mercoledì 31 maggio 2023

Varallo Sesia (VC) - La Vergine Assunta


Basilica dell'Assunta

Venne eretta a partire dal 1614 su volere di Carlo Bascapè, allora vescovo di Novara, progettata da Bartolomeo Ravelli e di Giovanni d'Enrico e terminata nel 1713. La basilica è consacrata a Maria Assunta.

Nel 1649, dopo il completamento del presbiterio e del coro, si trasportò al suo interno l'antica statua lignea della Madonna dormiente) (posta attualmente nello scurolo, l'angolo più appartato della basilica, nella settecentesca cripta) che divenne oggetto di speciale devozione.

Nel 1678 anche la cupola della basilica poteva considerarsi terminata, con la collocazione delle statue policrome in terracotta che la decorano in guisa di Paradiso.

I secoli successivi videro il completamento della facciata della basilica assieme a rifacimenti e ad alcune estensioni del complesso delle cappelle. 

Nel 1894 il bronzista Giovanni Lomazzi realizzò il prezioso portone in bronzo, disegnato dell'architetto Giovanni Ceruti. A partire dal primo Novecento, si resero necessari numerosi interventi manutentivi, l'ultimo dei quali, ha riguardato nel 2006 il restauro della cappella della Crocifissione.

Clicca sull'immagine per visitare il santuario


martedì 30 maggio 2023

Savona (SV) - Nostra Signora di Misericordia


Il Santuario di N. S. di Misericordia

Il santuario di Nostra Signora della Misericordia è un santuario mariano che sorge in località Santuario del comune di Savona.

La frazione è cresciuta intorno alla basilica eretta sul luogo dell’apparizione di Nostra Signora della Misericordia al beato Antonio Botta, avvenuta nel 1536.

Il 17 maggio 2008 il santuario ha ricevuto la visita di papa Benedetto XVI in occasione del viaggio pastorale del pontefice a Savona e Genova. L’ultimo pontefice che sostò presso il santuario fu Pio VII nel 1815 dove in tale occasione incoronò l’effigie di Nostra Signora della Misericordia, patrona di Savona. Papa Benedetto XVIha invece insignito il santuario dell’onorificenza della Rosa d’oro, la seconda in Italia dopo il santuario di Loreto insignita dal pontefice Giovanni Paolo II.

Nostra Signora della Misericordia è la patrona della città di Savona. Viene festeggiata il 18 marzo. In quel giorno del 1536, infatti, la Madonna sarebbe apparsa diverse volte al contadino Antonio Botta[1], in una località a circa sei chilometri dal centro della città che oggi ha preso il nome di Santuario.

Santuario di Nostra Signora della Misericordia (Savona)

Cripta del santuario
In quel periodo Savona stava impegnando tutte le sue forze in una guerra contro la Repubblica di Genova, conflitto inserito in un panorama storico che vedeva alleanze composite e che vedeva la città ormai prossima alla capitolazione.

Secondo la tradizione il messaggio della Madonna invitava Genovesi e Savonesi a esercitare misericordia e non giustizia.

Dopo la presunta apparizione fu costruito il Santuario di Savona, dedicato appunto a Nostra Signora della Misericordia, e nei dintorni furono edificati ospizi per anziani e orfanotrofi, molti dei quali funzionanti fino alla seconda metà del Novecento (resta attivo un ospizio per anziani).

Nella cripta si trova la statua della Madonna della Misericordia, come viene comunemente chiamata, incoronata da papa Pio VII dopo essere stato liberato dalla sua prigionia savonese, che aveva avuto inizio nel 1809.

Il 17 maggio 2008 il santuario ha ricevuto la visita di papa Benedetto XVI, in occasione della visita del pontefice a Savona e Genova. 

(Articolo tratto dal web https://www.santuaritaliani.it/)


domenica 28 maggio 2023

Pentecoste



INVOCAZIONI PER LA PENTECOSTE

Spirito di Sapienza, ti adoro: fammi conoscere la vanità delle cose terrene e l'importanza delle celesti. Gloria al Padre,..

