L'affresco della Madonna di Trimoggia
L'affresco della Madonna, "di greco pennello" in stile bizantino (ma molto rimaneggiata da cattivi restauri), raffigura Maria incoronata, seduta probabilmente in trono, e perciò chiamata "Kiriotissa" - Regina, nell'atto di presentarci in braccio il piccolo Gesù benedicente.
Scrive Mons. Triveri nella su citata relazione sulla sua visita pastorale 1694:
"Nel presbiterio l’altare maggiore si trova sotto un palco retto da sei colonne; come dossale ha un affresco della Beatissima Maria Vergine (non si nomina Gesù seduto sulle sue ginocchia come la vediamo oggi nell'affresco residuo) coperta da un velo e ornata da una cornice dorata."
Il Merra nel testo già citato parlando di questo affresco riporta alcune frasi del prevosto Giovanni Pastore vissuto nel Settecento, indi completa la storia con altre sue ricerche ed osservazioni:
"Alla distanza di circa cinquanta passi da questa voraggine, «si rinviene eretta quell’antica Chiesa, non molto grande, nè tanto piccola quanto si rappresenta, fabbricata alla gotica maniera, in cui si venera l’Immagine di Maria Santissima sotto il titolo di Trimoggia, nell’altare principale». Entro una vaga cornice dorata vedesi l’Immagine veneranda della Vergine, con il Bambino Gesù, seduto in seno. Questa Immagine fu ridipinta sopra una effigie del Crocifisso, in tempi posteriori, e precisamente nel 1776, quando fu rifatta la Cappella. Ciò ci viene assicurato dal Prevosto Pastore, il quale dice: «fu rinnovata la predetta Immagine della SS. Vergine, già consunta e sfigurata per l’antichità dei secoli».
L’antichissima Immagine aveva richiamata l’attenzione di Mons. D. Luca Antonio Fieschi dei Conti di Lavagna nel Genovesato, Vescovo di Andria, il quale quattrocento anni dopo il trasferimento in città dei Trimodiesi, "in testimonio di sua vivissima e specialissima devozione verso di tale effigie benedetta volle ristaurarne a proprie spese l’altare, come si rileva dalla lapide del 1776. ..."
[testo tratto da " L’immagine del SS. Salvatore in Santa Maria di Trimoggia" in "Monografie Andriesi" di E. Merra, Tip. Pontificia Mareggiani, Bologna, 1906, Vol. I, pagg. 279-334,]
La lapide a lato, che ricorda due restauri della Chiesa (tra il 1566 e il 1582 l'uno, e nel 1776 l'altro), può essere così tradotta (testo esposto negli ambienti annessi al Santuario): "D.O.M. - Il priore Tarquinio, il clero e tutti gli abitanti, a causa delle sofferenze della guerra e per le incursioni dei briganti, dovettero lasciare le loro abitazioni e il tempio di S. Maria di Trimoggia nel XII secolo, per entrare in Andria.
Dopo 400 anni Luca Antonio Flisco, vescovo di questa Città [dal 1566 al 1582], fece restaurare l'altare sopra il quale era dipinta in modo «graecanice» (stile greco) l'immagine della Beata Vergine Maria.
Il clero di S. Nicola, demolito il vecchio tempio (sacellum), consumato ormai dagli anni, ne fece costruire uno nuovo, sotto la direzione dei reverendi Don Giuseppe Scamarcio e Riccardo Raimondi. (Anno) 1776"
Introduciamo lo studio con la scheda tecnica ufficiale del SS. Salvatore:
PROVENIENZA: probabilmente è opera di artista locale, di cui però non si hanno riferimenti, né attribuzioni di altre opere.
DATAZIONE: forse è contemporaneo delle altre immagini che si veneravano e che sono presenti ancora nei paesi vicini, Barletta e Cerignola, allorché tra queste cittadine vivo era lo scambio commerciale, culturale e ... devozionale. Perciò si può assegnare la data a cavallo tra i sec. XVI e XVII.
