domenica 31 maggio 2020

La Pentecoste e l'effusione dello Spirito Santo



«CREDO NELLO SPIRITO SANTO»

687 « I segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio » (1 Cor 2,11). Ora, il suo Spirito, che lo rivela, ci fa conoscere Cristo, suo Verbo, sua Parola vivente, ma non manifesta se stesso. Colui che « ha parlato per mezzo dei profeti »5 ci fa udire la parola del Padre. Lui, però, non lo sentiamo. Non lo conosciamo che nel movimento in cui ci rivela il Verbo e ci dispone ad accoglierlo nella fede. Lo Spirito di verità che ci svela Cristo non parla da sé.6 Un tale annientamento, propriamente divino, spiega il motivo per cui « il mondo non può ricevere » lo Spirito, « perché non lo vede e non lo conosce » (Gv 14,17), mentre coloro che credono in Cristo lo conoscono perché dimora presso di loro.


688 La Chiesa, comunione vivente nella fede degli Apostoli che essa trasmette, è il luogo della nostra conoscenza dello Spirito Santo:

— nelle Scritture, che egli ha ispirato;
— nella Tradizione, di cui i Padri della Chiesa sono i testimoni sempre attuali;
— nel Magistero della Chiesa, che egli assiste;
— nella liturgia sacramentale, attraverso le sue parole e i suoi simboli, in cui lo Spirito Santo ci mette in comunione con Cristo;
— nella preghiera, nella quale intercede per noi;
— nei carismi e nei ministeri per mezzo dei quali si edifica la Chiesa;
— nei segni di vita apostolica e missionaria;
— nella testimonianza dei santi, in cui egli manifesta la sua santità e continua l'opera della salvezza.

I. La missione congiunta del Figlio e dello Spirito

689 Colui che il Padre ha mandato nei nostri cuori, lo Spirito del suo Figlio,7 è realmente Dio. Consostanziale al Padre e al Figlio, ne è inseparabile, tanto nella vita intima della Trinità quanto nel suo dono d'amore per il mondo. Ma adorando la Santissima Trinità, vivificante, consostanziale e indivisibile, la fede della Chiesa professa anche la distinzione delle Persone. Quando il Padre invia il suo Verbo, invia sempre il suo Soffio: missione congiunta in cui il Figlio e lo Spirito Santo sono distinti ma inseparabili. Certo, è Cristo che appare, egli, l'immagine visibile del Dio invisibile, ma è lo Spirito Santo che lo rivela.


690 Gesù è Cristo, « unto », perché lo Spirito ne è l'unzione, e tutto ciò che avviene a partire dall'incarnazione sgorga da questa pienezza.8 Infine, quando Cristo è glorificato,9 può, a sua volta, dal Padre, inviare lo Spirito a coloro che credono in lui: comunica loro la sua gloria,10 cioè lo Spirito Santo che lo glorifica.11 La missione congiunta si dispiegherà da allora in poi nei figli adottati dal Padre nel corpo del suo Figlio: la missione dello Spirito di adozione sarà di unirli a Cristo e di farli vivere in lui:
« La nozione di unzione suggerisce [...] che non c'è alcuna distanza tra il Figlio e lo Spirito. Infatti, come tra la superficie del corpo e l'unzione dell'olio né la ragione né la sensazione conoscono intermediari, così è immediato il contatto del Figlio con lo Spirito; di conseguenza colui che sta per entrare in contatto con il Figlio mediante la fede, deve necessariamente dapprima entrare in contatto con l'olio. Nessuna parte infatti è priva dello Spirito Santo. Ecco perché la confessione della signoria del Figlio avviene nello Spirito Santo per coloro che la ricevono, dato che lo Spirito Santo viene da ogni parte incontro a coloro che si approssimano per la fede ».12

II. Il nome, gli appellativi e i simboli dello Spirito Santo

Il nome proprio dello Spirito Santo

691 « Spirito Santo », tale è il nome proprio di colui che noi adoriamo e glorifichiamo con il Padre e il Figlio. La Chiesa lo ha ricevuto dal Signore e lo professa nel Battesimo dei suoi nuovi figli.13

Il termine « Spirito » traduce il termine ebraico Ruah, che nel suo senso primario significa soffio, aria, vento. Gesù utilizza proprio l'immagine sensibile del vento per suggerire a Nicodemo la novità trascendente di colui che è il Soffio di Dio, lo Spirito divino in persona.14 D'altra parte, Spirito e Santo sono attributi divini comuni alle tre Persone divine. Ma, congiungendo i due termini, la Scrittura, la liturgia e il linguaggio teologico designano la Persona ineffabile dello Spirito Santo, senza possibilità di equivoci con gli altri usi dei termini « spirito » e « santo ».