Spirito di Intelletto, ti ringrazi: illumina la mia mente nella fede, perché essa mi sia guida in ogni azione. Gloria al Padre,..

Spirito di Consiglio, ti lodo: fammi docile sempre alle tue sante ispirazioni. Gloria al Padre,..

Spirito di Fortezza, ti benedico: rendimi invincibile alle tentazioni ed ai nemici dell'anima mia. Gloria al Padre,..

Spirito di Scienza, ti glorifico: aiuta la mia mente nelle imprese, solo e sempre alla gloria del Signore. Gloria al Padre,..

Spirito di Pietà, ti prego: fammi la grazia, che le mie orazioni siano più fervorose e più raccolte. Gloria al Padre,..

Spirito di Santo Timore, ti amo: che mi ricordi dappertutto della presenza di Dio, per amarlo dappertutto. Gloria al Padre,..
V. Manda il tuo Spirito ed essi saranno ricreati
R. e rinnoverai la faccia della terra.

O Dio, che hai ammaestrato i cuori dei fedeli con la luce dello Spirito Santo: dà a noi di gustare ciò che secondo il medesimo Spirito è bene, e di godere sempre della sua consolazione.
Per il Signore Gesù Cristo, nell'unità dello Spirito Santo.



PREGHIERA PER LA PENTECOSTE

Tu o Maria sei unita nella preghiera con gli Apostoli nel Cenacolo.

Lì per opera dello Spirito, dono di Cristo Risorto, nasce la Chiesa,

comunità di amore, in cui ogni barriera fra gli uomini viene abbattuta.

Questa è la missione della Chiesa e di ogni cristiano:

riconciliare gli uomini con Dio e tra loro per fare dell'umanità intera una comunione di persone.

Ave, o Maria...

O Signore, lo stesso Spirito Santo che era sceso su Maria
per far nascere in Lei Gesù figlio di Dio,
scende di nuovo su di Lei e sugli Apostoli nel cenacolo
per dare vita alla Chiesa, Corpo Mistico di Cristo.
Concedi, ti preghiamo, che i cristiani siano nel mondo
segno e forza attiva di unità fra tutti gli uomini.

Per Cristo nostro Signore. Amen.



PREGHIERA DEGLI SPOSI NEL GIORNO DELLA PENTECOSTE

Spirito Santo fate che nella nostra vita di sposi
possiamo imitare l'unione che esiste fra Cristo e la Chiesa
e che sappiamo essere testimoni
dell'amore sponsale e paterno di Dio
per le anime nostre.



sabato 27 maggio 2023

Borghetto (PA) - Vergine Santissima del Romitello


Santuario di Romitello 

Borgetto o Burgettu, come lo chiamano in dialetto i suoi 7 mila abitanti, è un comune della Città Metropolitana di Palermo. Qui, a oltre 700 metri s.l.m. tra le principali attrazioni della zona, c’è il Santuario di Romitello
Il Santuario di Romitello a Borgetto sorge a pochi km dal centro ed è immerso nel verde.
Il nucleo originale del Santuario nasce nel XV secolo, nelle forme di una piccola cappella privata e nei secoli acquista sempre maggiore importanza, anche in virtù delle opere d’arte sacra che custodisce. 
Ma facendo un passo indietro nel tempo, risaliamo alle origini di questo complesso:
qui, infatti, si manifestò la Madonna, rivelandosi a un monaco benedettino vissuto nel XIV secolo.
 Il Santuario nacque proprio come cappella personale del monaco, nel luogo dove il religioso aveva trascorso gli ultimi sei anni della sua vita, mentre l’edificio fu ampliato ed elevato al rango di Santuario nel 1464. L’apparizione della Vergine è stata immortalata nel quadro che ancora oggi è custodito all’interno del Santuario, mentre il Santuario stesso nel 1971 è stato dichiarato Parrocchia di Borgetto. L’architettura del Santuario di Romitello a Borgetto e le opere che custodisce.


