domenica 30 gennaio 2022

Roma (RM) - Madonna del Pianto

Dolcissima Madre,
Madre forte, Madre nostra,
ieri e sempre, Tu piangi per le nostre falsità, le nostre ipocrisie, i nostri inganni.
Tu piangi per ogni creatura non amata, oltraggiata, disprezzata, prima che uccisa offesa nell’identità e nella dignità che è vera immagine e somiglianza di Dio.
Ti preghiamo Madre, volgi il tuo sguardo su di noi.
Permettici di sanare nelle tue lacrime il dolore profondo della nostra anima,
Di ritrovare nel tuo grembo immacolato la verità di forza di amore e di libertà dei nostri primi trenta giorni di vita, per essere veri, forti e sani.
Per essere figli che nel Padre per la Croce del Figlio e nello Spirito, come te, amano incessantemente. Amen


La storia della Madonna del Pianto inizia il 10 gennaio 1546, presso il palazzo dei Cenci, famiglia corrotta e potente del tempo. Per strada, sotto un piccolo arco sormontato dall’immagine di una Madonna con bambino, due giovani litigavano.
Uno, con un coltello, stava per uccidere l’altro che lo supplicava di non farlo. Il giovane armato lasciò cadere il coltello e fece per abbracciare il compagno, ma questo afferrò l’arma e lo uccise. Di fronte all’inganno e alla violenza, l’immagine della Madonna iniziò a lacrimare. Il pianto durò per molti giorni, vi assisterono migliaia di persone, tanto che il miracolo fu subito riconosciuto e si costruì l’attuale santuario dov’è custodita l’immagine. Dio è sempre presente, ma le persone, pur volendo, non riescono quasi mai a incontrarlo. Oggi le chiese sono vuote, le persone soffrono più che mai nella fede, nell’anima, nel sesso, nei nervi, nel corpo e nella mente. Il mondo è più violento e corrotto che al tempo dei Cenci. Anche la chiesa di S. Maria del Pianto era vuota e dimenticata quando, nel 1993, padre Angelo vi entrò con il consenso della sua congregazione dei padri Oblati di Maria Vergine, che ne aveva la custodia. Nel santuario, di cui è anche rettore, Padre Angelo ha continuato a svolgere il suo servizio di sacerdote, missionario, antropologo e scienziato, incontrando ogni giorno, per almeno 8 ore, persone di ogni cultura e religione. Grazie a Padre Angelo e alla continua espansione del movimento missionario da lui fondato in Italia e nel Sud del mondo, il santuario ha ripreso vita. Oggi è conosciuto in tutto il mondo e ogni settimana, prima della pandemia, veniva frequentato da centinaia di persone provenienti da Roma, dall’Italia, dall’Africa, dall’India e dal Sud America. Nella pandemia, le celebrazioni e gli approfondimenti continuano ad essere seguiti via internet da tutto il mondo.
Padre Angelo Benolli O.M.V.

La presenza di Padre Angelo in questo santuario non è casuale. La sua esperienza infatti è profondamente collegata al pianto della Madonna. Maria, infatti, non piange solo per gl’inganni e le violenze, ma specialmente perché nessuno ne ha mai visto e risolto le cause. Questa ignoranza non è colpa di nessuno. Abbiamo una cultura che da secoli esclude Dio e mette al centro l’uomo e la sua mente razionale. Non a caso, solo ai primi del ’900 si è scoperto che il 90% delle nostre energie sono nell’inconscio e determinano, con il loro modo d’essere, la mente cosciente. Ma la scienza non dice molto di più. Incontrando quotidianamente moltissime persone per 54 anni, Padre Angelo si è trovato a contatto con l’immensa sofferenza degli uomini che, senza colpa, sono pieni d’inganni e violenze e ha voluto trovare una soluzione. Per questo non si è adattato alla scienza senza Dio e senz’anima ed alla fede che non entra nei traumi dell’inconscio, ma, a costo di stare per anni da solo con Dio, nella carità, ha sviluppato il “Carisma di Sviluppo di vita e Missione”: una nuova e completa antropologia con cui cambia l’inconscio di Freud con l’Io potenziale e fa altre grandissime scoperte. Su questa base, racchiusa nei suoi libri, video e documenti tradotti in 35 lingue, ha anche creato le comunità di 5 famiglie e i “gemellaggi mondiali” tra famiglie italiane e famiglie povere del Sud del mondo. Grazie al Carisma, alle comunità e ai gemellaggi mondiali le persone entrano nel loro inconscio, vedono e risolvono con Dio i condizionamenti negativi, sperimentano finalmente scambi intensi e veri di vita in una comunione mondiale. Così si esce da ogni inganno e violenza e finalmente la Madonna sorride. (Antonella Casini)
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La chiesa di Santa Maria del Pianto ai Catinari è un luogo di culto cattolico del centro storico di Roma, situato nel rione Regola; rientra all'interno dei confini della parrocchia dei Santi Biagio e Carlo ai Catinari ed è sede di una rettoria affidata agli Oblati di Maria Vergine.

