Maria Santissima della Fontana
Maria Santissima della Fontana è la patrona della città di Francavilla Fontana (in dialetto francavillese: "Matonna Tì La Funtana") (Diocesi di Oria). La festa principale è il 14 settembre.
Agli inizi del regno di Roberto I d'Angiò, era principe di Taranto suo fratello Filippo d'Angiò. Un giorno quest'ultimo, recandosi a Casevetere (borgo originario di Francavilla Fontana), si recò insieme alla sua corte verso villa del Salvatore, per una battuta di caccia. Tra i cacciatori, c'era un certo Elia Marrese, che vedendo un cervo, gli scoccò una freccia che stranamente ritornò indietro, anziché colpire la preda. Meravigliato per questo evento prodigioso, si accorse che il cervo era genuflesso ad una fonte, come se venerasse qualcosa. Avvertito il principe, quest'ultimo fece diradare la selva e si accorsero che vi era una piccola grotta, sulla quale vi era l'immagine della Vergine Maria con un bambino in braccio. Il principe meravigliato, si prostrò a terra e venerò insieme al suo seguito la Madonna e decise che da allora tutti la venerassero sotto il titolo di Maria della Fontana. La scoperta di questa sacra immagine avvenne il 14 settembre 1310. Qualche anno dopo, con Breve apostolico del 23 agosto 1332 di papa Giovanni XXII, si concesse l'indulgenza plenaria a tutti i fedeli che avessero visitato l'immagine il 14 settembre di ogni anno. Il principe ordinò di edificare una chiesa in onore della Vergine della Fontana. (Notizie tratte da Wikipedia)
Basilica del SS. Rosario
Culto della Madonna della Fontana
Il principe di Taranto Filippo D'Angiò (1278 – 1332), dopo la morte di Carlo II, decise di far visita ai suoi possedimenti, tra cui i casali che circondano l'attuale città di Francavilla. Per meglio conoscere siffatte terre, inoltre, organizzò una battuta di caccia con i baroni e con esperti cacciatori della zona.
Un mattino, dunque, il principe si inoltrò dentro la selva che circondava la Villa del Salvatore, conosciuta anche con il nome di Bosco di Rodio, seminato di folti cespugli ed alberi. Tra i cacciatori della spedizione vi era mastro Elia Marrese, il quale, perlustrando il territorio, si accorse di un cervo, genuflesso, che si rinfrescava nei pressi di una fontana.
Il cacciatore, desideroso di farne preda, scoccò dall'arco una freccia la quale, invece di ferire l'animale, ritornò indietro. Sbigottito, Elia si avvicinò e vide il cervo genuflesso non per bere, come aveva inizialmente pensato, ma come se accanto alla Fonte venerasse qualcosa di sacro, nascosto tra i cespugli. Intanto il principe, accorso insieme agli altri cacciatori, fu informato dell'accaduto e immediatamente diede ordine di diradare quella parte di selva da cespugli e da rami frondosi per capire la causa di quel prodigio. Una volta ripulita la zona, agli occhi dei presenti apparve una piccola grotta lunga otto palmi, ed in fondo un muro alto quattro palmi e lungo sei, ove apparve dipinta l'immagine della Madonna con Bambino in stile bizantino. Dopo la scoperta dell'immagine il principe ordinò che si fabbricasse ivi una chiesa che, da allora, fu conosciuta come chiesa della Madonna della Fontana. In seguito, tramite gli uffici di Bertrando, vescovo di Oria, papa Giovanni XXII concesse, con il Breve Apostolico del 23 agosto 1332, l'indulgenza plenaria a tutti i fedeli che avessero visitato detta immagine il 14 settembre.
Il culto della Madonna della Fontana, patrona della città, ritrovò nuovo slancio dopo il terremoto del 20 febbraio 1743, quando fu ricostruita la chiesa, trasferita l'icona sull'altare della navata destra ed acquistata la statua della processione. Alla Madonna della Fontana va riferito anche il miracolo del rinverdimento degli ulivi, che si festeggia ogni 24 gennaio, ricordato anche in una tela nella chiesa Matrice del pittore Domenico Carella. Recentemente è stata ripristinata anche la cavalcata storica, lungo le vie del centro, che rievoca la scoperta dell'immagine.
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