La storia della Madonna di Monte Berico (che prende il nome dall’omonimo colle dominante la città di Vicenza) e del santuario a lei dedicato inizia nel 1400. La Madonna apparve il 7 marzo 1426 e il 1° agosto 1428 a Vincenza Pasini, una donna che andava a portare il cibo al marito, che si trovava sul colle a lavorare. La Madonna disse a Vincenza che la peste sarebbe finita e richiedeva l’erezione di una chiesa a suo nome. Né i concittadini né il clero locale credettero alla donna quando raccontò della prima apparizione, ma la seconda volta le sue parole riuscirono a convincerli e nel giro di pochi mesi, nel 1428, fu eretta una piccola e semplice chiesa, a cui si aggiunse un cenobio, per permettere di ospitare un comunità religiosa che si occupava di fornire accoglienza ai pellegrini in visita. Stando alle cronache del tempo, dopo che fu costruita la chiesa la peste scemò davvero dalle terre vicentine.
Nel corso dei secoli la chiesa fu ampliata e modificata, continuando a ricevere migliaia di fedeli devoti e fino a diventare il bellissimo santuario che oggi conosciamo, ultima aggiunta delle quali risale appena al 1971, quando fu costruita la moderna Penitenziaria. Già nel 1904, fu elevata a basilica minore da Papa Pio X, e pochi anni dopo (1978) la Madonna di Monte Berico fu riconosciuta come principale patrona di Vicenza e della sua diocesi.
Tra le opere al suo interno, spicca per valenza religiosa la “Statua della Madonna”, una scultura realizzata da Nicolò da Venezia tra il 1428 e il 1430, definita iconograficamente come Madre della Misericordia o Madonna del manto. Si tratta di un statua in pietra dei Berici colorata, collocata sopra l’altare maggiore e che rappresenta Maria come madre di tutti i figli di Dio, che sotto il suo mantello possono trovare la protezione cercata.
Ancora oggi sono numerosissimi i pellegrini che si recano in visita alla Basilica di Monte Berico, per rivolgere una preghiera alla Madonna e chiedere la sua intercessione e protezione. Ad assisterli trovano i Servi di Maria, che da quasi sei secoli ne interpretano la vocazione all’ospitalità e all’assistenza: guidano ed assistono il pellegrino nella sua penitenza e celebrano l’eucaristia purificatrice, al termine di questa toccante e sacra esperienza.
La costruzione della prima chiesa è, secondo la tradizione, collegata a due apparizioni della Madonna cui avrebbe assistito una contadina di Sovizzo di nome Vincenza Pasini, rispettivamente nel 1426 e nel 1428, anni devastati da una grave epidemia di peste; in queste apparizioni la Madonna avrebbe chiesto la costruzione di una chiesa a lei dedicata. Effettivamente le cronache del tempo sono concordi nel riferire che, dopo che il Comune ebbe adempiuto a questo invito - un modesto vano rettangolare costruito in soli tre mesi - quell'episodio di peste cessò. L'altare con l'immagine della Madonna era addossato alla parete, nel punto in cui si riteneva fossero avvenute le apparizioni e dove ancor oggi si venera la sacra immagine.
L'unico documento che possediamo - come testimonianza relativa alla storia delle apparizioni - è il Processo delle apparizioni della Vergine a monte Berico, redatto dal giureconsulto Giovanni da Porto e conclusosi positivamente a favore delle apparizioni nel 1431. Il processo è stato ripubblicato integralmente in latino nel 1991; nessun altro documento sulla cronaca dell'epoca, infatti, accenna al fatto delle apparizioni e il primo documento che dà come fatto storico creduto il miracolo delle apparizioni è la delibera comunale del 10 gennaio 1529.
Oltre a questi inspiegabili silenzi, vari elementi di questo Processo, redatto a costruzione della chiesa già ultimata - tra cui la poco chiara presenza dell'autorità ecclesiastica in una materia di sua competenza - pongono seri dubbi sull'attendibilità di ciò che viene descritto. Secondo alcuni autori, fu anche il momento in cui Vicenza - che ormai aveva perduto ogni autonomia politica, prima sotto la signoria degli Scaligeri e dei Visconti, poi con la dedizione alla Serenissima - si costruiva una propria identità, anche attraverso l'esaltazione di santi protettori cittadini e il Processo, redatto su iniziativa del Comune (non dell'allora vescovo veneziano Pietro Emiliani) potrebbe aver contribuito a rafforzare questa tendenza.
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