domenica 23 aprile 2017

Jiesi (AN) - Madonna delle Grazie


Santuario della Madonna delle Grazie

In vicinanza alla chiesa di San Nicolò, un'edicola dove era affrescata l'immagine della Vergine venne trasformata in chiesa nel 1456, per ringraziare la Madonna di aver liberato la città dalla peste.
Nel 1470 l'immagine della Vergine venne di nuovo affrescata, e fu venerata nelle diverse invocazioni di "Santa Maria della Misericordia", "del Soccorso", “delle Grazie".
Per officiare la Cappella vennero chiamati i Frati Carmelitani che le costruirono attorno una chiesa dedicata alla Madonna del Carmine, che fu completata nel 1509.
Nel 1557 si ricorda un altro intervento della Madonna delle Grazie durante la liberazione di Jesi dalle truppe francesi ad opera di un manipolo di soldati guidati dal Gonfaloniere Roberto Santoni.
Due quadri collocati a fianco dell'affresco della Vergine, dipinti dal pittore veneto Angelo Zona nel 1843 e dallo jesino Luigi Mancini nel 1850, stanno a ricordare gli interventi miracolosi della Madonna contro la peste e contro i francesi.
Verso il 1619 venne eretto l'attuale campanile dalla caratteristica cuspide ottagonale, mentre dal 1751 al 1756 la chiesa venne completamente ristrutturata in stile barocco su disegno dello jesino Nicola Maiolatesi.

Sui cinque altari laterali sormontati da colonne e pregevoli decorazioni a stucco, vennero collocate altrettante tele raffiguranti i misteri della vita di Cristo, dipinte dal fabrianese Luigi Lanci, tranne la "Natività", realizzata nel 1759 dall'artista anconetano Nicola Bertucci. Anche la Cappellina venne riadattata al nuovo gusto artistico dell'epoca e secondo il progetto di Mattia Capponi, mentre le decorazioni della volta furono eseguite da Luigi Lanci.
I Carmelitani, che vennero allontanati nel periodo napoleonico e subito dopo l'Unità d'Italia, sono di nuovo custodi del Santuario delle Grazie, ospitati nell'attiguo convento completato nel 1624 con la costruzione del chiostro, caratterizzato dalle lunette affrescate con storie della vita di Santa Teresa d'Avila (http://www.comune.jesi.an.it/).

La Madonna delle Grazie rappresenta un segno importante di fede nella diocesi di Jesi; è il santuario al quale tutti si sentono legati. La sua posizione centrale nella città lo rende un luogo privilegiato per l’incontro con la Madre che accoglie, ascolta, ama, benedice. 

La presenza familiare dei padri carmelitani è un invito a sostare in preghiera, ad accostarsi al sacramento della Confessione, a partecipare alle diverse celebrazioni o semplicemente ad accendere una candela. 

Immagine di repertorio

La Festa della Madonna delle Grazie ricade la prima domenica dopo Pasqua (quest'anno il 23 aprile 2017) con una solenne processione



Il Manto della Madonna
 

La Madonna delle Grazie (di Jesi), ci spinge a scorgere nella maternità spirituale di Maria il riflesso della misericordia di Dio. Com'è noto, tale raffigurazione rientra infatti nella tipologia della "Madonna del manto" (v. immagine web): allargando il suo mantello Maria protegge i fedeli raccolti sotto di esso.
Con carità di madre si prende cura dei fratelli del suo Figlio che sono ancora pellegrini, posti fra pericoli e tribolazioni, fino a quando non siano condotti nella patria beata» (LG, 62).
A questo proposito, il Concilio Vaticano II, nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium (LG), ci ricorda che la Madre di Gesù «assunta in cielo non ha deposto questa sua funzione di salvezza, ma continua ad ottenerci i doni della salvezza eterna mediante la sua molteplice intercessione. Il manto protettivo di Maria ci ricorda dunque il suo essere, per così dire, "strumento" della misericordia di Dio, senza nulla togliere né aggiungere all'unica mediazione di Cristo: per questo «viene invocata nella chiesa con i titoli di avvocata, ausiliatrice, soccorritrice, mediatrice» (LG, 62).
In tale contesto si potrebbe contemplare la sua protezione materna, espressa dal coprire con il manto, come un raggio della grande cura che Dio ha per il suo popolo, ben evidenziata nella Scrittura dal binomio misericordia/rifugio (cf. Sai 143,2)2.
Del resto, lo stesso Gesù si serve dell'immagine della chioccia che raduna i pulcini sotto le proprie ali: «Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!» (Mt 23,37).
In ambito liturgico, nella raccolta di Messe in onore della Beata Vergine Maria, per il tempo ordinario è previsto un formulario dal titolo Maria Vergine Regina e Madre della misericordia.
Nel prefazio troviamo sintetizzati gli aspetti sopra evidenziati: Maria è la regina clemente, esperta della benevolenza di Dio, che accoglie quanti ricorrono a lei nella tribolazione; è la madre di misericordia, sempre attenta alle invocazioni dei figli, perché ottengano da Dio l'indulgenza e la remissione dei peccati.
Osservando l'affresco della Madonna delle Grazie, anche la persona meno attenta ai particolari coglie la differenza di proporzione tra la Vergine e i fedeli che le stanno attorno: la figura di Maria emerge infatti in maniera monumentale su questa piccola folla.
Paradossalmente, anche questo particolare ci invita a contemplare la Vergine Maria solidale e maternamente unita al popolo di Dio ancora in cammino verso la patria celeste. Infatti, se «precede di gran lunga tutte le altre creature celesti e terrestri (...) allo stesso tempo resta congiunta, nella razza di Adamo, con tutti gli uomini bisognosi di essere salvati (...). Perciò è riconosciuta come membro sovreminente e singolarissimo della Chiesa, sua figura e modello eccellentissimo nella fede e nella carità» (LG, 53) (dal Sito web dei Padri Carmelitani http://ocarm.org/it/).


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