domenica 9 maggio 2021

Roma (RM) - Madonna di Sant'Alessio o Madonna dell'Intercessione


Madonna di Sant' Alessio o Madonna del Suffragio) - è un icona , di probabile bizantina provenienza, della Beata Vergine ora nella Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio sul colle Aventino a Roma, Italia.
È una delle icone cristiane più venerate (datata al XII-XIII secolo), attirando molti pellegrini cristiani di diverse denominazioni religiose da tutto il mondo in quanto considerata miracolosa, secondo la tradizione. Come alcune altre vecchie icone si credeva che fosse stata dipinta da San Luca Evangelista dai suoi soggetti viventi.

Nel 2015 tornò a splendere la Madonna di Sant’Alessio, la preziosa opera del XIII secolo rientrata nella chiesa dei Santi Bonifacio e Alessio sull’Aventino, a Roma, dopo il restauro effettuato dall’Istituto superiore per la conservazione e il restauro. Un intervento che ha restituito all’antica icona mariana la forma e i colori originali del volto grazie alla pulitura e la rimozione delle vernici alterate frutto di un restauro risalente agli Anni 50 e realizzato sotto la direzione di Cesare Brandi. In effetti, la storia del restauro realizzato oggi dagli esperti dell’Iscr inizia nel 1951, quando l’opera, che in origine era su tavola, versava “in condizioni gravissime”. 


Allora fu rimossa tutta la parte lignea, racconta Gisella Capponi, direttore dell’Istituto, in occasione della giornata di studi dedicata al restauro. 

Il dipinto fu trattato come una tela” e, in quell’occasione, “fu usata la tecnica del tratteggio che Cesare Brandi aveva messo a punto nella ricomposizione dei dipinti della cappella Mazzatosta di Viterbo danneggiata dalla guerra”. Salvata dal degrado, l’icona poi è tornata nella chiesa di Sant’Alessio fino a due anni fa, quando è stata esposta a Palazzo Venezia per una mostra sulle Icone delle Madonne miracolose. “Ma è lì che si vide che i ritocchi risalenti al ’51 si erano pesantemente alterati e il dipinto è tornato da noi”, ricorda Capponi.

La chiesa di S. Alessio (nella foto sopra) risale al III o IV secolo, quando fu edificata sul luogo precedentemente occupato, secondo la tradizione, dalla casa del padre di Alessio, Eufemiano, ed originariamente dedicata soltanto a S. Bonifacio di Tarso, il patrizio romano martirizzato a Tarso di Cilicia (Anatolia) nei primi anni del IV secolo. Il Liber Pontificalis attesta che la chiesa era divenuta diaconia già nell'VIII secolo, sotto il pontificato di Leone III. 


Nel 937 i religiosi che officiavano la chiesa ottennero da Alberico II, governatore di Roma, alcune case limitrofe che, riadattate, formarono il primo nucleo del monastero posto sotto la cura di S. Addone, abate di Cluny. Nel 977 papa Benedetto VII affidò la chiesa ad una comunità di monaci Basiliani, rifugiatisi a Roma insieme all'arcivescovo Sergio di Damasco, costretto dai Saraceni a fuggire dalla sua città. Nel 986 l'edificio venne dichiarato basilica e dedicato anche a S. Alessio, sulla cui casa paterna, come sopra menzionato, era stato costruito. 

Basilica di S. Alessio (Roma)

Nel XII secolo il monastero, ormai abitato dai Benedettini, venne ricostruito dalla famiglia dei Crescenzi. Altri restauri interessarono il complesso nel corso dei secoli successivi: nel 1216 la basilica fu interamente ricostruita da Onorio III, nel 1431 fu restaurata dai Gerolimini, alla fine del Cinquecento papa Sisto V la elevò a titolo cardinalizio, nel Seicento fu restaurata dal cardinale Guidi di Bagno ed infine nel 1750 dal cardinale Andrea Querini, che commissionò a Tommaso de Marchis anche l'ampliamento del convento e la nuova facciata della chiesa. Ulteriori interventi di restauro furono compiuti tra il 1852 ed il 1860 dai Chierici Regolari di Somasca (detti Somaschi), ai quali Pio IX aveva donato la basilica ed il monastero.
A destra si trova invece la Cappella della Madonna dell'Intercessione o Cappella di Carlo IV (18) (nella foto 19), così chiamata perché il re di Spagna la fece abbellire durante il periodo di esilio nel convento (1814).
La cappella, invece, fu costruita dall'abate Angelo Porro nel 1674 e conserva la veneratissima Icona della Madonna di S. Alessio, in quanto si riteneva che fosse la stessa che il Santo avesse venerato già ad Edessa dove si era recato per abbandonare gli agi della casa paterna e vivere in povertà, chiamata anche Madonna dell'Intercessione perché derivante dal genere delle scene pittoriche in cui si invoca la misericordia di Cristo giudice. L’icona, secondo la tradizione, sarebbe stata dipinta a Bisanzio e poi trasportata a Roma nel X secolo da Sergio di Damasco. Secondo gli esperti, invece, l'icona fu realizzata da un pittore romano tra il XII e il XIII secolo, a tempera su tela e fissata su una tavola di legno. Sull'altare marmoreo si trova un tabernacolo cinquecentesco realizzato con pregiati marmi differenti.

Si ringraziano gli amici Domenico Colella e Matteo Perico per questa bella immaginetta che hanno portato direttamente da Roma. 


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