La chiesa presenta una pianta a croce greca tronca, essendo il braccio d'ingresso appena abbozzato. «Lo spazio è articolato da paraste scanalate a chiaroscuro con zoccoli dipinti a finto marmo nero, basi di travertino dipinte a finto marmo giallo (tranne le basi delle paraste prossime all'abside [...] di marmo) e capitelli in stucco di ordine corinzio; le nicchie delle cappelle laterali, scavate nei quattro piloni, erano destinate ad accogliere delle statue». Le volte a botte del transetto e del coro (il braccio d'ingresso infatti ha anche internamente una copertura a spiovente) sono semplicemente intonacate; sobri rilievi in stucco ornano le cornici secentesche dei pennacchi - vuoti - posti alla base della cupola, e la calotta semisferica della stessa, nella quale si aprono oculi ovali e che reca, al centro, un tondo con lo Spirito Santo, di Camillo Marini.
A ridosso della parete di fondo del braccio di ingresso, al di sotto della grande finestra semicircolare, si trova la cantoria lignea ottocentesca con balaustra scolpita, poggiante su mensole; essa ospita i resti, tra cui la cassa lignea neoclassica a forma di tempietto, di un organo a canne dotato di 12 registri, privo di tutto il materiale fonico. Lo strumento era stato costruito nel 1754 da Giovanni Antonio Alari e ricostruito nel 1817 da Filippo Priori. Addossato alla balconata è lo stendardo processionale della confraternita di Santa Maria del Pianto, dipinto nel 1699 da Francesco Simoncelli (allievo di Lazzaro Baldi) con la Madonna col Bambino in gloria (recto) e il Miracolo della Madonna del Pianto (verso). Al di sotto della cantoria, murato nella parete, vi è un pluteo cosmatesco musivo del XIV secolo, ornato con quattro archetti ogivali trilobati, originariamente nella chiesa di San Salvatore in Cacabariis. Delle otto epigrafi presenti sulla stessa parete, due provengono dalla chiesa di San Martino ai Pelamantelli.

Il transetto di destra ospita l'altare dedicato a Santa Francesca Romana, realizzato nel 1702 probabilmente su disegno di Filippo Tittoni, in sostituzione di quello precedente, che proveniva dalla scomparsa chiesa di Santa Cecilia de Pantaleis (sconsacrata nel 1560); dipinto a finto marmo, ospita la coeva tela attribuita a Lazzaro Baldi Madonna col Bambino tra i santi Francesco d'Assisi, Antonio di Padova e Francesca Romana; è affiancato dal monumento funebre di Pompeo Palmieri, progettato da Giovan Battista Mola e scolpito entro il 1650. Sul lato opposto vi è l'altare del Crocifisso, risalente al 1611-1612 e completato da Tittoni nel 1690; il gruppo scultoreo in marmi policromi del Calvario che costituisce la pala risale al 1703 ed è opera di Biagio Cibocchi, mentre il Gesù Crocifisso in cartapesta dipinta è del XV secolo e proviene dall'antica chiesa di San Salvatore; nella cimasa vi è un bassorilievo in stucco con Un angelo mostra il velo della Veronica. Ai lati, il monumento funebre di Luigi Zannini (a sinistra, 1642-1644, di Benigno Angiolini e Giovanni Pagni) e una lapide che commemora il privilegio concesso nel 1617 all'altare da papa Paolo V per le celebrazioni per i defunti.

L'abside semicircolare è interamente occupata dal presbiterio, delimitato da una balaustra marmorea disegnata da Giovanni Filippo Moretti nel 1772; al di sotto dei coretti laterali, trovano luogo due dipinti da papa Leone XI per la chiesa di San Martino ai Pelamantelli e trasferiti in Santa Maria del Pianto nel 1765: essi raffigurano rispettivamente Gesù che disputa con i dottori (a sinistra, 1603, di anonimo di ambito caravaggesco) e Gesù che appare a san Martino catecumeno (a destra, 1605, di Agostino Ciampelli). La parete curva è dipinta a grisaille con grandi candelabri e girali d'acanto entro due grandi quadri laterali su fondo dorato. L'altare maggiore è in marmi policromi, con ancona sorretta da quattro colonne dipinte ad imitazione dell'alabastro e ornata con statue di Angeli rispettivamente di Domenico Prestinari (sulla trabeazione) e di Domenico Fivizzani (a sostegno della corona). Al centro, l'immagine miracolosa della Madonna che allatta il Bambino Gesù, affresco del XV secolo incoronato nel 1643 dal capitolo vaticano (notizie tratte dal sito Wikiwand).


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Si ringrazia Simona e Fernanda per il dono dell'immaginetta, qui postata, e per quanto fanno per il bene dell'Associazione Italia Solidale . . .

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