sabato 9 giugno 2018

Caramannico (PE) - Maria Santissima Assunta


Abbazia di Santa Maria Maggiore

Caramanico e dintorni

Poco oltre "la porta", a sinistra, il lato absidale della chiesa, in pietra locale: lo ornano colonnine sui capitelli delle quali - a diverse altezze - sono poste statue di santi e oranti, forse provenienti da altre chiese. A partire da sinistra sono riconoscibili un pastore con le caratteristiche calzature e la zampogna, un pellegrino, un santo, Sant´Antonio Abate, Eva ed Adamo - come indicano le due iscrizioni in caratteri gotici - e, al centro, la Madonna col Bambino. La provenienza gotica delle immagini appena descritte è evidenziata anche dai loro tratti scultorei come, ad esempio, il panneggio del santo.
Di epoca posteriore è invece la grande finestra a timpano che si apre in alto, al centro. In un´edicola sulla destra è ancora leggibile un frammento d´affresco che lascia scorgere teste di angeli ed una corona: si tratta probabilmente dell´Incoronazione della Vergine. Concludono il muro, in alto, un´elegante cornice in pietra a tortiglioni ed una serie di palmette a cinque lobi.
Sull´estrema sinistra la torre campanaria cuspidata e a quattro ordini reca gli stemmi araldici della casa d´Aquino e della casa d´Aragona. Lo stacco stilistico tra il terzo ed il quarto ordine lascia pensare che la parte inferiore del campanile appartenesse ad un´epoca anteriore, e che esso fosse all´inizio una torre di avvistamento.
La cella campanaria e la cuspide furono infatti commissionate da Francesco III d´Aquino, come indica la data (1432) vicina allo stemma della sua casa.


Scendiamo ora a destra, lungo la gradinata che porta alla piazzetta antistante la facciata principale della chiesa. L´eterogeneità degli elementi architettonici che la caratterizzano evidenzia i segni dei rimaneggiamenti che l´edificio subì nel corso dei secoli.
Ad un portale gotico si affiancano ad esempio finestre rinascimentali, la fiancata si presenta suddivisa da grandi contrafforti ed una quinta architettonica di ispirazione neoclassica chiude il lato della piazzetta che guarda verso il monte Morrone.
Questi elementi sono stati introdotti nell´´800 in occasione dei lavori di sistemazione della piazzetta stessa, e sono culminati con l´inserimento del portale nella facciata laterale, asportato dalla facciata principale della chiesa (1848).

Il portale è uno degli elementi più interessanti dell´edificio e da sempre suscita interesse ed ammirazione da parte di critici e storici dell´arte. L´incisione dell´architrave ci informa che esso fu commissionato da un certo Nallus nel 1452. Lo stile è chiaramente gotico, come confermano la cuspide che lo corona e le edicolette trilobate e cuspidate che ospitano bassorilievi raffiguranti personificazioni delle Virtù. Ai lati appaiono sculture di simboli cristiani (una croce, un gallo, un calice e così via), mentre sinuose foglie incorniciano tutto il portale. L´architrave è sorretto da due magnifiche mensole raffiguranti l´una il volto di una donna giovane, l´altra quello di una vecchia. A queste immagini "terrene" si contrappone la spiritualità dell´altorilievo della lunetta, nel quale la Madonna viene incoronata da Cristo e da Dio seduti in trono, mentre la colomba dello Spirito Santo veglia dall´alto e alcuni angeli assistono alla scena. Il prezioso gruppo scultoreo, su fondo turchese, risale al 1476. Il minuzioso studio del panneggio, la simmetria ed il rigore formale che lo caratterizzano riportano ad uno stile tipico della tradizione nordica, che prevede anche la raffigurazione di Dio a completamento della scena: l´autore è infatti tedesco e si firma "Johannes Biomen ...Theatonicus de Lubec".