OPERA: di autore ignoto.
MATERIALE: pittura ad olio su tela.
DIMENSIONI: larghezza cm 112 x 157 di altezza, all'interno della cornice lignea.
CONDIZIONI: non buone; la pittura cade a scaglie, perciò i Dehoniani, attuali custodi del Santuario, hanno deciso di non rimuovere più il quadro per portarlo in processione.
RESTAURO: certamente ha subito vari restauri lungo i secoli. Il primo documentato è del 1711 per interessamento del vescovo di Andria mons. D. Nicola Adinolfi, come risulta dagli atti della sua visita pastorale alla chiesa di Trimoggia. L'ultimo risale al 1953. Infatti sul retro del quadro e precisamente sul telaio in orizzontale, si legge la scritta a pennarello: restaurato in Roma marzo 1953 dal dott. Vittorio Federici dei Musei Vaticani.
INTERESSE ARTISTICO: l'immagine colpisce per la sua umanità, soprattutto nel volto.
ISCRIZIONI: nessuna.
Scrive il dehoniano P. Vincenzo Pinto nel testo sotto citato:
"Non si hanno notizie certe circa la data di composizione di questa tela che ripropone l'immagine del SS. Salvatore secondo gli stilemi notati nei quadri precedentemente esaminati (a Barletta: __ in Sant'Agostino, __ in Santa Maria Maggiore, __ in San Giacomo Maggiore; a San Mauro Forte (MT): __ in Chiesa dell'Annunziata; a Margherita di Savoia: __ nella Chiesa Madre).
L'ipotesi più credibile è che risalga alla fine del XVI secolo, ipotesi avvalorata soprattutto dall'umanità del volto, ritratto secondo i canoni pittorici dell'Umanesimo - Rinascimento.
Mons. Andrea Ariano è il primo a notare (negli «Acta Sanctae Visitationis Episcopurum Andriensium») nella chiesa della Madonna di Trimoggia l'immagine del SS. Salvatore (1691), dipinto su tela, venerato in una cappella laterale."
[testo tratto da "Iconografia del SS. Salvatore" di Vincenzo Pinto, Tip. San Paolo, Andria, 1997, pag.65]
Scrive Mons. Triveri nella relazione sulla sua visita pastorale del 23 novembre 1694:
"A destra del presbiterio, nell'abside della navata laterale è posto l’altare dedicato al SS. Salvatore, sul quale c'è un dipinto molto venerato di Nostro Signore Gesù Cristo Salvatore; ha poche suppellettili e manca della predella, per cui si ordina di abbellire l’altare e realizzare la predella di accesso."
Nel 1906 dall'immagine del quadro fu fatta scolpire una statua d'argento, purtroppo trafugata il 6 dicembre del 1983. Ecco il racconto di mons. Merra nel testo sotto citato:
"Questa bella statua di grandezza naturale, con la tinta d’argento antico, le conferisce un non so che di austero, da incutervi un sacro rispetto. Essa ritrae fedelmente la pittura del famoso antico quadro, dagli Andriesi tanto venerato. Se questa riproduzione nuoce un poco alla concezione artistica, è stato però ben fatto a conservare fedelmente anche nella statua le caratteristiche della pittura. La statua in lastre d’argento è di più di 30 Kilogrammi di cesello a sbalzo, del costo di più di 10 mila Lire. È stata lavorata dal celebre scultore A. Bonchi in Milano, in disegno obbligato dell’arte sacra. La sua altezza è di metri 1,75, e la base tutto argento è più di 10 centimetri. ..."
[testo tratto da " L’immagine del SS. Salvatore in Santa Maria di Trimoggia" in "Monografie Andriesi" di E. Merra, Tip. Pontificia Mareggiani, Bologna, 1906, Vol. I, pagg. 279-334,]
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