Gli appellativi dello Spirito Santo

692 Gesù, quando annunzia e promette la venuta dello Spirito Santo, lo chiama A"DVi80J@H, letteralmente: « Colui che è chiamato vicino », « advocatus » (Gv 14,16.26; 15,26; 16,7). A"DVi80J@H viene abitualmente tradotto « Consolatore », essendo Gesù il primo consolatore.15 Il Signore stesso chiama lo Spirito Santo « Spirito di verità » (Gv 16,13).

693 Oltre al suo nome proprio, che è il più usato negli Atti degli Apostoli e nelle Lettere, in san Paolo troviamo gli appellativi: « Spirito [...] promesso » (Ef 1,13; Gal 3,14), « Spirito da figli adottivi » (Rm 8,15; Gal 4,6), « Spirito di Cristo » (Rm 8,9), « Spirito del Signore » (2 Cor 3,17), « Spirito di Dio » (Rm 8,9.14; 15,19; 1 Cor 6,11; 7,40) e, in san Pietro, « Spirito della gloria » (1 Pt 4,14).

I simboli dello Spirito Santo

694 L'acqua. Il simbolismo dell'acqua significa l'azione dello Spirito Santo nel Battesimo, poiché dopo l'invocazione dello Spirito Santo essa diviene il segno sacramentale efficace della nuova nascita: come la gestazione della nostra prima nascita si è operata nell'acqua, allo stesso modo l'acqua battesimale significa realmente che la nostra nascita alla vita divina ci è donata nello Spirito Santo. Ma, « battezzati in un solo Spirito », noi « ci siamo » anche « abbeverati a un solo Spirito » (1 Cor 12,13): lo Spirito, dunque, è anche personalmente l'Acqua viva che scaturisce da Cristo crocifisso come dalla sua sorgente16 e che in noi zampilla per la vita eterna.17

695 L'unzione. Il simbolismo dell'unzione con l'olio è talmente significativo dello Spirito Santo da divenirne il sinonimo.18 Nell'iniziazione cristiana essa è il segno sacramentale della Confermazione, chiamata giustamente nelle Chiese d'Oriente « Crismazione ». Ma per coglierne tutta la forza, bisogna tornare alla prima unzione compiuta dallo Spirito Santo: quella di Gesù. Cristo (« Messia » in ebraico) significa « unto » dallo Spirito di Dio. Nell'Antica Alleanza ci sono stati alcuni « unti » del Signore,19 primo fra tutti il re Davide.20 Ma Gesù è l'unto di Dio in una maniera unica: l'umanità che il Figlio assume è totalmente « unta di Spirito Santo ». Gesù è costituito « Cristo » dallo Spirito Santo.21 La Vergine Maria concepisce Cristo per opera dello Spirito Santo, il quale, attraverso l'angelo, lo annunzia come Cristo fin dalla nascita22 e spinge Simeone ad andare al Tempio per vedere il Cristo del Signore;23 è lui che ricolma Cristo,24 è sua la forza che esce da Cristo negli atti di guarigione e di risanamento.


25 È lui, infine, che risuscita Cristo dai morti.26 Allora, costituito pienamente « Cristo » nella sua umanità vittoriosa della morte,27 Gesù effonde a profusione lo Spirito Santo, finché « i santi » costituiranno, nella loro unione all'umanità del Figlio di Dio, l'« uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo » (Ef 4,13): « il Cristo totale », secondo l'espressione di sant'Agostino.28

