domenica 25 febbraio 2018

Castel Sant'Elia (VT) - Maria Santissima Ad Rupes


Santuario Santa Maria ad Rupes
dei Padri Michaeliti 


Le origini di questo santuario risalgono al VI secolo, quando alcuni eremiti che seguivano la Regola di San Benedetto si rifugiarono in alcune grotte scavate lungo la rupe, tuttora esistenti. I Benedettini nel 520 costruirono sulle rovine di un tempio dedicato a Diana un Cenobio e la basilica di Sant’Elia. Dopo cinque secoli di abbandono, fra Giuseppe Andrea Rodio, terziario francescano, diede nuovo impulso al complesso.

Nel 1892 Santa Maria ad Rupes fu affidato ai Frati Minori della provincia di Santa Croce in Sassonia che impressero al santuario l’aspetto attuale.

Il 15 agosto 1912 la chiesa fu elevata a titolo pontificio. Dal gennaio 1982 subentrarono i Padri Michaeliti, congregazione di San Michele Arcangelo.

In 42 anni della sua permanenza nella grotta fra Andrea da Rodio migliorò la piazzetta antistante e la «via dei Santi». Inoltre, per facilitare l’accesso alla grotta, scavò nel tufo una galleria di 144 gradini.

Chiesa di S. Giuseppe
Le origini della grotta santa, lunga 15 metri, larga 9 e alta 4, risalgono al VI secolo e in essa si venera l’immagine della Madonna che risale al XVI secolo. È molto probabile che l’attuale quadro abbia sostituito l’affresco impresso sulle pareti tufacee della grotta stessa. La Madonna ad Rupes è una delle poche immagini al mondo dove la Vergine adora il Figlio che dorme sulle ginocchia materne. L’opera venne restaurata nel 1896 dal pittore romano Gonella, trasportata su altra tela e racchiusa nell’artistico trittico, opera di Szoldatics. L’altare della Madonna è costruito con marmi provenienti dalle rovine di Falerio (Tratto dal sito http://www.donbosco-torino.it/).

Diocesi: Civita Castellana.
Indirizzo: Piazza Cardinal Gasparri, 2.
Calendario: La festa del santuario si celebra il 12 settembre.
Note: Nella casa del custode si trova il museo dei paramenti sacri d’Italia, appartenuti in parte all’antico cenobio di Sant’Andrea.

Per saperne di più

domenica 18 febbraio 2018

Tropea (VV) - Santa Maria dell'Isola


Santuario di Santa Maria dell'Isola di Tropea 

Storia
Il santuario sorge sull'omonimo scoglio nelle vicinanze del comune di Tropea. È probabile, che lo scoglio dell'isola fosse abitato, intorno al VII-VIII secolo, da eremiti. Questi, isolandosi dal mondo civile, si dedicavano ad una vita contemplativa e ascetica. Le prime indicazioni scritte dell’uso dello scoglio per finalità monastiche risalgono all'XI secolo, tutto ciò che è precedente deve essere considerata come ipotesi storica. Per molti anni appartenne ai monaci basiliani e a partire dall'undicesimo secolo vi abitarono i monaci Benedettini. Fu proprio Roberto il Guiscardo, il duca normanno, a volere il passaggio dal rito greco a quello latino, intorno al 1060. In seguito ai terremoti del 1783 e del 1905, si conserva ben poco della struttura originaria. La scala che si percorre per raggiungerla è stata realizzata intorno al 1810. Divenuta uno dei luoghi simboli della Calabria a livello mondiale, questa chiesa è di origine medievale. 

La chiesa di Santa Maria dell'Isola sorge a Tropea, sull'omonimo scoglio. 