Anche l´interno dell´Abbazia denota in modo evidente le trasformazioni subite dall´edificio nel tempo. Del primitivo aspetto romanico essa non conserva più nulla se non il presbiterio rialzato. Molto probabilmente, come accadeva nelle chiese romaniche, in origine una o più rampe di gradini ricavate nella scala che conduceva all´altare permettevano l´accesso alla cripta, che infatti S. Maria conserva sotto il pavimento (non è visitabile).
Alla fine del ´500 risale un massiccio intervento di restauro che cambiò completamente l´assetto interno della chiesa.


Di fronte all´attuale ingresso fu innalzato l´altare più venerato e dedicato all´Assunta, ancora oggi al centro di solenni festeggiamenti (15 Agosto). Realizzato in pietra locale, con colonne tortili e marmi policromi, esso mostra la volta ed i pilastri affrescati con scene tratte dalla vita della Madonna e di Cristo. Molto originale è la presenza di Dio Padre, di solito non rappresentato. L´edicola posta al centro dell´altare e circondata da volti alati di putti ospitava una statuina dell´Assunta risalente al 1000, posta su un prezioso ostensorio di rame dorato attribuito alla scuola di Nicola da Guardiagrele (XVI secolo) e trafugata nel 1950. Lo scultore caramanichese Nicola D´Antino ne realizzò una copia raffinata che ancora oggi possiamo vedere, dal momento che l´originale non è stato più trovato.
A destra dell´altare dell´Assunta è l´altare del SS. Crocifisso che presenta una statua lignea del ´400, successivamente restaurata, che merita attenzione: osservandola da sinistra, infatti, mostra Cristo sofferente; al centro, Cristo in agonia; a destra, morto.


A sinistra della porta d´ingresso è posto un battistero ligneo del 1572 finemente lavorato. Al ´600 ed al ´700 risalgono infine gli altri altari laterali, le statue, i dipinti dell´abside, il coro ligneo ed il poderoso organo, che si ha in progetto di restaurare e rendere di nuovo funzionante. (Tratto dal sito web https://www.comunecaramanicoterme.it/Abbazia-di-Santa-Maria-Maggiore.htm)


sabato 2 giugno 2018

Fermo (FM) - Icona della Beata Vergine, sec. XIII


L'Icona di Fermo della Beata Vergine Maria è venerata dal 1473,
ma risale al  XIII Sec.. E' custodita nel Duomo della città.
Duomo di Fermo

La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta in Cielo è il principale luogo di culto cattolico di Fermo, nelle Marche, chiesa madre dell'omonima arcidiocesi metropolitana.

La sua mole maestosa si eleva sul margine orientale del Girfalco, dove fu edificata in un'area che presenta un'interessante stratificazione di resti architettonici risalenti all'epoca romana e all'Alto Medioevo.

Durante gli scavi effettuati negli anni 1934-35 sotto il pavimento del duomo furono infatti messi in luce resti murari di età imperiale con laterizi recanti bolli dell'età di Antonino Pio, e più consistenti strutture murarie e pavimentali della basilica paleocristiana risalente al VI secolo. Quest'ultima era a tre navate divise in file di quattro colonne con presbiterio rialzato; delle decorazioni musive del pavimento rimane oggi in vista soltanto quella absidale, raffigurante due pavoni araldicamente disposti ai lati di un kantharos sormontato dal chrismon, motivo dipendente dalla cultura ravennate. L'antica basilica, ampliata al tempo del vescovo Lupo (826-844), venne distrutta nel 1176 da Cristiano di Magonza, per ordine del Barbarossa.


Duomo di Fermo

Cinquant'anni più tardi, la cattedrale veniva ricostruita da Giorgio da Como, come indica una lapide posta sulla facciata, recante la data 1227; dell'elegante struttura gotica rimangono oggi soltanto il prospetto e la torre campanaria. Intorno al 1781 l'arcivescovo Andrea Antonio Silverio Minucci fece demolire il resto della chiesa per ricostruirla, in un lasso di tempo di circa otto anni, in stile neoclassico su progetto di Cosimo Morelli con modifiche di L. Paglialunga.


Nel luglio del 1962 papa Giovanni XXIII la elevò alla dignità di basilica minore.