Il Santuario di Romitello è un edificio sacro immerso nel verde della montagna. Accessibile da una piazzola in mattonato, l’ingresso si trova al centro della facciata nel primo ordine, inserito in un’alta cornice ad arco che arriva a sfiorare il secondo ordine. Ai lati, sono posti due ingressi secondari, incorniciati da archi di dimensioni ridotte. Nel secondo ordine troviamo le finestre e il rosone, che pure rientra nella medesima cornice del portone d’ingresso. In cima alla facciata, si erge un colonnato in stile gotico, con trifora in pietra sotto cui sono appese le 3 campane del Santuario.


All’interno, l’edificio è grande e decorato in stile moderno. L’opera più importante che si può ammirare nel Santuario è il quadro della Madonna del Romitello, al quale viene tributata grande devozione da parte dei fedeli, durante la festa a lei dedicata ogni anno, in virtù delle sue attribuzioni miracolose.


venerdì 26 maggio 2023

Brescia (BS) - Madonna delle Brine


Chiesa di Santa Maria del Carmine

«Li Ill.mi Sig.ri rettori ordinano dopo lunghissime contese tra la città et Scola da l'una, et li PP. del Carmine dall'altra, che si levi la Madonna d'essi dalla Chiesa, e vi sia solo quella di S. Luca».

Così annotava nei suoi diari G. Battista Bianchi il 20 genaro 1627.

È una nota curiosa che indica come i fedeli della chiesa del Carmine, e non solo quelli del rione, non volessero perdere la loro identità che si identificava nella devozione popolare alla venerata immagine della Madonna delle Brine.

Il Cielo non era favorevole perché abbondava di piogge od era avaro delle medesime, ed ecco tre giorni di processioni e di suppliche tanto da ottenere la desiderata pioggia o serenità.

Già alla fine del secolo scorso si temeva che il quartiere perdesse la sua identità perché andava scomparendo anche il dialetto proprio del rione.
Oggi che si può dire: solo la chiesa è rimasta lì, rinserrata tra le vecchie case conservando la sua autenticità.

I Carmelitani a Brescia
Una nota del Libro Potheris del 1233 rivendica la proprietà al Comune del muro posto a mattino e a sera del Garza dal ponte marmoreo (Ponticello) alla casa Girardini e definisce come non deve essere coperta la via fuori del ponticello e non si devono fare i tetti delle case di legno a foggia di pergole. E poco dopo ancora «non si costruiscano case fuori e dentro le porte del ponticello». 

Altare della Madonna delle Brine

Era l'intraprendenza degli artigiani che, calati in città, occupavano via via il suolo pubblico vicino alle mura. Anche un primo spostamento della porta e quindi delle mura di canton d'Albera, attuale incrocio tra via del Carmine e via Battaglie, è durato poco, perché nell'anno 1239 fu affidata ad un gruppo di esperti la costruzione delle nuove mura che includessero tutti i sobborghi della città, mura che avranno termine, sotto la guida del frate umiliato Alberico di Gambara nel 1249. Sono le mura che hanno resistito fino al nostro secolo!

Nel 1346, quando il quartiere si era popolato ed oltre i casotti di legno e paglia incominciavano a sorgere alcune case distinte di artigiani che avevano fatto fortuna, il vescovo di Brescia, Balduino Lambertini della Cecca di Bologna, di ritorno dall'Oriente, dove aveva conosciuto i Frati Carmelitani, li chiamava a Brescia, per assistere questo quartiere popoloso trascurato sia dai Monaci Cassinesi di S. Faustino come anche dai Canonici Regolari di S. Giovanni.

Probabilmente ha loro affidato una chiesetta dedicata all'Annunciazione. I frati incontrarono subito il favore della popolazione e del Comune soprattutto per la loro opera di assistenza agli appestati dell'epidemia scoppiata solo dopo due anni dalla loro venuta a Brescia in cui si distinsero per la loro abnegazione e carità.

La presenza dei Frati al Carmine fu continua, sia pure con alterne vicende, con momenti di gloria tanto che nel piccolo e disagiato monastero si tennero dei capitoli generali.


Nel 1458, furono sostituiti dai confratelli della Congregazione di Mantova essendo decaduti dalla loro osservanza a motivo anche della disagiata abitazione.

