Santuario della Madonna della Civita
Il santuario della Madonna della Civita è situato
nel territorio dell'arcidiocesi di Gaeta (nel comune di Itri), sulla
sommità del monte Fusco (anche detto della Civita), nella catena
dei monti Aurunci.
Il culto legato alla Santa Vergine sembra risalire ad
un'immagine ritrovata da un pastorello su un leccio nell'VIII secolo.
Attualmente, il santuario, al cui ingresso è posta la scritta Terribilis
est locus iste, è meta di quasi mezzo milione di pellegrini l'anno (non solo
dai paesi vicini, ma anche da Campania, Abruzzo e dalla provincia di Frosinone
in particolare), di cui non meno del 10% sale ancora a piedi. Molti i
pellegrini che arrivano a piedi da diversi paesi: da Cellole che
dista 42 km dal santuario, da Pontecorvo che dista 34 km.
Il pellegrinaggio più noto è quello che parte dall'abitato di Itri, ogni
mattina di sette sabati antecedenti la celebrazione della Madonna della Civita
(il 21 luglio) che ricorda una delle più famose grazie: quella del 21
luglio 1527, quando la Vergine dalla Civita liberò dalla peste tutti
gli abitanti dei paesi circostanti.
Numerosissimi gli ex voto custoditi all'interno del santuario. Il panorama dal piazzale del santuario è notevolissimo: sono riconoscibili le più importanti vette del settore occidentale degli Aurunci: monte Trina, monte Faggeto, monte le Pezze, monte Le Vele, monte Ruazzo, monte Orso, Le Rave Fosche, monte Cefalo, monte Carbonaro ed in lontananza il monte Orlando ed il monte Circeo. Dal 1985 il santuario è affidato ai padri Passionisti.
Civita deriva dal latino civitas, astratto da civis, cittadino; in origine questa voce stava ad indicare sia i diritti del cittadino", che la "cittadinanza", ovvero l'esistenza obiettiva di una comunità rispetto ad una circoscrizione territoriale rurale (cioè al di fuori dei confini della città).
Nella toponomastica dell'Italia centrale, il nome Civita si
riferisce ad abitati sorti su monti e colli e, secondo il Giustiniani, sono
luoghi in cui si vedono quasi sempre "avanzi d'antiche fabbriche". In
quest'area, quindi, l'appellativo si origina a causa dell'esistenza di antiche
fabbriche che vennero probabilmente sfruttate per l'edificazione della chiesa
della Civita e delle opere annesse.
La tradizione popolare
Antonio Sicurezza, Pellegrini al santuario della Civita, 1960,
olio su tela, Formia, palazzo municipale. L'origine del santuario è avvolta da un alone di mistero e
leggenda, legata alla tradizione popolare. Secondo tradizione, durante la
persecuzione iconoclasta ordita dall'imperatore Leone Isaurico a
Costantinopoli, VIII secolo, due monaci basiliani vennero
sorpresi dai soldati con il dipinto su legno della Madonna. Chiusi in una
grande cassa insieme al quadro, furono gettati in mare: "Se veramente è
così miracolosa, vi salverà", dissero. Dopo 54 giorni, questa cassa
galleggiante toccò la sponde di Messina e successivamente di Gaeta. Qui il quadro
fu esposto alla venerazione dei fedeli, ma dopo poco tempo scomparve da quel
luogo e venne ritrovato sul monte Civita, presso Itri, da un pastore sordo e
muto che era alla ricerca di una sua bestia smarrita. Egli riacquistò l'udito e
la parola e corse lieto in paese (a Itri) a dare la notizia del quadro
miracoloso trovato su un leccio. Fu così che il quadro fu affidato
ai monaci benedettini, che all'epoca erano in Figline, a circa 3 km
dalla cima suddetta sulla strada mulattiera che va verso Fondi. Più
realisticamente, l'icona di fattura certamente orientale (attribuita
addirittura a san Luca per la presenza di tre lettere, ormai
sbiadite, poste alla base del quadro: L.M.P. a significare "Lucas Me
Pinxit"), raggiunse Gaeta portata da alcuni monaci basiliani che, fuggiti
dall'oriente, andavano verso qualche convento del Lazio. Il quadro fu
lasciato ai monaci del monastero di San Giovanni in Figline, i quali lo
esposero a poca distanza sul monte Civita, in un eremitaggio appartenente al
loro monastero.
La chiesa subì alcuni restauri nel corso dei secoli,
riportati in una lapide del 1691. Secondo la credenza, tra le numerose e
continue grazie che la Vergine elargiva ai devoti, la più grande fu quella del
21 luglio 1527, quando liberò dalla peste tutti gli abitanti dei paesi
circostanti. In ricordo di quel giorno la festività liturgica fu fissata da
mons. Carlo Pergamo, vescovo di Gaeta, il 21 luglio.
Sempre Pio IX, nel 1877, sottoscrisse il decreto
per la seconda incoronazione. "Una grazia non giustificata abbastanza e
non ordinaria", fece presente il Pontefice a coloro che avevano presentato
la supplica. Tuttavia, memore della visita che aveva fatto alla Civita,
successivamente concesse l'incoronazione. Fu coniata, per l'occasione, una
medaglia ricordo. Dai primi mesi del 1985, il santuario è stato affidato
alla cura pastorale dei padri passionisti, fino a tutt'oggi.
Nel 1988 nacque Radio Civita, per opera di padre
Giuseppe Polselli, 1º rettore passionista, che consente a migliaia di persone
di partecipare alle messe che si tengono nel santuario.
Il 25 giugno 1989, anche Giovanni Paolo II giunse come pellegrino presso il santuario a venerare la Madonna della Civita, con il cardinale Ugo Poletti, l'arcivescovo diocesano Farano, l'allora ministro degli Esteri Giulio Andreotti ed il sindaco di Itri Pasquale Ciccone.
L'afflusso dei pellegrini è stato sempre in aumento,
specialmente in questi ultimi anni, tanto che in alcune celebrazioni domenicali
si è costretti a celebrare la messa sul piazzale. Per questo motivo
attualmente sono in atto dei lavori di ampliamento (Articolo tratto da
Wikipedia).
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