sabato 21 maggio 2022

Torino (TO) - Nostra Signora di Superga


La Basilica e la sua storia

Torino 1706. La città viene invasa dall’esercito Franco-Spagnolo di Luigi XIV e le milizie piemontesi, insieme alle truppe alleate austriache, si trovano in difficoltà. Il Duca Vittorio Amedeo II e il Principe Eugenio di Savoia-Soisson, che guidano l’esercito locale, salgono sul colle di Superga per osservare dall’alto il campo di battaglia.

In una piccola chiesa sul colle, davanti alla Statua della Madonna delle Grazie, il Duca fa un voto: se avesse vinto, avrebbe fatto costruire in quello stesso posto una grande chiesa in onore della Vergine. Dopo una dura battaglia l’esercito nemico viene sconfitto e la città liberata. Vittorio Amedeo II fa fede al suo impegno, affidando la costruzione del Santuario all’architetto di Corte, Filippo Juvarra. Per realizzare il complesso sarà demolita la chiesa preesistente e abbassato il colle di quaranta metri. Nel 1717 è posta la prima pietra del Santuario, mentre l’ inaugurazione avviene quattordici anni dopo, nel 1731. La Basilica di Superga nasce per volere del Duca Vittorio Amedeo II, a seguito di un voto fatto alla Madonna delle Grazie nel 1706, durante l’assedio dei Franco-Spagnoli in Piemonte. La costruzione della Basilica si deve a Filippo Juvarra, architetto messinese di Casa Savoia. Il complesso barocco, inaugurato nel 1731, è alto 75 metri, lungo 51 e si trova a 672 metri sul livello del mare. 


Il suo interno è arricchito da sei cappelle e da quattro altari, oltre l’Altare Maggiore, con statue e monumenti in marmo di Carrara. Di particolare interesse sono le numerose tele d’altare e la cupola, ispirata alle opere romane di Francesco Borromini. Nella Cappella del Voto, all’interno della Basilica, è conservata la Statua in legno della Madonna delle Grazie del Seicento, la stessa a cui si rivolse Vittorio Amedeo II per vincere la battaglia.

Dal 1965 al 2021 il culto della Basilica è stato gestito dall’Ordine dei Servi di Maria.
Dal 2 agosto 2021 la gestione della Basilica è stata affidata al SERMIG Fraternità della Speranza, che ne cura le Celebrazioni e abita nel complesso.

Il voto alla Madonna

Pochi giorni dopo, il 2 settembre, il duca Vittorio Amedeo II e il Principe Eugenio decisero di recarsi una seconda volta sul colle di Superga. È in questa occasione che, secondo le fonti storiche, i due entrarono insieme nella chiesetta sita sul colle, che fungeva allora da parrocchia per i pochi fedeli della collina. Lo storico Felice Pastore afferma che in quella circostanza, durante una celebrazione eucaristica, il Duca e il Principe si accostarono ai sacramenti; poi venne cantata solennemente l'Ave Maris Stella. Giunti al versetto «monstra Te esse Matrem» (mostra di essere madre) Vittorio Amedeo II si prostrò ai piedi della statua (quella venerata tutt'oggi nella cappella detta del voto) e fece voto che se la Vergine Maria gli avesse fatto ottenere la vittoria, avrebbe fatto costruire, in quel luogo posto sulla cime del colle di Superga, un magnifico tempio a Lei dedicato.

Notevoli sono le testimonianze sull'esistenza del voto. Il Carbonieri asserisce: «che la notizia del voto fu già raccolta dai viaggiatori che visitarono Superga durante i lavori: Breva, Selhouette, Kejssler. D'altronde che di voto si trattasse è opinione di scrittori settecenteschi, come il Craveri (1753). Al voto fanno riferimento anche il discorso funebre per Vittorio Amedeo II del vescovo di Alessandria Gian Francesco Arborio di Gattinara, l'11 dicembre 1732, nonché l'epigrafe posta sopra la porta principale all'interno della Basilica di Superga»:

Virgini Genitrici Victorius Amedeus, Sardiniae Rex Bello Gallico, vovit / Et pulsis hostibus fecit, dedicavitque ("Alla Vergine Madre di Dio Vittorio Amedeo, Re di Sardegna nella guerra contro i francesi, fece voto e cacciati i nemici costruì e dedicò questo tempio").


Tuttavia siamo sempre nel campo delle ipotesi, per cui rimane incerto il luogo, quando e come Vittorio Amedeo II proferì il voto. Lo stesso Nino Carboneri nel suo libro, La real Chiesa di Superga di Filippo Juvarra, suffraga la storia del voto ma poi precisa: "Il catalogo del Sacchetti annota sotto il 1715: «Disegno con un modello per la Real Chiesa e convento sopra il monte di Superga, tre miglia distante da Torino, edificato con pietre di taglio e marmi in macchina e sculture». 

Vittorio Amedeo II
La data corrisponde probabilmente ai primi studi juvarriani, più che all'esecuzione del modello di cui si dirà in seguito. Si apriva dunque una pagina decisiva dopo la lunga fase preliminare, nel corso della quale, il 27 gennaio 1714, Vittorio Amedeo II, aveva spedito da Palermo, capitale del nuovo regno, tre progetti del primo architetto Antonio Bertola per un convento di religiosi contemplativi "sopra il monte di Soperga", uno di questi comprendeva una chiesa "ovata" da costruire lungo il declivio verso Torino."

"Quando il 2 gennaio 1716, Vittorio Amedeo II comunica al sindaco e al consindaco di Torino, in visita alla Venaria Reale, il proposito di stabilire sovra li monti di Superga una casa religiosa, già si allude alla sede definitiva, sul luogo cioè dell'antica chiesa di patronato della Città: la rinuncia di tale diritto rese possibile una completa demolizione dell'edificio e lo spianamento del terreno sottostante, nella misura richiesta dal progetto juvarriano".

«La tardiva decisione di erigere un tempio grandioso sulla vetta di Superga indusse il Rondolino e il Casanova a negare qualsiasi attendibilità alla tradizione secondo cui il voto sarebbe stato formulato sul posto dal duca il 2 settembre 1706, alla vigilia della battaglia di Torino, specificando il luogo prescelto per il suo adempimento; proverebbe indirettamente l'assunto dei due una lettera del Beato Sebastiano Valfrè al duca, del 13 febbraio 1707, con riferimento a una chiesa da farsi "nella cittadella, o a Soperga, o in altro luogo": leggenda popolare, dunque, fatta propria dalla storiografia ottocentesca, in special modo da Pastore e dal Saluzzo» (Notizie tratte da Wikipedia).


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