sabato 2 settembre 2017

San Vito al Tagliamento (PN) - Madonna di Rosa


(Immaginetta donata dalla Sig.ra Laera)
La storia del Santuario «Madonna di Rosa e Gesù Misericordioso» e dell’Immagine della Madonna, ci porta nel lontano 1600, e precisamente nel 1655, ed è legata alle vicende del fiume Tagliamento. Il fiume, che scende dalle Alpi Carniche, nei millenni ha accumulato soprattutto nel suo medio corso un enorme manto di ghiaia, sotto cui scorre sotterraneo per lunghi tratti, riemergendo qua e là con vene più o meno turgide e regolari, come trecce che si fanno e si disfano continuamente.

Da sempre il grande fiume, nei periodi di forte piovosità nella catena alpina, ingrossa a valle le sue acque, diventando «rapace e feroce, mutevole e travolgente». Della sua irruenza, ne sapevano qualcosa i diversi villaggi sparsi ai bordi del suo alveo e ne sapeva qualcosa anche il nucleo abitativo di «Rosa» che, più volte aggredita dalle violenti piene del Tagliamento, nel giro di circa tre secoli dovette occupare ben quattro diverse posizioni, come testimoniano le quattro chiesette costruite negli anni dal 1648 al 1851: una sulla sponda sinistra del fiume e tre sulla sponda destra.

Giacomo Giacomuzzi di Rosa, per sé e la sua numerosa famiglia, nel 1649 ricostruì una nuova abitazione, portandosi però dalla sua vecchia casa un riquadro di ciottoli di fiume, nella cui facciata in calce era stata affrescata una dolce Madonna con il Bambino in braccio. Nell'abbattere la vecchia casa, quel quadrato, con l’immagine della Vergine, pur cadendo, non si era rotto. E pertanto egli pensò di ricollocarla nella sua nuova casa, proprio all'entrata, sotto il portico.



Davanti a quell’immagine spesso la sua famiglia si raccoglieva in preghiera. Eppure sia lui che molti del paese avevano la brutta abitudine di imprecare, durante la giornata e nel lavoro dei campi, contro Dio, con frasi blasfeme, lamentandosi per la dura vita, per l’inclemenza del luogo, dopo la carestia e la peste.

L’apparizione della Beata Vergine

Il 2 febbraio 1655, festa della Presentazione di Gesù al tempio (detta «Candelora»), la bambina Maria Giacomuzzi (o Giacomuzzo), di 6 o 8 anni, sta pregando con la sorella e due zie davanti all’affresco della Beata Vergine Maria, situato sotto il portico della casa del nonno Giovanni (Zuane), a Villa di Rosa, allora sulla sinistra del Tagliamento.

Improvvisamente solo a lei, ammalata di epilessia, appare una bella Signora vestita di bianco, che le sorride e la invita ad accostarsi. Parlandole in modo familiare le chiede di rivolgere un severo monito a tutta la comunità, in particolare al padre Giacomo, affinché si astenga dalla bestemmia, se vorrà evitare future catastrofi. Se così sarà fatto anche lei verrà guarita dal male che la sta molestando.
La Signora chiede anche di essere trasferita in «luogo più decente», posto nelle vicinanze di una strada frequentata.
Giacomo Giacomuzzi resta particolarmente colpito dal racconto della figlia, forse perché chiamato direttamente in causa. Riferisce subito l’accaduto al curato di Villa di Rosa, che non crede al suo racconto.
Si reca quindi dal pievano della vicina Pieve di Rosa ed anche in questo caso viene liquidato come un sognatore.

Nella chiesa di San Vito al Tagliamento viene finalmente ascoltato con attenzione da un frate, Padre Vitale Vitali, giunto a San Vito al Tagliamento per le confessioni in previsione della Pasqua.
Il frate, avendo creduto al racconto, ottiene l’assenso del pievano e del capitano di San Vito per verificare la possibilità di trasportare l’affresco in questa cittadina.

La famiglia Giacomuzzi decide di acconsentire alla richiesta di trasferire l’immagine miracolosa a San Vito, sulla sponda opposta del Tagliamento, mettendo anche a disposizione i propri buoi per il trasporto, che viene eseguito il mercoledì dopo Pasqua dello stesso anno (31 marzo 1655). Questo avvenimento verrà successivamente commemorato la prima domenica dopo Pasqua.
L’immagine viene riposta all’interno della Chiesa di San Nicolò, posta fuori le mura di San Vito al Tagliamento, in prossimità del campanile dell’attuale Santuario.

Padre Vitali redige quindi un resoconto dettagliato di tutti questi fatti e lo invia ai propri superiori.
Si diffonde immediatamente il culto e la devozione all'immagine della Madonna di Rosa, alla quale vengono attribuiti ripetuti eventi miracolosi.

Nel corso dei secoli la Chiesa è più volte ampliata ed abbellita. Nel 1800, su progetto dell’architetto sanvitese Lodovico Rota, la chiesa subisce profondi miglioramenti e diventa il Santuario della Madonna di Rosa.
Il 22 marzo 1945 un ultimo e terribile bombardamento distrugge completamente il Santuario e risparmia il campanile, sul quale restano peraltro evidenti, ancora oggi, i segni delle schegge.
Fra i cumuli di macerie viene rinvenuta, miracolosamente intatta, l’immagine della Madonna di Rosa.
Nel dopoguerra, grazie all’opera dei frati francescani ed alla generosità di molti fedeli, viene costruito un nuovo Santuario, sul lato opposto della strada statale (463), lungo la quale sorgeva il precedente.
Ancora oggi il Santuario della Madonna di Rosa è meta di molti pellegrini e punto di riferimento per i fedeli della destra e della sinistra del Tagliamento.

Ulteriori notizie sull’apparizione della Madonna a Rosa e sulla storia del Santuario di Madonna di Rosa sono riportate nel libro «La Rosa erosa. Studi su una comunità fra le acque».
Nel 2005, in occasione del 350º anniversario dell’apparizione, è stata realizzata una mostra fotografica, nella quale viene ricordata la storia dell’apparizione e gli eventi legati al Santuario.

(Articolo di Don Mario Morra sdb, che ringraziamo)

IMMAGINI:
1 Immaginetta recante l’effigie della Madonna di Rosa che miracolosamente si salvò da diversi disastri e tuttora conservata nel Santuario di San Vito al Tagliamento. 
2 Il Santuario della Madonna di Rosa.
3  Interno del Santuario: navata centrale lunga 60 metri, alta 17 e larga 14 metri. Il Santuario venne riaperto al culto il 28 agosto 1960.

Sito Web del Santuario


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