Leggenda della chiesa di Santa Maria dell'Isola 
Anche sulla chiesetta di Santa Maria dell'Isola esiste una leggenda che narra di come la vergine giunse nel paesello. Al tempo dell'iconoclastia, una statua della Vergine giunse a Tropea proveniente dall'Oriente. Il popolo scese al lido, insieme al vescovo e al sindaco per festeggiare l'arrivo della statua in legno della Madonna. I due capi del paese decisero, di comune accordo, di installare la statua della Madonna all'interno di una nicchia, in una grotta naturale, presente nello scoglio della rupe. La statua, purtroppo, risultava troppo grande rispetto alla grandezza della nicchia. Fu per questo motivo che i capi della comunità convocarono un falegname affinché risolvesse il problema, segando le gambe della Madonna. 


Ma il falegname, appena appoggiò la sega sulla statua, rimase paralizzato alle braccia, mentre il sindaco e il vescovo morirono in quell'istante. Nei giorni a seguire la Madonna iniziò a graziare il suo popolo, compiendo atti miracolosi per gli ammalati che venivano condotti, dove venne posata la Madonna. Fino ad alcuni decenni fa, i devoti erano soliti accompagnare i loro cari ammalati nello stesso punto della grotta, nella speranza di una grazia. (Tratto da Wikipedia)

Altre notizie

giovedì 15 febbraio 2018

Genazzano (RM) - Madonna del Buon Consiglio




Santuario della Madonna del Buon Consiglio 

L'originaria chiesa di santa Maria risale alla fine del X secolo. Fu poi trasformata in cimitero, che si trova oggi al di sotto dell'attuale pavimentazione del santuario.
Nel 1356 Pietro IV di Giordano Colonna affidò la parrocchia ai religiosi eremitani di Sant'Agostino i quali avevano fin dal 1278 il monastero di San Francesco fuori le mura del paese che, abbandonato, crollerà nel XVI secolo. 
Sopra la chiesa si iniziò la costruzione di una seconda chiesa rivolta ad ovest su "via di Palazzo" (ora Corso Vannutelli) dove erano sorti i palazzi dei nobili cortigiani. 
L'apparizione dell'immagine miracolata di Maria, venerata con il titolo di Buon Consiglio, segnò un momento fondamentale per la storia della chiesa: la tradizione vuole che l'immagine si sia staccata da una chiesa di Scutari in Albania, all'arrivo dei musulmani, e abbia raggiunto la chiesa di Genazzano accompagnata da una schiera di angeli durante il vespro del 25 aprile 1467. 
Facciata della Chiesa costruita nel 1621
L'immagine sacra andò a posarsi su un muro della chiesa che in quel tempo la Beata Petruccia, vedova e terziaria agostiniana vissuta nella seconda metà del 400, aveva iniziato a costruire fra mille difficoltà e che venne concluso in poco tempo grazie alle elemosine dei pellegrini. 

Da quel momento la piccola chiesa divenne santuario. La prodigiosa apparizione viene ricordata nel timpano del portale della chiesa dove è situato un bassorilievo con il dipinto della Madonna portato da angeli, sopra le nubi. Il dipinto si trova nella cappella all'interno della chiesa protetto da una cancellata in ferro battuto.
Non si conosce l'autore dell' affresco e nemmeno la sua collocazione storico-artistica; molteplici sono le ipotesi relative alla sua attribuzione: chi definisce l'opera come una pura opera d'arte romana e chi tardo bizantina con influssi di scuola veneta. Maria è raffigurata con espressione dolce e malinconica, il rossore delle guance, secondo l'infiltrazione della luce, assume tonalità differenti; il bambino accosta il capo alla guancia della Madre e con il braccio le cinge il collo. 


Cartolina raffigurante una balaustra
marmorea attribuita al Bernini
Tra il 1621 e il 1624 la chiesa venne ingrandita; qualcuno propose di segare il muro sul quale si trovava la Santa Immagine e posizionarla sull'altare principale per conferirgli maggiore importanza. La proposta fu respinta poiché l'immagine sacra doveva restare nel luogo che la Madonna stessa si era scelta. 


All'inteno della chiesa sono custodite varie opere tra cui una balaustra marmorea attribuita al Bernini: dei putti, sopra le nuvole, sorreggono una pesante tenda e guardano verso l'alto. I due putti centrali sembrano maggiormente gravati dall'impresa.

