venerdì 20 maggio 2022

Dipignano (CS) fraz. di Laurignano - Maria SS. della Catena


Santuario Madonna della Catena

Laurignano deve la sua fama all'importante Santuario mariano denominato Madonna della Catena, curato da ben ottanta anni dai Padri Missionari Passionisti. La parola Laurignano potrebbe derivare da “lauro-laurino” riferendosi ad un ipotetico boschetto di alloro; oppure da “Laverianum", trasformazione fonetica di San Lavorio e da questi a Livier – Olivier – Liverio – Oliverio – Patrono di Laurignano. Infatti, il primo agglomerato di case, nacque intorno alla chiesa di S.Oliverio.

Lo sviluppo di Laurignano, nel tempo, ha risentito di due realtà: la vicinanza a Cosenza e la costruzione del convento dedicato alla Madonna della Catena, oggi Santuario. La sacralità del luogo risale al 1301, quando l’Immagine della Madonna con la catena appare ad un mendicante cieco, Simone Adami, dandogli la vista; da allora, l'immagine impressa su un quadro, fu adorata da pellegrini e dai Laurignanesi.

Nel 1471 il quadro fu nascosto in una parete laterale del Romitorio da Fra Cassiano in seguito ad un'epidemia e fu poi ritrovato ad opera di fra Benedetto Falcone, che acquistato il terreno per 200 ducati da Clemente Vitari. E qui vi eresse la chiesa. Cosi nel 1852 nacque il convento costituito da una chiesetta e qualche cella. La basilica fin dal 1906 fu affidata ai PP. Passionisti, nel 1929 si inizia a costruire l'attuale chiesa, negli anni '50 sorge il complesso adiacente alla chiesa e nel 1964 il Papa Paolo VI la innalza al titolo di basilica minore. 
La Basilica è meta di pellegrinaggio da parte di tutta la regione.

Il culto della Madonna della Catena a Laurignano
Secondo lo studioso Rocco Liberti, il culto della Madonna della Catena ha origini assai remote a Laurignano, tra l'896 ed il 1014, periodo in cui la città di Cosenza e i paesi limitrofi furono devastati dai saraceni. Il culto si esprimeva nella raffigurazione di uno schiavo incatenato ai piedi della Vergine, atto ad implorare lo scioglimento delle catene, simbolo della piaga della schiavitù che colpiva sia cristiani quanto i musulmani. Con l'avvento dei normanni, svevi, angioini, aragonesi e la conseguente cacciata dei feroci saraceni, si determinò una situazione di tranquillità in Calabria, a tal punto che il culto alla Vergine venne meno progressivamente in gran parte del Meridione, per riprendere nei secoli successivi, quando il sud fu assalito dalla minaccia turca. Ciò accadde per i paesi delle coste esposti maggiormente al pericolo dell'invasione, e non per l'entroterra, eccezion fatta per Laurignano, dove avvennero miracoli e visioni, fenomeni che mantennero viva la devozione a Maria Vergine.

A Laurignano ci fu la ripresa di tale culto nel 1301 in seguito ad un miracolo della Madonna, operato nei riguardi di Simone Adami, il mendicante cieco di Laurignano, il quale scoprì poi in una chiesa abbandonata l'effigie della Madonna con il simbolo della catena.


Ciò era segno dell'oblio dello stesso culto che conobbe una rifioritura nel secolo successivo, per merito dell'eremita Fra Cassiano e di vicende della quale fu oggetto la tela venerata, portata a Roma da un monaco florense di Mendicino (Cs) per essere sottoposta a restauro. Altre vicende, dovute a pestilenze e a terremoti, provocarono un nuovo abbandono del culto mariano, rimesso poi in auge nel 1833 per ispirazione divina da Fra Benedetto di Grimaldi (Cs), venuto a Laurignano per ritirarsi in preghiera e in solitudine. C'è da notare che a Laurignano il legame con la persecuzione saracena non compare più. Nell'immagine, scoperta da Adami, è raffigurata una catena tra le mani della Madonna e non quindi di uno schiavo ai suoi piedi, come, invece è disegnata nell'immagine tradizionale comune. In epoca più recente, si nota che la Madonna con le stesse catene tiene legato satana. Tale particolare appare al nostro santuario.