Mantova nel secolo XV fu centro propulsore di una riforma della regola che riportava l'Ordine alla primitiva osservanza. Vi rimasero fino alla soppressione del 1797.

La storia ottocentesca si disperde in una serie infinita di pratiche burocratiche che vedono protagonisti Municipalità, Demanio, Curia, Ministeri del Culto e della Pubblica Istruzione. I locali del vecchio convento vengono adibiti a carcere giudiziario e ad istituto scolastico. La Chiesa viene officiata da un Rettore.

Dopo alcuni anni di chiusura della Chiesa nel 1981 arrivano, in qualità di custodi, i Padri Maristi, già presenti e operanti a Brescia da alcuni decenni.  (Tratto dal sito web http://web.tiscali.it/chiesacarminebs/index2.htm)

giovedì 25 maggio 2023

Grado (GO) - Madonna di Barbana

Santuario di Barbana

Barbana è un’isola posta all’estremità orientale della laguna di Grado, sede di uno tra i più antichi santuari mariani del mondo. Si estende su circa tre ettari e dista circa cinque chilometri da Grado; è abitata in modo stabile da una comunità di monaci benedettini. Il suo nome deriva probabilmente da Barbano, un eremita del VI secolo che viveva nel luogo e che raccolse attorno a sé una comunità di monaci.

Le origini dell’isola sono relativamente recenti: la laguna di Grado si è infatti formata tra il V e il VII secolo su di un’area precedentemente occupata dalla terraferma. Il luogo ospitava, in epoca romana, un tempio di Apollo Beleno e, probabilmente, l’area destinata alla quarantena del vicino porto di Aquileia.
Un piccolo bosco si estende sul lato occidentale dell’isola e ne copre più della metà della superficie: vi sono bagolari, pini marittimi, magnolie, cipressi e olmi. L’isola di Barbana è collegata a Grado da un regolare servizio di traghetti, con partenza dal Canale della Schiusa. Il viaggio richiede circa 20 minuti di navigazione. L’isola è inoltre dotata di un piccolo porto e può essere raggiunta anche con mezzi privati.


Nascita del Santuario
Secondo la tradizione, la nascita del santuario della Madonna di Barbana risale all’anno 582, quando una violenta mareggiata minacciò la città di Grado: l’eccezionale evento meteorologico, che allora destò grande stupore e preoccupazione, si inserisce probabilmente nella genesi dell’attuale laguna. Al termine della tempesta un’immagine della Madonna, trasportata dalle acque, venne ritrovata ai piedi di un olmo (o, secondo un’altra tradizione, sui suoi rami), nei pressi delle capanne di due eremiti originari del trevisano, Barbano e Tarilesso. Il luogo era allora relativamente lontano dalla linea di costa e il patriarca di Grado Elia (571-588), come ringraziamento alla Madonna per aver salvato la città dalla mareggiata, fece erigere una prima chiesa.


Attorno a Barbana si formò una prima comunità di monaci che resse il santuario per i successivi quattro secoli. In questo arco di tempo il mare proseguì la sua avanzata: nel 734, da un documento di papa Gregorio III, si apprende infatti che Barbana era già un’isola. La chiesa venne probabilmente ricostruita più volte e la stessa immagine della Madonna, non si sa se una statua o un’icona, andò perduta.
Attorno all’anno mille, subentrarono i benedettini che custodirono il santuario per cinquecento anni. A questo periodo risale la pestilenza che investì Grado nel 1237 e l’origine del pellegrinaggio annuale della città a Barbana.

Dal 1400 ad oggi
Dal 1450 è documentata la presenza di frati francescani conventuali, che sostituirono i benedettini prima in chiave provvisoria e poi, dal 1619, in modo definitivo. I francescani, che nel 1738 eressero una nuova chiesa a tre navate, rimasero nell’isola fino al 1769, quando la Repubblica di Venezia soppresse il convento.
I legami di Venezia con il santuario, a dispetto di questo provvedimento, furono comunque sempre intensi, com’è testimoniato da lasciti testamentari di dogi (Pietro Ziani, 1228) e dall’esistenza, in passato, di un’apposita confraternita di gondolieri (la “Fratellanza della Beata Vergine di Barbana”). Lo stesso bassorilievo dell’altare maggiore della chiesa di Barbana rappresenta, non a caso, una gondola in laguna.

