Chiesa di Santa Maria delle Grazie
La chiesa di Santa Maria delle Grazie è un luogo di culto di Monza, in via Montecassino 18.
La chiesa e l'attiguo convento furono costruiti tra il 1463 e il 1467 (secondo lo storico Antonio Francesco Frisi), anno in cui vi si stabilirono i frati minori. Un'antica iscrizione conferma la data e che il merito della costruzione risale al padre Damiano da Padova. In precedenza esisteva in quel luogo dal 1131 una cappella dedicata alla Vergine, eretta dai fratelli Eriberto e Bertarido Aliprandi, esuli umbri, sul sepolcro del loro padre, Rodolfo.
Il complesso sorge sulla riva sinistra del fiume Lambro, a monte rispetto al centro cittadino, presso il punto in cui il fiume esce dal parco di Monza.
La chiesa è preceduta da un porticato sorretto da quattro colonne a lato del quale è la porta del convento. L'interno è a tre navate. Sull'altare maggiore è esposta la venerata immagine della Vergine. All'esterno, sul fianco meridionale, un ampio cortile quadrato delimitato dalle edicole in cotto della Via Crucis, opera dello scultore Dante Ruffini.
Benché alcune fonti affermino che questo fu il convento dove si fermarono Agnese e Lucia, i personaggi del celeberrimo romanzo I promessi sposi, è ormai riconosciuto che il famoso convento dei frati Cappuccini si trovasse in altro luogo. A Monza si può ancora ammirare parte dell'antico convento, costruito nel 1530, nell'attuale via Marsala 44, angolo via A. Mauri. Il convento fu ampliato nel 1611 e successivamente venduto e trasformato in villa privata. La città di Monza vi ha posto una targa per farne perdurare la memoria.
In questo santuario sostarono a pregare Gian Paolo Osio, suor Benedetta Omati e suor Ottavia Ricci, le due monache complici scomode in fuga dal convento di Santa Margherita di Monza per evitare l'arresto dopo quello avvenuto di suor Virginia de Leyva, personaggio storico romanzato ne I promessi sposi (Tratto da Wikipedia).
"Gli occhi bassi sul libro di preghiera, il capo semi-scoperto, Maria ascolta, turbata, l’annuncio dell’Angelo Gabriele. Dietro di loro, tra architetture quattrocentesche, il paesaggio racconta del percorso tortuoso del Lambro cinto dal parco di Monza. E’ l’immagine sacra sull'altare maggiore del Santuario di Santa Maria delle Grazie, un dipinto a cui, nel dono della fede, si sono rivolti, migliaia di pellegrini giunti da tutta la Lombardia per oltre cinque secoli, una devozione che continua anche oggi. E’ una tavola di autore ignoto del XV secolo dipinta a guazzo. I frati francescani la ricevettero in dono dal Beato Damiano da Padova ( a cui secondo fonti storiche, dobbiamo la costruzione del Santuario) ancor prima della fondazione del Convento e del Santuario, avvenuta l’8 settembre 1463, giorno in cui si celebra la nascita di Maria. E Papa Francesco, in visita a Monza proprio nel giorno dell’Annunciazione, il 25 marzo 2017, ha scelto per la sua missione proprio quell'immagine. E’ sull'altare maggiore del Santuario dal 1621.
E’ intricatissima la storia della chiesa e del convento di Santa Maria delle Grazie a Monza. Si deve tornare indietro di più di cinque secoli, al 1467, anno in cui a lavori non ancora ultimati i frati francescani si stabiliscono nel Santuario e danno inizio alle celebrazioni liturgiche. All'inizio sono solo una decina, ma nel rispetto della regola francescana sono assai operosi. Lì, a pochi metri dal chiesa e dal convento, scorre il Lambro, i terreni sono tutti di proprietà dei duchi di Milano, i Visconti. L’acqua è essenziale per innaffiare l’orto, per cucinare… ed ecco che i frati decidono di scrivere una lettera alla duchessa Bianca Maria" (di Daniela Annaro).
Illustrissima et benignissima Madonna, esponemo a Vostra Excellentia li devoti frati minori de santo francisco de observatia… Li decti frati sive monastero havessero bisogno di un conduto de laqua del fiume lambro per lavar de soj drapi et per servitio de lor cusina et anchora per irrigare seu adaquare il suo zardino…"
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