Santuario
Con Fra Benedetto, e ancor prima all'epoca di Simone Adami, non essendoci più la minaccia saracena, la Madonna fu invocata come liberatrice da ogni male, impersonato in satana, l'origine del male, rappresentato di conseguenza nelle immagini. Mentre in altri luoghi d'Italia il titolo di "Madonna della catena" venne cambiato in "Madonna del Soccorso", a Laurignano si è conservato il titolo della Madonna, in parte assimilata all'Immacolata. La catena lega ora satana, cui la Madonna, preservata dal peccato originale, schiaccia il capo. Il simbolo della catena al santuario si è ulteriormente arricchito: la catena che la Madonna stringe tra le mani è vista non solo come simbolo di scioglimento e di liberazione dal male (aspetto negativo), ma anche in senso positivo, di unione a Gesù. Il fedele a Laurignano invoca la Madonna soprattutto per raggiungere il senso stesso della propria liberazione, la comunione con Colui che è la fonte di ogni bene: Gesù. La Madonna diventa la via più ovvia e semplice per raggiungere il Signore. Attraverso la Madonna il fedele trova la comunione con Gesù, dal momento che ella è la Madre. Il fedele alla sua scuola potrà meglio capire il Figlio e raggiungere con lui il legame perfetto. Il titolo della catena, nella forma venerata a Laurignano, esprime in modo chiaro il ruolo materno della Madonna nei riguardi dell'umanità: aiuto nella lotta contro il male, difesa e guida del popolo cristiano nella via verso il bene, verso il Figlio Gesù.

Una tradizione orale, raccolta dallo scrittore Vincenzo Padula, in un opuscolo pubblicato nel 1890, fa risalire l'origine del culto di Maria SS. della Catena ad un miracolo, avvenuto nel 1301 in un boschetto della periferia di Laurignano. Il cieco Simone Adami, assopito presso una sorgente, ode in sogno:

"Lavati alla fonte e vedrai"

Si desta, si lava e vede. E' la Madonna a parlargli. In seguito, nel vicino boschetto, trova, tra le pareti di una chiesetta semidiroccata, un'immagine della Madonna rassomigliante a quella vista nel sogno. La tradizione riporta altri fatti straordinari, come la guarigione di un malato mentale, Saverio Lentini; il restauro misterioso del quadro della Madonna a Roma nello studio di un artista, cui era stato affidato da P. Arcangelo, monaco florense del monastero di Mendicino. La storia delle origini si conclude con le notizie riguardanti l'eremita Fra' Cassiano, che portò notevole sviluppo al culto della Madonna della Catena. Costruisce la chiesetta di S. Maria con l'eremitaggio annesso. Muore nel 1471 durante la peste. Prima della sua morte, prevedendo l'abbandono del romitorio, fa murare il quadro della Madonna in una parete della chiesa per preservarlo dal pericolo di profanazioni. La storia documentata del Santuario comincia nel 1831 con l'arrivo a Laurignano di Fra' Benedetto Falcone, nativo di Grimaldi, in provincia di Cosenza.

Egli si ritira a vita solitaria nel romitorio di S. Maria. In seguito ad apparizioni riprende, dopo anni di silenzio e abbandono, il culto della Madonna della Catena. Fonda anche una pia unione di eremiti con l'intento di propagare la devozione mariana. Edifica, in seguito, nel luogo attuale, una chiesa più grande e un romitorio per i suoi religiosi e vi trasporta solennemente il quadro della Madonna. Per soddisfare la devozione del crescente numero di fedeli e pellegrini, istituisce due feste: una nella Domenica dopo Pasqua e l'altra nella Domenica dopo l'Assunta. Dopo la morte di Fra' Benedetto, avvenuta nel 1866, la società degli eremiti, perduta la guida, progressivamente decade e nel Santuario entra la desolazione e l'abbandono. Nel 1906, l'Arcivescovo di Cosenza Mons. Camillo Sorgente, affidò il Santuario ai Missionari Passionisti. Con la loro venuta il Santuario ha registrato uno sviluppo senza soste. La piccola chiesa di Fra' Benedetto è diventata una grande Basilica, splendida di marmi e decorazioni artistiche, che spesso vede folle di devoti accorrere da tutta la Calabria.

È sorto un fiorente centro di spiritualità che accoglie sacerdoti, religiosi e laici, desiderosi di rinnovamento spirituale. Per una più larga diffusione del culto della Madonna della Catena, e per tenerlo vivo nei calabresi residenti all'estero, si pubblica, da circa settant'anni, la rivista IL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA CATENA, che conta circa settemila abbonati. Il Santuario ha vissuto giornate indimenticabili di entusiasmo e fervore mariano, onorato dalla presenza di eminenti Cardinali, in occasione della incoronazione dell'immagine della Madonna (1921), della inaugurazione della "Domus Mariae" quale centro di spiritualità (1956) e della solenne proclamazione del titolo di Basilica, conferito alla chiesa da Sua Santità Paolo VI, nel 1966. In epoca più recente, in seguito al furto dei preziosi che adornavano la venerata immagine, il Santo Padre, Giovanni Paolo II, in occasione del suo viaggio in Calabria, nell'ottobre del 1984, l'ha nuovamente incoronata alla presenza di numerosi fedeli provenienti dall'intera regione.


I Passionisti continuano a promuovere il culto della Madonna della Catena e a curare le opere del centro di spiritualità. Rendono il Santuario punto di irradiazione del culto mariano favoriti dall'apostolato itinerante e dall'accoglienza che operano per corsi vari di spiritualità per Sacerdoti, religiosi e movimenti laicali (Notizie tratte dal sito web www.passionisti-laurignano.it).

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