La facciata della cattedrale è in pietra d'Istria, scandita da sottili lesene, e presenta al centro un elegante portale con fasci di colonne scolpite, sormontato da un'ampia cuspide racchiudente la statua della Vergine: in asse è posto il grande rosone con dodici colonnine decorate con motivi tortili e a spina di pesce, desinenti in eleganti archi trilobati ravvivati da tessere musive policrome, opera dello scultore fermano Giacomo Palmieri (1348). Sulla cuspide del portale è il gruppo bronzeo dell'Assunta e Angeli, del 1758.

Il lato sinistro è occupato dalla torre campanaria, il cui inserimento in corrispondenza della navata laterale ha forse determinato la caratteristica asimmetrica della facciata, il cui culmine non corrisponde alla posizione del portale e del rosone.


Interno del Duomo
Le campane più antiche erano in ferro fin dal sec. VIII; si fusero in bronzo (rame e stagno in rapporto 4:1) con aggiunta di antimonio e piombo per rinforzare il suono. La loro benedizione era molto solenne e piena di segni, chiamata anche battesimo, in quanto simboleggiavano la voce di Dio. Sulla torre del duomo attualmente ci sono cinque campane, intonate per fare un concerto; sul tetto della cattedrale, troneggia dal 1423 la scultura di un gallo.

L'interno della cattedrale appare nella sua conformazione attuale alla ricostruzione neoclassica operata da Cosimo Morelli nel XVIII secolo. La chiesa è a tre navate separate da archi a tutto sesto ed ha un doppio transetto. La navata maggiore e il transetto sono coperti con volta a botte cassettonata, mentre le navate minori con cupolette, anch'esse cassettonate.

La navata centrale termina con la profonda abside, all'interno della quale si trova il presbiterio, rialzato di alcuni gradini rispetto al resto della chiesa, riformato dopo il Concilio Vaticano II. Alle spalle dell'altare maggiore barocco, in marmi policromi, al di sopra del coro ligneo, vi è il gruppo scultoreo dell'Assunzione di Maria in Cielo. Nella settimana di Ferragosto l'Altare Maggiore viene adornato da una splendida tovaglia realizzata per la festività della Madonna Assunta in Cielo realizzata presso il Monastero delle Monache Benedettine di Fermo dal 1914 al 1917. Il ricamo raffigura la processione che ancora oggi si svolge in occasione delle manifestazioni della Cavalcata dell'Assunta. Nella processione le diverse contrade offrivano in dono alla Vergine i frutti del loro lavoro.
Nella Cappella del Sacramento è custodito il ciborio bronzeo realizzato nel 1570-71 da Girolamo Lombardo. Nel transetto, a pavimento, si trova l'organo a canne Callido opus 398, costruito nel 1803 per la chiesa dell'Angelo Custode e collocato nella cattedrale nel 2003, anno in cui è stato restaurato da Michael Formentelli.
La cripta del Duomo di Fermo è ricca di reliquie di santi e di opere d'arte. Vi è un dipinto che raffigura lo Sposalizio della Vergine. La tela attribuita a Ubaldo Ricci si pensa sia stata realizzata intorno al 1698.
Concludiamo descrivendo la presenza di un Sarcofago paleocristiano. La manifattura realizzata nel IV secolo è stata riutilizzata come mensa d'altare. L'opera si compone di quindici figure, realizzate con la tecnica dell'altorilievo, disposte con molta cura e precisione nella nicchia centrale il Cristo Logos riceve da Caino e Abele le primizie del frutto del loro lavoro. Le scene scolpite nelle due nicchie di sinistra fanno riferimento al miracolo di San Pietro che resuscita Tabita. Nella prima nicchia San Pietro accompagnato da un messo incontra le compagne di Tabita, nella seconda il Principe degli Apostoli stringe la mano della resuscitata. Nella prima nicchia di destra appaiono i soldati a guardia della prigione di San Pietro. Nella seconda nicchia di destra L'Angelo tenendo per mano San Pietro lo porta via dal carcere. (Articolo tratto da Wikipedia)