Il capolavoro si direbbe nato nel Santuario, ma la storia smentisce: costruita inizialmente per essere collocata nella chiesa di Santa Maria in Posterula, a Roma, la balaustra viene successivamente spostata e portata a Genazzano nella chiesa di San Pio. Essendo questa destinata ad essere aperta solo nel periodo estivo, l'opera viene nuovamente trasferita nel Santuario.
Il grande organo liturgico realizzato nel 1930 domina dietro l'altare dove un tempo vi erano gli affreschi del Troia, uno raffigurante il profeta Davide, un altro raffigurante l'Immacolata, ed infine l'Assunta, ora custoditi nel museo. (Tratto dal sito del comune http://www.genazzano.org/)


domenica 11 febbraio 2018

Beata Vergine Maria di Lourdes


Festa di Nostra Signora di Lourdes

Memoria dell'Apparizione del apparizioni 1858

Questa memoria si collega alla vita e all'esperienza mistica di Maria Bernarda Soubirous (santa Bernadetta), conversa delle suore di Nevers, favorita dalle apparizioni della Vergine Maria (11 febbraio – 16 luglio 1858) alla grotta di Massabielle. Da allora Lourdes è diventata meta di intenso pellegrinaggio. Il messaggio di Lourdes consiste nel richiamo alla conversione, alla preghiera, alla carità. (Mess. Rom.)

Clicca sull'immagine


giovedì 8 febbraio 2018

Castelpetroso (IS) - Maria SS. Addolorata



Basilica santuario di Maria Santissima Addolorata 

La basilica santuario di Maria Santissima Addolorata, o semplicemente basilica dell'Addolorata è un importante luogo di culto cattolico situato nel comune di Castelpetroso, in provincia di Isernia, e appartenente all'arcidiocesi di Campobasso-Boiano.

Le apparizioni
Secondo la testimonianza delle veggenti, la Vergine Maria apparve la prima volta il 22 marzo 1888 a due pastorelle di nome Serafina e Bibiana in località Cesa tra Santi, sulle pendici del Monte Patalecchia. A questa prima apparizione ne seguirono altre e, in seguito al riconoscimento di tale fenomeno, papa Paolo VI ha proclamato Maria Santissima Addolorata di Castelpetroso patrona del Molise il 6 dicembre 1973.

Facciata della Basilica minore

La costruzione 

Negli anni novanta del XIX secolo, si decise di costruire un santuario presso il luogo delle apparizioni, ma più a valle rispetto a questo, affinché fosse più facilmente raggiungibile dai pellegrini. Il progetto venne affidato a Giuseppe Gualandi, alla cui morte (1944) subentrò il figlio Francesco. Il 28 settembre 1890 venne posata la prima pietra e si diede inizio alla costruzione del santuario. Essa procedette a rilento a causa di problemi economici e delle due guerre mondiali: nel 1907 fu terminata e aperta al culto la cappella dei Polacchi, ma le mura perimetrali della chiesa furono portate a compimento solo nel 1950, grazie alle sovvenzioni di don Nicolino Passarelli, canonico teologo della cattedrale di Venafro, avvocato della Sacra Rota e professore. Nei decenni successivi si completò il santuario che venne consacrato il 21 settembre 1975 dal vescovo di Boiano-Campobasso Alberto Carinci. Il 19 marzo 1995, giorno di san Giuseppe e terza domenica di quaresima, papa Giovanni Paolo II, in occasione del suo secondo viaggio pastorale in Molise, visitò il luogo delle apparizioni e il santuario, e celebrò la santa messa e l'Angelus. Il 14 novembre 2004, l'arcivescovo metropolita di Campobasso-Boiano Armando Dini ha promulgato il nuovo statuto del santuario, che è stato affidato ad un proprio vicario episcopale. In conseguenza di tale nuovo statuto, i frati francescani dell'Immacolata, che amministravano economicamente e pastoralmente le attività del santuario, ne hanno abbandonato la direzione dopo 12 anni di attività al suo interno, al loro posto sono subentrati i frati minori conventuali. Nel gennaio 2005 è stato realizzato il nuovo altare, posizionato al centro dell'aula. Il 21 settembre 2011, in occasione del 121º anniversario della posa della prima pietra, il santuario ha ricevuto la visita del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Il 21 settembre 2013, 123º anniversario della posa della prima pietra, il santuario è stato elevato alla dignità di basilica minore da papa Francesco, il quale l'ha visitata il 5 luglio 2014 incontrando i giovani di Abruzzo e Molise. 


