sabato 28 maggio 2016

La Vergine del Cobre

Dicono che è grazie alla sua intercessione che Cuba guadagnò l’indipendenza nella guerra ispano-americana del 1898. La popolazione ha venerato la Vergine del Cobre anche durante la dittatura comunista, sotto Fidel Castro. “Lei è il cuore spirituale di tutti i Cubani” ed “un simbolo della nazionalità e della cultura cubane, anche per i non-credenti” – assicura l’Arcivescovo di Santiago di Cuba parlando dell’immagine della Madonna, conosciuta come Patrona di Cuba e Vergine della Carità.
Alle processioni mariane hanno preso parte anche militari e politici di alto rango.

La leggenda vuole che nel 1612 tre ragazzini abbiano scorto l’immagine della Vergine galleggiare fra le onde della Baia di Nipe. La statuetta, quando i giovani pescatori la tirarono via dall'acqua, era asciutta e sul suo piedistallo c’era scritto: “Sono la Vergine della Carità”. I ragazzi si precipitarono al Cobre, con la “loro scoperta”, e qui la gioia dei credenti fu talmente grande che in Suo onore vennero eretti un altare ed una cappella. Per celebrare il quarto centenario da tale ritrovamento, la statuetta della Vergine (alta appena 30 centimetri) è stata accolta, in un viaggio durato un anno e mezzo, in tutte le diocesi dell’isola.

I decenni di propaganda atea, del primo Stato comunista del mondo occidentale, hanno lasciato traccia. Ufficialmente nell'isola vivono 6,7 milioni di cattolici che, insieme ai cristiani evangelici, rappresentano il 69,9% della popolazione totale, ma molti di costoro non sono praticanti. Questa sembra essere, tuttavia, una situazione temporanea dal momento che il culto per la Vergine aumenta di giorno in giorno. Ogni anno, almeno mezzo milione di persone si reca in pellegrinaggio al santuario nazionale del Cobre dove, oltre alla chiesa, c’è una casa di accoglienza, una casa per le cinque suore che si occupano del Santuario, un piccolo convento per le Suore Contemplative Missionarie della Carità, una vecchia casa parrocchiale ed una casa per esercizi spirituali e congressi che, ad oggi, è l’unico centro di formazione ecclesiale della provincia.

È da più di mezzo secolo che non viene fatta alcuna opera di ristrutturazione integrale del complesso, i cui edifici furono in parte usati dai comunisti per altri fini. Però la Vergine è rimasta lì, ed i cubani Le sono fedeli devoti. È giunto il momento di avviare le necessarie opere di ristrutturazione. Con una campagna dal titolo “Da ogni cubano una moneta per la Vergine del Cobre”, i Vescovi sperano di raccogliere almeno il 10% dei costi di ristrutturazione del centro di pellegrinaggio. Si spera in altre donazioni da parte dei cubani in esilio. “Aiuto alla Chiesa che Soffre” desidera contribuire con 100.000 euro ai lavori di restauro. Le donazioni saranno destinate prima di tutto al rinnovamento della casa di accoglienza (per gli ospiti del santuario) e della casa parrocchiale. I Vescovi sperano che prima dell’arrivo del Papa possa essere costruita anche una piazza, una Via Crucis ed una sala polivalente. 

Dopo la visita fatta da Papa Giovanni Paolo II, nel 1998, in occasione della quale il pontefice incoronò la Vergine del Cobre, Cuba ha riallacciato a poco a poco le sue relazioni con la Chiesa Cattolica. (tratto dal sito Aiuto Alla Chiesa che Soffre: http://acs-italia.org/progetti-in-corso/test-progetto-in-corso/#.U2YsHfl_swB)


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L’Identità cubana e la devozione per la vergine della carità
Il cappellano del santuario nazionale della Virgen de la Caridad, vicino a Santiago de Cuba, spiega il significato della devozione dei cubani verso la madre di Cristo



“Il novantanove percento dei cubani è devoto alla “Virgen de la Caridad” (La Vergine della Carità), anche se meno del 10% di essi è cattolico praticante” mi ha riferito alla vigilia della visita di Papa Benedetto Padre Jorge Enrique Palma Arrue, il cappellano del più famoso santuario dell’isola.

Quando l’ho incontrato al santuario di El Cobre, a circa 20 minuti di auto da Santiago de Cuba, era felicissimo dell’arrivo del Papa in occasione delle celebrazioni per il quarto centenario. “È il primo Papa che si reca al santuario per pregare dinanzi alla Virgen de la Caridad”, ha rivelato.

Quando Giovanni Paolo II visitò Santiago de Cuba nel 1998 non si recò al santuario. Al contrario, la venerabile statua fu portata nella Plaza Antonio Maceo della città e fu collocata sull’altare durante la celebrazione della messa. Padre Jorge era presente e consegnò la corona al Papa polacco che poi la posò sul capo della Vergine.

Anche questa volta la statua è stata prelevata dal santuario e collocata sull’altare durante la celebrazione della messa di Benedetto XVI il 26 marzo nella stessa piazza. Tuttavia, la sera stessa èstata riportata al santuario per consentire al Papa, la mattina successiva, di pregare dinanzi all'immagine sacra che il suo predecessore Benedetto XV dichiarò patrona di Cuba il 10 maggio 1916.

