domenica 6 settembre 2015

Rocca Imperiale (CS) - Santa Maria della Nova in Cesine

Vuole la tradizione che la cappella delle Cesine, sotto il titolo S. Maria della Nova (attualmente inclusa tra i santuari designati dall’Autorità Ecclesiastica nei quali è possibile lucrare le Indulgenze Giubilari), fosse edificata ad opera di un principe pellegrino, che, dopo essere naufragato sulle nostre coste, si ritirò sull’altura antistante all’approdo a farvi penitenza di ringraziamento. 

Si racconta che il ritratto del principe figurasse sulle pareti della vecchia chiesetta, ma questa immagine è sparita nel corso dei secoli, com’è svanita l’immagine della Madonna cui il principe si era rivolto. 

L’episodio citato, dovette accadere non prima del 1400, infatti l’istituzione della festa liturgica della Visitazione risale al 1389 per decreto di Papa Urbano VI, promulgato dal successore Bonifacio IX. 

Il Giubileo che suscitò intenso fervore di pellegrinaggi, fu indetto da costui nei primi del XV secolo, per cui potrebbe darsi che il naufragio avvenne attorno a quell'epoca. Il dipinto della Visitazione che si venera ora, infatti, non è quello originario, né è originario il tempio che subì almeno tre trasformazioni


L'immagine della Madonna è riprodotta su tela ad olio e misura cm. 110 x 90; sembra risalire al1583. Il dipinto rappresenta una delle pagine più belle del vangelo; la Visitazione di Maria Vergine che accoglie la cugina Elisabetta chinata verso di lei e le sfiora con la mano il ginocchio. 
La scena risulta originale perché ambientata nel cortile di un Castello.
Nulla sappiamo circa la celebrazione delle feste dell’epoca, ma si può ritenere per certo che la solennità del 2 Luglio divenne patronale subito dopo l’incursione turca del 1644.


Madonna Miracolosa

"[. . .] Ma perché Madonna Miracolosa? Perché questa venerazione così diffusa? Uno dei motivi è rappresentato dalle testimonianze di grazia ricevuta dai fedeli. Prima della processione, difatti, la Madonna all’interno del Santuario si presenta con una corona di oro e con tante catenine di oro addosso a dimostrazione dei doni ricevuti negli anni dai fedeli. Le persone pregano e chiedono una grazia per se stessi o per un proprio congiunto e per diverse ragioni. I fedeli che ricevono la grazia poi si recano nel santuario e ringraziano la Madonna offrendo qualche oggetto in oro oppure una piccola e dignitosa offerta. Ora se consideriamo che la Madonna esce in processione con tanto oro addosso, va da sé che di miracoli ne ha fatti tanti nei secoli. E’ una Madonna Miracolosa anche per un’altra ragione che racconta lo storico rocchese Giuseppe Fiore: “Come successe l’anno 1644, al due del mese di luglio, nel qual tempo, essendo approdata ivi una grossa armata turchesca, e sbarcatovi da tre in quattromila Turchi di notte tempo, si portarono per alcune collinette vicino alle mura, mentre tutta la gente dormiva. La quale, avvedutasi all’improvviso e giudicando impossibile la difesa per le mura, si ritirò al meglio che potè dentro il castello, del quale non si poterono mai impadronire, quantunque l’avessero gagliardamente combattuto”. Anche la chiesa madre non venne risparmiata all’incendio. Da allora è sempre viva la gratitudine e la venerazione perla Madonna delle “Cesine” per aver reso incolumi dalle orde turchesche sia il suo popolo che il suo tempio, che, come si sa, non subì alcun danno per l’incendio. E mentre la processione prosegue il suo cammino la stanchezza fisica si dovrebbe far sentire, specialmente negli anziani, e invece sono tutti assorti e tranquilli in preghiera: “O Vergine Santa, che nella visita alla Tua cugina Elisabetta le apportasti innumerevoli grazie di celesti favori, visita le nostre anime e santificale come santificasti, con la tua presenza, Giovanni Battista nel grembo materno. Conforta gli ammalati; sostieni chi è stanco nel lavoro; perdona chi oltraggia il tuo nome santo; proteggi chi, in viaggio, fa ritorno in seno alla famiglia; benedici e assiti i tuoi emigrati all’estero e sparsi in tutta Italia; dona a tutti pace e serenità. Così sia.”. E si continua con l’Inno a Maria SS. della Nova: ”Vergine bella e santa, vergine benedetta, Il popolo ti canta/inginocchiato qui/In questo tempio santo/Del tuo bel trono ai piè.- Nel tempio tuo che bianco/S’erge in Cesine e pare, Al cuor traviato e stanco, Nave che in porto sta, Tu, Vergine, sai dare, Pace e serenità!….etc”.Con queste premesse la cittadina di Federico II di Svevia può senz’altro aspirare ad un turismo di massa storico-religioso, culturale ed artistico, giacché ogni anno ospita pellegrini religiosi, visitatori del rinomato castello e partecipanti al concorso internazionale di poesia “Il Federiciano” provenienti da ogni parte d’Europa." (Franco Lofrano)


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