Presenza di religiosi
Dal febbraio 1993 al 2005 il santuario è stato affidato alle cure pastorali e liturgiche dei francescani e delle francescane dell’Immacolata, fondati da padre Stefano Maria Manelli negli anni ottanta. Nel nuovo millennio sono subentrati i frati minori conventuali di Abruzzo e Molise. L'assistenza dei pellegrini e l'orfanotrofio sorto accanto alla chiesa sono stati affidati alle piccole discepole di Gesù di Marino (Roma) fino al 2013. Dal 28 settembre 2014 i servizi di assistenza dei pellegrini sono stati affidati a un altro istituto religioso femminile, le serve del Signore e della Vergine di Matarà.

Il Santuario 
Foto tratta da internet del Santuario
Il santuario della Santissima Addolorata sorge all'interno del territorio del comune di Castelpetroso, ad est della frazione Pastena, non lontano dalla strada statale 17 dell'Appennino Abruzzese e Appulo Sannitica. L'esterno della chiesa è caratterizzato dalla facciata. Essa è stretta fra le due torri campanarie ed è tripartita orizzontalmente da tre sezioni della medesima altezza, ciascuna delle quali termina con una cuspide triangolare; al centro si apre una quadrifora, ai lati una trifora. In basso, vi sono i tre portali strombati, decorati con lunette musive raffiguranti Gesù in croce tra Maria e Giovanni(al centro), l'Annunciazione (a sinistra) e l'Incoronazione di Maria (a destra). I battenti bronzei raffigurano scene dell'Antico e dal Nuovo Testamento. I due campanili sono a pianta quadrata e presentano due ordini sovrapposti di bifore, con quello inferiore più alto. Al loro interno si trova un concerto composto da dieci campane della Pontificia Fonderia di Campane Marinelli, due risalenti al 1910 e le restanti al 1947. La cupola ottagonale si innesta su un alto tamburo che presenta, su ciascun lato, terminante con una cuspide triangolare, una bifora. La cupola è sormontata da una lanterna, anch'essa ottagonale, che alla sua sommità raggiunge un'altezza di 52 metri. 


L'interno della chiesa
L'interno della chiesa è caratterizzato dalla particolare pianta centrale, costituita dall'aula ottagonale coperta dalla cupola e circondata da un deambulatorio con volta a crociera, lungo il quale si aprono tre profonde cappelle absidate e due più piccole a pianta quadrata; i tre portali non danno direttamente sul deambulatorio, ma su un endonartece (nelle basiliche paleocristiane e in quelle romaniche più antiche, vestibolo situato all'interno della facciata) di un'unica campata diviso in tre navate da archi a tutto sesto; sul lato opposto, si trova la cappella maggiore, leggermente più grande rispetto alle altre sei, delle quali ricalca la pianta e con le quali vuole significare il numero delle spade che trafiggono il cuore di Maria Addolorata. In ognuna delle sei cappelle laterali, vi è un altare in marmi policromi sormontato da una tela di Amedeo Trivisonno raffigurante uno dei dolori di Maria; di Trivisonno sono anche le tele della Resurrezione di Gesù e dell'Assunzione di Maria, poste nell'endonartece. La cappella maggiore, in asse con l'ingresso, presenta il pavimento rialzato rispetto al resto della chiesa. Al suo interno si trova l'antico altare maggiore in marmi policromi, sormontato dal cosiddetto Trono, edicola marmorea neogotica riccamente decorata all'interno della quale si trova il Simulacro di Maria Santissima Addolorata di Castelpetroso. Questo è costituito da due statue in legno dipinto raffigurante la Vergine semi inginocchiata presso il corpo, deposto per terra, di Gesù morto. 

