A Crea, in provincia di Alessandria, si trova un antico luogo di culto, un monte sacro con una Madonna Nera molto venerata e “sbiancata” di recente
Il Santuario di Santa Maria Assunta di Serralunga di Crea (AL) è un luogo di culto cristiano molto frequentato e conosciuto sin dai primi secoli dopo Cristo. La tradizione vuole che, intorno al 350 d.C., Sant'Eusebio, vescovo di Vercelli, abbia portato qui la statua della Madonna, ancora oggi venerata, e abbia fatto costruire il primo oratorio.
Scrive Francesco Negri, nel suo saggio del 1902:
“Questa splendida località, meta non solo di pii pellegrinaggi, ma anche di scampagnate allegre, deve essere stata sempre frequentata perché è segnalata dalla leggenda fino dal IV secolo, e certo è che ivi, là dove sorge la cappella massima detta del Paradiso[…] stava un luogo fortificato […].
Che fosse un luogo fortificato lo accenna la leggenda, là ove narra che S. Eusebio, vescovo di Vercelli, si ricoverasse ivi nel Castello di Cretona verso l’anno 340 a riparo delle persecuzioni cui era fatto segno dalla setta Ariana.”
Altri insediamenti sul colle sono documentati dal X secolo e, all’interno del santuario, si trovano alcuni bassorilievi che sono databili tra l’VIII e il XII secolo.
I Marchesi del Monferrato e i Gonzaga si adoperarono per abbellire e migliorare la chiesa.
Ma sono alcuni ritrovamenti fatti nel pavimento di una delle cappelle del Sacro Monte che ci aprono uno squarcio sul passato di questo luogo, sicuramente più antico di quello che sembra. Durante le operazioni di restauro di una delle 23 cappelle che punteggiano l’altura di Crea, infatti, fu trovata una serie di pietre scolpite con immagini che possono anche rimandare ad un culto “pagano”.
Di queste pietre non v’è traccia nell’area del Santuario. Per trovarle bisogna percorrere il bel corridoio interno del “Relais Sant’Uffizio Wellness & SPA” a Cioccaro di Penango (AT) dove, sapientemente illuminate, emanano un’attrazione inequivocabile per il turista curioso. Compaiono incise sulle pietre figure triangolari, immagini femminili in abito sacerdotale, croci d’ispirazione celtica… Che cosa rappresentano? Consorelle di un Ordine religioso? Figlie di un’unica Madre? Richiami alla tradizione druidica? Potrebbero forse essere una delle tante versioni della Grande Madre o di qualche divinità “pagana” e non avere nulla a che vedere con il culto della Vergine Maria …
La Madonna Nera
Secondo la tradizione cristiana, probabilmente verso il 350 dopo Cristo, S. Eusebio avrebbe dunque edificato un Oratorio in onore della Madonna, per santificare questo luogo, in precedenza consacrato a divinità pagane. Circa dieci anni dopo S. Eusebio avrebbe portato dall’Oriente tre statue della Madonna. Una sarebbe stata portata a Crea, una a Oropa e l’altra in Sardegna. Tutte e tre sono Madonne Nere.
Con ogni probabilità la statua è più recente e viene oggi tendenzialmente ritenuta un lavoro della metà del XIII secolo. È una statua tutto sommato piccola, di una donna che tiene in braccio un bambino; porta una corona e un velo in testa, sembra portare al collo un filo nero che termina in un cerchio inserito nel vestito rosso. Per molto tempo la statua è stata coperta da un ricchissimo manto pieno di ricami e dorature, ma attualmente il manto è stato sistemato altrove.
Comunque sia, per secoli la Madonna Nera di Crea è stata oggetto di grande devozione e di pellegrinaggi.
Nel 1981 la statua è stata restaurata ad opera di Gian Luigi Nicola. Il restauro ha, secondo la versione ufficiale, “portato all’eliminazione della patina scura, dovuta ai secolari danni arrecati dal fumo delle candele, mettendo in luce l’incarnato chiaro dell’opera”, cioè ha “sbiancato” i volti della madonna e del bambino. Non è la prima volta che statue della Madonna, in origine nere, in seguito ad un restauro diventano chiare. L’incarnato scuro è sempre colpa delle candele? Può darsi, ma sta di fatto che le Madonne Nere sono invece collegate da molti ai culti precristiani e ritenute simbolo della Madre Terra.
Ci sono Madonne Nere ovunque nel mondo: non mancano in Europa, in Francia sono concentrate soprattutto nel centro-sud. In Italia è interessante notare che la maggiore concentrazione di Madonne Nere si trova in Piemonte dove se ne conta una ventina, tra cui forse la più famosa è la Madonna Nera di Oropa.
Il Sacro Monte
La collina Cardalona, che sovrasta il paese di Serralunga di Crea, è una collina alta, di forma ellissoide con direzione da ovest a est, coperta di vegetazione, alta circa 450 m sul livello del mare. Circondata da dolci ondulazioni coperte di vigneti e di boschi, offre visioni panoramiche sconfinate: la Pianura Padana coronata dalle Alpi e le colline del Monferrato fino all’Appennino Ligure.
