Le sorgenti e la Madonna della Sanità
Cenni storici sulla prodigiosa immagine di S. Maria della Sanità Caposele, il paese decantato dalle scultorie parole del poeta Dione Afranio: «Silari gurges Spectabile flumen», è la terra privilegiata e benedetta, perché gode l'alta protezione di S. Maria della Sanità.
II culto alla Madre di Dio non va oltre l'anno 1710. Presso le sorgenti del Sele, in poverissime capanne, abitavano miseri pastori che con fede viva veneravano la celeste Regina nel misterioso titolo di S. Maria della Sanità, dipinta in una nicchietta di quelle antiche catapecchie. La tradizione popolare, raccolta dai fratelli Dott. Nicola e Lorenzo Sac. Santorelli, nel libro "Il fiume Sele e suoi dintorni", ci dice che un frate, di nome Paolo, ne dipinse a fresco l'immagine la quale riusci così viva che tutti si beavano nel fissarla e venerarla. Ma la fede di quei semplici selerini progrediva: dopo qualche anno, dove un tempo si ergeva un tempio a Gionone Argiva, si edificava grazioso tempietto a S. Maria della Sanità. Fu questa la prodigiosa calamità che attirò i paeselli della valle della Sele e dell' Irpinia: a mille a mille accorrevano da tutte le parti per domandare nuove grazie a Maria e per ringraziarla di quelle ricevute.
E tutti quelli che erano fortunati di visitare la cara Madre, tutti, come i discepoli del Battista, ripetevano con entusiasmo: andate, correte là dove sorge limpido e cristallino il Sele; là dove regna Maria della Sanità: i ciechi veggano, gli zoppi camminano e i sordi riacquistano l'udito.
Ma la potenza e la protezione di Maria della Sanità fu ammirata da Caposele nel giugno del 1743. In quell'anno il popolo di Caposele fu assalito dall'orrendo flagello della peste che aveva desolato la Sicilia e il Napoletano, e per intercessione della tenera Madre Maria fu totalmente liberato.
Si era nel luglio del 1837 e Caposele era infestata di nuovo dal colera che, con egual furore, distruggeva forti e deboli, ricchi e poveri. Vi erano dei giorni, dice il Santorelli, in cui mancava il tempo per seppellire i cadaveri, tanto era il numero delle vittime. Ma i Caposelesi si ricordarono di avere una tenera e potente Regina, Maria della Sanità. A Lei ricorsero, ed oh prodigio! Il giorno in cui se ne celebrava solennemente la festa, il fiero morbo, come per incanto, cessò, restituendo alla vita anche quelli che si trovavano sull'orlo della tomba.
Nel 1839, in molti paesi della valle del Sele, in Valva, Colliano, Contursi e Oliveto Citra il colera vi gettava la desolazione e la morte; ma, per intercessione di Maria della Sanità, Caposele ne rimase illesa e i popoli della valle selerina ne furono subito e completamente liberati. I Caposelesi avevano sempre sentito un affetto tenero e potente per la cara Madre che veglia instancabile pel bene degli figli suoi; ma in questi tempi la fede e 1' amore li raccolse in un sol palpito e unanimi li mosse per dare a Lei un segno della più amorevole gratitudine.
Si ringrazia l'amico Mario Liverano per l'immaginetta donata alla nostra Associazione.
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