Papa Benedetto è solo l’ultimo di una lunga fila di pellegrini giunti nel corso di 400 anni per pregare davanti alla famosa statua, ha osservato Padre Jorge.

La devozione alla Virgen risale al 1606, quando tre pescatori locali trovarono la statua di legno alta 60 cm che galleggiava nelle acque della Bahia de Nipe, nella costa nord occidentale di questa bellissima isola caraibica, con incise nel legno le parole che la identificavano come “La Virgen de la Caridad.” Due dei pescatori erano indios, Juan e Rodrigo de Hoyos, e il terzo era uno schiavo nero, Juan Moreno. La loro storia è rappresentata in una serie di dipinti presso il santuario.


Dopo il ritrovamento, l’immagine sacra fu trasferita alle miniere di rame di El Cobre. Per ospitare la statua, nel 1684 fu costruito lì vicino il primo santuario e i pellegrini iniziarono ad arrivare perpregare di fronte a quella che fu considerata sin dal principio una statua miracolosa.

Presto, la devozione nei confronti della Virgen si legò profondamente ai principali eventi della storia del popolo dell’isola, costituito da indios, africani, spagnoli, haitiani e altri gruppi etnici.

“Essere cubani - ‘La Cubania’ – significa essere devoti alla Vergine della Carità”, ha affermato Padre Jorge. “C’è un sentimento sociale, culturale ed emotivo legato a questa devozione”, ha spiegato, “ma alla radice esiste anche un sentimento religioso”.

Nel 1886, Carlos Manuel de Cespedes, che lottò per l’indipendenza di Cuba, pregò in questo luogo per la libertà di Cuba. Inoltre, il 12 luglio 1898, fu celebrata una messa di ringraziamento in occasione della fine del dominio spagnolo a Cuba.

Negli anni ’50 molti nazionalisti cubani portarono con sé l’immagine della Virgen quando si unirono a Fidel Castro e a ‘Che’ Guevara sui monti della Sierra Maestra, per lottare contro il dittatore cubano Fulgencio Batista, che fu poi destituito nel 1959. La madre di Fidel e Raul Castro, secondo quanto è stato riferito, diede ai suoi figli piccole statue dorate della Virgen, chiedendo a quest’ultima di concedere la vittoria ai ribelli.

Padre Jorge sostiene che molte persone giungono al Santuario per richiedere alla Virgen aiuto o perfino miracoli, e spesso lasciano i promemoria delle loro visite. Alcuni hanno lasciato le foto di un bambino defunto, altri la loro tessera del partito comunista. Ernest Hemingway giunse in questo luogo per lasciare la medaglia che gli fu assegnata quando vinse il Premio Nobel per la Letteratura nel 1954. Esiste una foto di questo momento, conservata in una bacheca presso il Santuario.
Prima del 1996, ha riferito Padre Jorge, giungevano ogni giorno al santuario 600 pellegrini e visitatori. Ma in quell’anno le cifre aumentarono drammaticamente, poiché iniziarono ad arrivare al Santuario gli elenchi con i nomi dei “balseros”, ossia le persone che lasciavano illegalmente Cuba per nave alla volta degli Stati Uniti. Molti si recavano qui per sapere se i nomi dei loro cari erano sulle liste e, quindi, se erano ancora vivi.

Oggi, afferma Padre Jorge, arrivano ogni giorno al Santuario 1000 visitatori e pellegrini, specialmente ad agosto e settembre, mentre il numero raddoppia e triplica il sabato e la domenica.

Le cifre sono cresciute in maniera rilevante dopo il percorso di 3000 km per tutta l’isola della riproduzione della statua, durante i preparativi delle celebrazioni dei 400 anni.

“Qui vengono i cattolici, ma arrivano anche persone di tutte le altre religioni o non credenti. Inoltre, esiste un elemento di sincretismo che si può osservare soprattutto nei seguaci della Santeria”, ha affermato.

Alla fine del nostro discorso, una coppia della Santeria, riconoscibile dalle magliette gialle, visita il santuario. Mi riferiscono di essere arrivati dall’Avana per pregare davanti alla Virgen, poiché le sono devoti. “Mi sento cattolica, anche se i cattolici non mi accettano”, racconta Adele Carrigo, 45enne. Lei riconosce che la Santeria comprende un insieme di elementi religiosi, pagani o pre-cristiani provenienti dall’Africa e li fonde con il credo cattolico, ma considera tutto ciò come qualcosa di positivo.

Afferma che lei e suo marito, Juan Cruz, hanno ricevuto il battesimo cattolico e la prima cosa che hanno fatto dopo essersi uniti alla Santeria è stata quella di visitare una Chiesa cattolica. Ha espresso la sua felicità circa l’arrivo del Papa al Santuario e ha dichiarato “Papa Giovanni Paolo II ha portato la pace e molti avvenimenti favorevoli, e spero che anche Papa Benedetto porti eventi positivi, come una maggiore unità e la riconciliazione tra i cubani” (di GERARD O' CONNELL su Vatican Insider nel Mondo).

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