Nel 1980 con legge regionale è stato istituito il "Parco Naturale e area attrezzata del Sacro Monte di Crea" comprendente 47 ettari di terreno, prevalentemente boschivo, dei comuni di Serralunga di Crea e Ponzano.
Sulla collina venne realizzato, a partire dal 1589, un Sacro Monte. Il progetto iniziale prevedeva 15 cappelle corrispondenti ai Misteri del Rosario; successivamente si volle ampliare il progetto portando il numero delle cappelle previste a 40, ma infine ne vennero edificate 23. I Sacri Monti sono qualcosa di veramente interessante e nel 2003 quelli piemontesi e lombardi sono stati inseriti dall’UNESCO nell’elenco del Patrimonio dell’Umanità.
La Chiesa ci narra che i Sacri Monti vennero “inventati” per riprodurre il cammino verso la Terrasanta, consentendo ai pellegrini di visitare i Luoghi Santi con la riproduzione, in scala minore, degli edifici in cui si era svolta la Passione di Cristo. Un’alternativa più sicura ai pellegrinaggi in Terra Santa. I Sacri Monti vennero edificati a partire dalla fine del 1400 e per la Chiesa furono anche un modo per rafforzare la fede dei credenti, in un tempo nel quale la Riforma aveva seminato il dubbio nelle menti dei fedeli.
Ma cosa sono stati davvero i Sacri Monti? Intanto parlare di un monte sacro è una cosa più pagana che cristiana, anzi, sono i popoli naturali che hanno le loro montagne sacre, come il “Roc Maol” (il Rocciamelone) per i Celti in Valle di Susa o il “Dzill Nchaa Si'An” (Mount Graham) per gli Apache San Carlos in Arizona oppure ancora “Ngog Lituba” per il popolo Bassa in Camerun.
Inoltre i Sacri Monti prevedono un percorso sacro, che il più delle volte riproduce la vita di Cristo, oppure la Via Crucis, ma altre volte la vita della Madonna o di qualche santo. In ogni caso c’è un percorso preciso, fatto di tappe susseguenti che culminano nella gloria finale. Un modo per celare la trama di un cammino iniziatico? Chi erano davvero i religiosi che perseguirono con tenacia la costruzione dei Sacri Monti?
Interrogativi che forse non troveranno mai risposta, ma che seminano qualche dubbio e ci spingono ad osservare con maggiore attenzione, senza dare nulla per scontato.
Sul Sacro Monte di Crea, per esempio, la cappella terminale del percorso, la Cappella del Paradiso, che si trova in cima all’altura, è a pianta circolare, circondata da una terrazza anch’essa circolare. Uno schema architettonico che ricorda la ruota forata, un simbolo molto antico che ha a che vedere con la tradizione celtica e con il mito di Fetonte, e non certo con la tradizione cristiana.
(Articolo di di Gilda Paolicchi, http://www.shan-newspaper.com/web/leggende-e-tradizioni/983-
la-madonna-nera-di-crea-e-il-sacro-monte.html).
La statua della Madonna Nera di Crea,
che di recente è stata sbiancata
|
I Marchesi del Monferrato e i Gonzaga si adoperarono per abbellire e migliorare la chiesa.
Ma sono alcuni ritrovamenti fatti nel pavimento di una delle cappelle del Sacro Monte che ci aprono uno squarcio sul passato di questo luogo, sicuramente più antico di quello che sembra. Durante le operazioni di restauro di una delle 23 cappelle che punteggiano l’altura di Crea, infatti, fu trovata una serie di pietre scolpite con immagini che possono anche rimandare ad un culto “pagano”.
Di queste pietre non v’è traccia nell’area del Santuario. Per trovarle bisogna percorrere il bel corridoio interno del “Relais Sant’Uffizio Wellness & SPA” a Cioccaro di Penango (AT) dove, sapientemente illuminate, emanano un’attrazione inequivocabile per il turista curioso. Compaiono incise sulle pietre figure triangolari, immagini femminili in abito sacerdotale, croci d’ispirazione celtica… Che cosa rappresentano? Consorelle di un Ordine religioso? Figlie di un’unica Madre? Richiami alla tradizione druidica? Potrebbero forse essere una delle tante versioni della Grande Madre o di qualche divinità “pagana” e non avere nulla a che vedere con il culto della Vergine Maria …
Santuario di Santa Maria Assunta di Serralunga di Crea |
Secondo la tradizione cristiana, probabilmente verso il 350 dopo Cristo, S. Eusebio avrebbe dunque edificato un Oratorio in onore della Madonna, per santificare questo luogo, in precedenza consacrato a divinità pagane. Circa dieci anni dopo S. Eusebio avrebbe portato dall’Oriente tre statue della Madonna. Una sarebbe stata portata a Crea, una a Oropa e l’altra in Sardegna. Tutte e tre sono Madonne Nere.
