla loro devozione alla Madonna, non ha mai perso importanza, anzi è cresciuto come dimostrano le iniziative religiose e civili che ogni anno vengono organizzati.
Treviglio ha da poco celebrato la tradizionale festa della Madonna delle lacrime. La festa del Miracolo, ricorda infatti il miracolo della lacrimazione dell'immagine della Madonna che il 28 febbraio 1522 convinse il generale francese Odetto di Foix, visconte di Lautrec, a non saccheggiare la città.
Un evento straordinario che il Comune decise di celebrare dichiarando l'ultimo giorno di febbraio (il 29 se l'anno è bisestile) festa cittadina.
L'immagine della Madonna con bambino, dipinta su una parete del monastero delle agostiniane, secondo la tradizione storica lacrimò di mattina. Da 494 anni, nel santuario della Beata Vergine delle lacrime, dove il dipinto è stato trasferito nel 1619, alle otto di mattina viene celebrata la Messa del Miracolo che vede la partecipazione di numerosi trevigliesi e non solo. La messa è preceduta dal canto della Salve Regina e dall'innalzamento del velo che poi viene fatto scendere sopra l'immagine della Madonna la domenica sera durante la cosiddetta Messa vespertina o della "velazione".

Il velo, posto sull'altare del santuario, viene coperto in attesa di essere reso nuovamente visibile nel corso della Messa del giorno seguente.

La festa della Madonna delle Lacrime è diventata anche l'occasione per il riconoscimento dei cittadini benemeriti. Vengono consegnati, ogni anno, i Premi Madonna delle Lacrime, la medaglia celebrativa del miracolo e i Premi San Martino d'Oro.


Il Santuario della Beata Vergine delle Lacrime fu fatto costruire da San Carlo Borromeo. Il tempio, progettato secondo gli stilemi architettonici dell’età Borromaica (ma poi ampliato agli inizi del Novecento da Cesare Nava), ospita dal 1619 la venerata immagine di Maria Santissima. Nei secoli pittori e scultori, lombardi e non, furono via via chiamati ad abbellire e ornare la sacra dimora mariana.