L'attuale gruppo scultoreo risale al 1963 ed è il frutto del rifacimento dell'originale, opera di Nicola Santillo, donato nel 1894 dalla popolazione di Colle Sannita. 


Organo a canne 
Sulla cantoria in controfacciata, si trova l'organo a canne, costruito nel 1993 dai Fratelli Ruffatti. Lo strumento è a trasmissione mista, meccanica per i manuali e il pedale ed elettrica per i registri, e la sua consolle, avente due tastiere di 58 note ciascuna e pedaliera concavo-radiale di 32 note, è a finestra. La cassa è caratterizzata dalla mostra, composta da canne di Principale disposte a cuspide e ad ali in più campi. 


A pavimento nell'aula si trova un secondo organo a canne, un positivo a cassapanca costruito nel 2017 da Nicola Puccini; a trasmissione integralmente meccanica, dispone di cinque registri su unico manuale, senza pedaliera. (Notizie tratte da Wikipedia) 





domenica 4 febbraio 2018

Orbetello (GR) - Madonna del Monte Argentario


Santuario della Presentazione di Maria Santissima  

Madonna con il Bambino

Nel 1733 Paolo Danesi di Ovada, fondatore della Congregazione dei Padri Passionisti, intraprese la costruzione del santuario intitolato alla Presentazione di Maria Santissima. Sempre sulla stessa strada troviamo il convento di San Giuseppe eretto su un sito eretto, si dice, dallo stesso San Paolo. Egli approdò casualmente a Porto Ercole verso il 1721 e scelse come luogo di ritiro proprio il promontorio, il Vescovo di Pitigliano gli concesse quindi il romitorio di Sant'Antonio. 
Con l’aumento dei religiosi il fondatore decise di erigere un nuovo edificio sul luogo indicatogli dalla Madonna.

Dopo un anno di pausa a causa della guerra di successione tra spagnoli e austriaci i lavori di costruzioni furono ripresi con il contributo inoltre di Carlo III Re di Napoli e di svariate famiglie di Orbetello. Nel settembre del 1737 il santuario fu benedetto solennemente e aperto al culto.

Edificio del Convento dei padri Passionisti
In seguito nel 1739 venne costruito l’altare di sinistra che venne dedicato a San Michele Arcangelo, nel 1746 fu edificata la cappella di Santa Maria Maddalena. La volta della chiessa venne restaurata nel 1779 che diede il via ad una serie di aggiunte che culminarono con la costruzione del campanile.

Nel 1781 si diedero inizio ai lavori di restauro generale con a capo Michele Rusconi la cui opera la possiamo ammirare nelle splendide cornici, gli stucchi, le lesene ed i capitelli.

La facciata del santuario risale invece al 1856 ed è ispirata allo stile neoclassico. Il braccio che guarda verso Orbetello fu costruito nel 1843 e subito dopo vennero erette le cappelle denominate del Crocifisso e quella dedicata al Fondatore. (Tratto dal sito http://www.viaggispirituali.it/) 



Il santuario della presentazione di Santa Maria
Alla scoperta delle origini socio-culturali del santuario Monte Argentario

Il Monte Argentario ospita un santuario dedicato alla presentazione di Maria Santissima ; è la casa della Congregazione dei Padri appassionati. Il santuario fu costruito nel 1733 da Paolo Danesi di Ovada, il fondatore della congregazione, che in seguito divenne San Paolo della Croce (San Paolo della Croce). A circa un chilometro da questa struttura, lungo la stessa strada, troverete il Convento di S. Giuseppe. Sembra che sia stato costruito da San Paolo della Croce stesso. Era sbarcato per caso a Porto Ercole nel 1721 e decise di fondare il suo eremo nella zona. Il terreno gli fu concesso dal vescovo di Pitigliano che gli diede l'eremitaggio di Sant'Antonio. In seguito il fondatore decise di costruire un nuovo edificio in un luogo che la Vergine Maria gli aveva indicato.