Dopo l’allontanamento dei frati, il santuario venne quindi affidato per oltre 130 anni ai sacerdoti diocesani, prima di Udine (1769-1818), poi di Gorizia (1818-1901). Un ruolo di particolare rilievo venne svolto da don Leonardo Stagni, al quale si devono la costruzione degli argini (1851), la realizzazione dell’attuale cappella del bosco nel luogo dove venne ritrovata l’immagine di Maria (1854) e l’incoronazione della Madonna di Barbana (1863) ad opera del Beato Papa Pio IX.
Nel 1901 il santuario venne affidato ai frati francescani minori della provincia dalmata che edificarono un nuovo convento, curarono alcune bonifiche e misero mano alla costruzione dell’attuale chiesa. Nel 1924, mutati i confini politici, il testimone passò ai confratelli della provincia veneta di San Francesco, che hanno provveduto alla realizzazione della casa di esercizi spirituali “Domus Mariae” (1959) e delle più recenti casa del pellegrino (1980) e cappella della riconciliazione (1989).

Nel 2019 i frati minori hanno lasciato il Santuario; questo è attualmente custodito da una comunità di monaci benedettini della Congregazione Benedettina del Brasile, che nel giorno 6 gennaio 2020 hanno ivi fondato il Monastero di Santa Maria di Barbana.

La chiesa
L’isola è dominata dalla mole della chiesa e del campanile. La chiesa, che presenta alcuni richiami all’architettura orientale, è in stile neoromanico ed è relativamente recente. I lavori di costruzione dell’attuale edificio, che sorge sul luogo delle chiese succedutesi nei secoli passati, sono stati infatti avviati nel 1911 e completati, dopo una pausa dovuta alla prima guerra mondiale, nel 1924. Il progetto è dell’architetto goriziano Silvano Barich, che negli anni successivi disegnerà i piani anche per il santuario di Monte Santo. La semplice facciata è ingentilita da lesene di pietra e da un rosone. La struttura culmina con un’ampia cupola.

L’interno a tre navate, con soffitto a carena di nave, presenta elementi di notevole interesse nell’altare maggiore del 1706 e, soprattutto, nella statua lignea della Madonna, opera di scuola friulana della fine del Quattrocento. La statua, a grandezza naturale, rappresenta Maria in trono con in braccio Gesù bambino: lei regge con la mano destra una rosa, probabilmente a simboleggiare la fede, lui invece tiene in mano un libro, chiaro riferimento al Vangelo. I due altari laterali, in stile rinascimentale-barocco, sono di scuola veneziana e sono dedicati a San Benedetto (sulla sinistra, 1763) e Sant’Antonio da Padova (sulla destra, 1749). Della scuola del Tintoretto è invece il quadro dei gondolieri in pellegrinaggio (1771) custodito nella sagrestia, dove è possibile ammirare anche una Madonna col Bambino di autore ignoto (1734).

Gli affreschi della cupola (oltre 500 metri quadrati) sono un’opera più recente di Tiburzio Donadon (1940). Lo spazio è diviso in quattro grandi quadri rappresentati l’incoronazione di Maria, la processione del perdòn di Barbana, l’apparizione della Vergine sull’olmo, e una visione del patriarca Elia. I quadri sono separati da figure bianche che simboleggiano le quattro virtù cardinali di prudenza, giustizia, fortezza e temperanza. Le vetrate della chiesa rappresentano alcuni misteri del rosario. Il campanile, alto 47,8 metri, è stato inaugurato nel 1929: le quattro campane attuali, come invito alla pace, sono state ricavate dal metallo di cannoni tedeschi della seconda guerra mondiale. La piccola Cappella della riconciliazione, alla destra dell’altare maggiore, conserva una statua della Vergine del 1700 in pietra di Aurisina e un cippo di pietra di età romana, raffigurante un magistrato. Infine una ricca collezione di ex-voto testimoniano la forte e antica devozione popolare verso la 