696 Il fuoco. Mentre l'acqua significava la nascita e la fecondità della vita donata nello Spirito Santo, il fuoco simbolizza l'energia trasformante degli atti dello Spirito Santo. Il profeta Elia, che « sorse simile al fuoco » e la cui « parola bruciava come fiaccola » (Sir 48,1), con la sua preghiera attira il fuoco del cielo sul sacrificio del monte Carmelo,29 figura del fuoco dello Spirito Santo che trasforma ciò che tocca. Giovanni Battista, che cammina innanzi al Signore è « con lo spirito e la forza di Elia » (Lc 1,17), annunzia Cristo come colui che « battezzerà in Spirito Santo e fuoco » (Lc 3,16), quello Spirito di cui Gesù dirà: « Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! » (Lc 12,49). È sotto la forma di « lingue come di fuoco » che lo Spirito Santo si posa sui discepoli il mattino di pentecoste e li riempie di sé.30 La tradizione spirituale riterrà il simbolismo del fuoco come uno dei più espressivi dell'azione dello Spirito Santo:31 « Non spegnete lo Spirito » (1 Ts 5,19).

697 La nube e la luce. Questi due simboli sono inseparabili nelle manifestazioni dello Spirito Santo. Fin dalle teofanie dell'Antico Testamento, la nube, ora oscura, ora luminosa, rivela il Dio vivente e salvatore, velando la trascendenza della sua gloria: con Mosè sul monte Sinai,32 presso la tenda del convegno33 e durante il cammino nel deserto;34 con Salomone al momento della dedicazione del Tempio.35 Ora, queste figure sono portate a compimento da Cristo nello Spirito Santo. È questi che scende sulla Vergine Maria e su di lei stende la « sua ombra », affinché ella concepisca e dia alla luce Gesù.36 Sulla montagna della trasfigurazione è lui che viene nella nube che avvolge Gesù, Mosè e Elia, Pietro, Giacomo e Giovanni, e « dalla nube » esce una voce che dice: « Questi è il mio Figlio, l'eletto; ascoltatelo » (Lc 9,35). Infine, è la stessa nube che sottrae Gesù allo sguardo dei discepoli il giorno dell'ascensione37 e che lo rivelerà Figlio dell'uomo nella sua gloria il giorno della sua venuta.38

698 Il sigillo è un simbolo vicino a quello dell'unzione. Infatti su Cristo «Dio ha messo il suo sigillo» (Gv 6,27), e in lui il Padre segna anche noi con il suo sigillo.39 Poiché indica l'effetto indelebile dell'unzione dello Spirito Santo nei sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell'Ordine, l'immagine del sigillo (FND"(\H), è stata utilizzata in certe tradizioni teologiche per esprimere il « carattere » indelebile impresso da questi tre sacramenti che non possono essere ripetuti.

699 La mano. Imponendo le mani Gesù guarisce i malati40 e benedice i bambini.41 Nel suo nome, gli Apostoli compiranno gli stessi gesti.42 Ancor di più, è mediante l'imposizione delle mani da parte degli Apostoli che viene donato lo Spirito Santo.43 La lettera agli Ebrei mette l'imposizione delle mani tra gli « articoli fondamentali » del suo insegnamento.44 La Chiesa ha conservato questo segno dell'effusione onnipotente dello Spirito Santo nelle epiclesi sacramentali.

700 Il dito. « Con il dito di Dio » Gesù scaccia « i demoni ».45 Se la Legge di Dio è stata scritta su tavole di pietra « dal dito di Dio » (Es 31,18), « la lettera di Cristo », affidata alle cure degli Apostoli, è « scritta con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei [...] cuori » (2 Cor 3,3). L'inno « Veni, Creator Spiritus » invoca lo Spirito Santo come « dexterae Dei tu digitus – dito della mano di Dio ».46

701 La colomba. Alla fine del diluvio (il cui simbolismo riguarda il Battesimo), la colomba fatta uscire da Noè torna, portando nel becco un freschissimo ramoscello d'ulivo, segno che la terra è di nuovo abitabile.47 Quando Cristo risale dall'acqua del suo battesimo, lo Spirito Santo, sotto forma di colomba, scende su di lui e in lui rimane.48 Lo Spirito scende e prende dimora nel cuore purificato dei battezzati. In alcune chiese, la santa Riserva eucaristica è conservata in una custodia metallica a forma di colomba (il columbarium) appesa al di sopra dell'altare. Il simbolo della colomba per indicare lo Spirito Santo è tradizionale nell'iconografia cristiana.

(Testo tratto dal Catechismo della Chiesa Cattolica)


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