Con ogni probabilità la statua è più recente e viene oggi tendenzialmente ritenuta un lavoro della metà del XIII secolo. È una statua tutto sommato piccola, di una donna che tiene in braccio un bambino; porta una corona e un velo in testa, sembra portare al collo un filo nero che termina in un cerchio inserito nel vestito rosso. Per molto tempo la statua è stata coperta da un ricchissimo manto pieno di ricami e dorature, ma attualmente il manto è stato sistemato altrove.
La Cappella del Paradiso |
Nel 1981 la statua è stata restaurata ad opera di Gian Luigi Nicola. Il restauro ha, secondo la versione ufficiale, “portato all’eliminazione della patina scura, dovuta ai secolari danni arrecati dal fumo delle candele, mettendo in luce l’incarnato chiaro dell’opera”, cioè ha “sbiancato” i volti della madonna e del bambino. Non è la prima volta che statue della Madonna, in origine nere, in seguito ad un restauro diventano chiare. L’incarnato scuro è sempre colpa delle candele? Può darsi, ma sta di fatto che le Madonne Nere sono invece collegate da molti ai culti precristiani e ritenute simbolo della Madre Terra.
Ci sono Madonne Nere ovunque nel mondo: non mancano in Europa, in Francia sono concentrate soprattutto nel centro-sud. In Italia è interessante notare che la maggiore concentrazione di Madonne Nere si trova in Piemonte dove se ne conta una ventina, tra cui forse la più famosa è la Madonna Nera di Oropa.
Il Sacro Monte
La collina Cardalona, che sovrasta il paese di Serralunga di Crea, è una collina alta, di forma ellissoide con direzione da ovest a est, coperta di vegetazione, alta circa 450 m sul livello del mare. Circondata da dolci ondulazioni coperte di vigneti e di boschi, offre visioni panoramiche sconfinate: la Pianura Padana coronata dalle Alpi e le colline del Monferrato fino all’Appennino Ligure.
Nel 1980 con legge regionale è stato istituito il "Parco Naturale e area attrezzata del Sacro Monte di Crea" comprendente 47 ettari di terreno, prevalentemente boschivo, dei comuni di Serralunga di Crea e Ponzano.
Sulla collina venne realizzato, a partire dal 1589, un Sacro Monte. Il progetto iniziale prevedeva 15 cappelle corrispondenti ai Misteri del Rosario; successivamente si volle ampliare il progetto portando il numero delle cappelle previste a 40, ma infine ne vennero edificate 23. I Sacri Monti sono qualcosa di veramente interessante e nel 2003 quelli piemontesi e lombardi sono stati inseriti dall’UNESCO nell’elenco del Patrimonio dell’Umanità.
La Chiesa ci narra che i Sacri Monti vennero “inventati” per riprodurre il cammino verso la Terrasanta, consentendo ai pellegrini di visitare i Luoghi Santi con la riproduzione, in scala minore, degli edifici in cui si era svolta la Passione di Cristo. Un’alternativa più sicura ai pellegrinaggi in Terra Santa. I Sacri Monti vennero edificati a partire dalla fine del 1400 e per la Chiesa furono anche un modo per rafforzare la fede dei credenti, in un tempo nel quale la Riforma aveva seminato il dubbio nelle menti dei fedeli.
Ma cosa sono stati davvero i Sacri Monti? Intanto parlare di un monte sacro è una cosa più pagana che cristiana, anzi, sono i popoli naturali che hanno le loro montagne sacre, come il “Roc Maol” (il Rocciamelone) per i Celti in Valle di Susa o il “Dzill Nchaa Si'An” (Mount Graham) per gli Apache San Carlos in Arizona oppure ancora “Ngog Lituba” per il popolo Bassa in Camerun.
Inoltre i Sacri Monti prevedono un percorso sacro, che il più delle volte riproduce la vita di Cristo, oppure la Via Crucis, ma altre volte la vita della Madonna o di qualche santo. In ogni caso c’è un percorso preciso, fatto di tappe susseguenti che culminano nella gloria finale. Un modo per celare la trama di un cammino iniziatico? Chi erano davvero i religiosi che perseguirono con tenacia la costruzione dei Sacri Monti?
Interrogativi che forse non troveranno mai risposta, ma che seminano qualche dubbio e ci spingono ad osservare con maggiore attenzione, senza dare nulla per scontato.
Sul Sacro Monte di Crea, per esempio, la cappella terminale del percorso, la Cappella del Paradiso, che si trova in cima all’altura, è a pianta circolare, circondata da una terrazza anch’essa circolare. Uno schema architettonico che ricorda la ruota forata, un simbolo molto antico che ha a che vedere con la tradizione celtica e con il mito di Fetonte, e non certo con la tradizione cristiana.
(Articolo di di Gilda Paolicchi, http://www.shan-newspaper.com/web/leggende-e-tradizioni/983-
la-madonna-nera-di-crea-e-il-sacro-monte.html).
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