Madonna di Barbana
La continua azione della laguna ha impedito la conservazione di tracce significative dei santuari più antichi. Tra le vestigia giunte fino a noi, è possibile ricordare un bassorilievo funerario rappresentate un’apparizione di Cristo risorto (X-XI secolo), un frammento dell’albero presso il quale secondo la tradizione venne ritrovata l’immagine della Madonna, un rivestimento per altare in cuoio e oro (XVII secolo), e due colonne con capitelli corinzi, quest’ultime poste oggi davanti al campanile. Nella cappella della “Domus Mariae” è custodita la statua della cosiddetta “Madonna mora”, venerata nel santuario dall’XI al XVI secolo. L’opera, in legno dipinto, è stata recentemente restaurata: curiosamente, la Madonna regge il bambino per i piedini. Della prima chiesa costruita dai francescani (XVIII secolo) sono invece rimaste numerose tracce, sia negli arredi interni che in materiale iconografico (dipinti, fotografie, bassorilievi). La chiesa, più piccola dell’attuale, si presentava con una semplice facciata bianca, successivamente ingentilita da un porticato, e aveva un piccolo campanile.

(Articolo tratto da https://www.santuariodibarbana.it/vocazione-benedettina/)


mercoledì 24 maggio 2023

Pinerolo (TO) - Madre della Divina Grazia

Basilica di San Maurizio in Pinerolo (TO)

La chiesa di San Maurizio, dedicata al comandante della legione Tebea ucciso per ordine dell’imperatore Massimiano, è situata sul colle che domina la città di Pinerolo. Le prime notizie certe della sua presenza risalgono al 1078, quando la collegiata viene citata nel diploma della contessa Adelaide, ma le prime vestigia potrebbero ricondursi ad un insediamento longobardo qui stanziato verso il 650/700 d.c.In origine doveva essere più piccola di quella attuale, e con un portico antistante o aderente alla sua facciata, ricordato nel 1222. In seguito nel XIV viene costruito il campanile gotico (1322-1333) a tre piani con finestre bifore, semplici e doppie e trifore. Esso veniva dotato di orologio fin dal 1388. Con il XV secolo le notizie diventano più numerose: nel 1445 si decise per il rifacimento del coro, che veniva spostato più a est aumentando così lo spazio in chiesa. Così facendo si spostava automaticamente il cimitero che, ricordato fin dal 1352, si trovava dietro l’abside e oltre la sacrestia. Quest’ultima, anch’essa già citata a metà XIV secolo, si è sempre trovata appoggiata al lato est del campanile.


A inizio Cinquecento la chiesa assume l’aspetto che ancora oggi propone, col rifacimento delle volte, portata da tre a cinque navate con pilastri cruciformi, abside poligonale e con la navata laterale sinistra asimmetrica. 

Negli anni successivi la chiesa subisce restauri di diversa importanza; da ricordare quelli avvenuti a fine XIX secolo quando veniva rivista la facciata, rifatte le coperture e demoliti i solai della navata centrale, sostituiti con tre volte. Si restaurò il presbiterio e l’altare; venne spostata la balaustra; si intervenne sugli altari laterali, e si accomodò il fonte battesimale a sinistra della porta grande entrando. Di questa fase è pure il nuovo impianto decorativo neogotico ad opera di Gabriele Ferrero e figlio, e di Maurizio Cavallini. Con la recente riforma liturgica l’arca della celebrazione è stata avanzata (mensa, ambone, sedi) su progetto dell'architetto Vigorelli. Oltre la chiesa, e appoggiato alla sua abside, è il santuario della Madonna delle Grazie, costruito tra il 1747 e il 1763 sul terreno del cimitero, e con la facciata disegnata dal Cambiano verso la fine del XIX secolo. L’antistante belvedere è dell’inizio de secolo successivo.

Basilica di San Maurizio (Link)